NOME UTENTE        PASSWORD  

Hai dimenticato la tua password?

Nell'ultimo numero di Traguardi Sociali:
Traguardi Sociali

Stai sfogliando il n.15 Marzo / Aprile 2005

Leggi la rivista in formato pdf Cerca numeri arretrati in archivio
.PDF Numero 15 (903 KB) Sfoglia l'archivio di Traguardi Sociali Sfoglia l'archivio di Traguardi Sociali

  Mcl aderisce alla campagna di Asia news

Data di pubblicazione: Martedì, 3 Maggio 2005

TRAGUARDI SOCIALI / n.15 Marzo / Aprile 2005 :: Mcl aderisce alla campagna di Asia news

Cina, libera quegli uomini rispetta te stessa


MCL ADERISCE ALLA CAMPAGNA DI ASIA NEWS


CINA, LIBERA QUEGLI UOMINI RISPETTA TE STESSA


       La campagna promossa da Asia news, per chiedere la liberazione di 19 vescovi e 18 sacerdoti, è un’iniziativa che si rivolge a due diversi interlocutori. Con un medesimo fine. In primo luogo l’appello è rivolto alle autorità cinesi: non a caso, l’Agenzia missionaria ha deciso di lanciarla ieri, in contemporanea con l’apertura dell’Assemblea nazionale del Popolo. Ai nuovi mandarini che detengono il potere nella Cina attuale, si vuol ricordare la situazione, non di rado drammatica, cui vanno incontro i cristiani che si rifiutano di assoggettarsi al controllo statale sulla vita religiosa. Anche quando non finiscono in prigione, vescovi, preti, semplici laici sono spesso oggetto di abusi da parte delle autorità, vittime di controlli umilianti che non fanno onore a un Paese di tradizioni culturali millenarie come la Cina. Negli ultimi mesi alcuni sporadici segnali avevano spinto gli ottimisti a leggere un cambiamento nell’orientamento politico della nuova dirigenza di Pechino. Ma la recente approvazione di una nuova normativa in materia religiosa (Il Regno ne ha pubblicato il testo integrale) ha buttato acqua sul fuoco. Ancora una volta la logica dominante è chiara: la libertà religiosa appartiene al novero delle concessioni che lo Stato fa e non alla sfera dei diritti umani fondamentali. Tant’è che il Governo stesso si arroga la pretesa di controllare l’applicazione delle norme in questo campo. Il secondo interlocutore è la comunità internazionale. “Per la Cina dei grandi successi economici e agli investitori internazionali la libertà religiosa sembra essere un’appendice di poco conto – si legge nella petizione di Asia news -. In realtà essa è la base solida su cui la Cina potrà costruire uno sviluppo equilibrato, rispettoso della persona e della società”. Quanti con la Cina fanno affari e intrattengono rapporti politici e diplomatici sono chiamati in causa: la sfida sta nell’allargare l’orizzonte all’ambito dei diritti umani (e tra questi la libertà religiosa, come ha mille volte insegnato il Papa), non dovrebbe essere visto come un optional bensì un impegno qualificante, una scelta lungimirante. Con la Cina tutti stiamo facendo (o faremo presto) i conti. E’ interesse di tutti allora che le cose cambino. La strategia, però, non può essere quella della contrapposizione frontale. La stessa Asia news che oggi denuncia severamente le ingiustizie a danno dei credenti aveva dato conto pochi giorni fa di qualche timido spiraglio di novità. La normativa entrata in vigore il 1° marzo scorso contempla due fatti nuovi, entrambi importanti: la possibilità, nel caso in cui i responsabili abusino della loro autorità, di appellarsi contro di loro alla Corte suprema; secondo: l’autorizzazione, finora vietata, alle varie espressioni religiose di possedere proprietà. Piccoli passi, si dirà, se – nel frattempo – ci sono preti e vescovi che marciscono in carcere. Vero, ma l’esperienza di generazioni di missionari, di uomini di Chiesa che hanno saputo dialogare con la Cina – da Matteo Ricci al cardinale Etchegaray – dice che è più fecondo (nel lungo periodo) uno scambio franco, ma nel segno del rispetto reciproco piuttosto degli attacchi frontali a un Paese che – non solo metaforicamente – sta benissimo dietro la sua Grande Muraglia. L’iniziativa di Asia news coglierà frutti se in tanti l’appoggeranno per quello che vuol essere: un aiuto alla Cina per essere migliore. Se – al contrario – l’interlocutore cinese avvertirà il sospetto di un gesto che sa di colonialismo culturale (l’Occidente che va a insegnare alla Cina), non si andrà lontano.


Gerolamo Fazzini
(Articolo tratto da Avvenire del 06/03/2005)

 Torna ad inizio pagina 
Edizioni Traguardi Sociali | Trattamento dati personali