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  In Movimento: fedeli alla Chiesa, alla democrazia e al lavoro

Data di pubblicazione: Mercoledì, 28 Dicembre 2022

TRAGUARDI SOCIALI / n.109 Dicembre 2022 :: In Movimento: fedeli alla Chiesa, alla democrazia e al lavoro

Un impegno partecipativo e non antagonista

Negli “anni di piombo” e ancor oggi, protagonisti nel “dialogo sociale” per il bene del Paese

Tra qualche mese, a dicembre, il nostro Movimento raggiungerà i suoi 50 anni di vita e la prima riflessione che credo si possa fare è quella di collocare questa esperienza associativa nel percorso storico che nasce con le Acli di Pio XII e di Mons. Giovanni Battista Montini.
I nostri valori e la nostra costante fedeltà ad essi non possono essere mai svincolati da quella “storia” e dall’incoraggiamento che il Papa Paolo VI ebbe a pronunciare in piazza S. Pietro l’8 dicembre 1972, rimarcando proprio quella “fedeltà”!
Ho sempre avuto la risonanza di quel tempo attraverso le parole di mio padre - che con Lorenzo Del Bucchia fu tra i fondatori a Lucca - e poi, dal congresso di Napoli in avanti, ne ho vissuto (con ruoli diversi) tutta la sua evoluzione. Evoluzione che ci porta ai giorni nostri.
Se assieme alla “riunificazione” il nostro Movimento ha saputo affrontare sfide complesse e superare ostacoli di ogni tipo - ricordo le tante e dure diffidenze di parte di ecclesiastici di peso - che si andavano alternando ai tanti sostegni ricevuti, mai è venuta meno la nostra attenzione al grande tema del lavoro.
In 50 anni sempre questo ha costituito la nostra stella polare è sempre la promozione della persona che lavora, alla luce dell’insegnamento della Dottrina Sociale della Chiesa, è stato il baricentro verso il quale abbiamo orientato tutta la nostra azione. Le varie e forti crisi sociali, economiche, civili e morali - penso alla stagione del terrorismo, durante la quale a Vicenza le Brigate Rosse irruppero nella nostra sede - hanno sempre costituito per noi lo stimolo per affrontare, discutere e formare i lavoratori verso un impegno che fosse “partecipativo” e non “antagonista”.
è nel dialogo sociale e nella forza della coesione che il nostro movimento ha sempre collocato la sua attiva volontà di partecipare da protagonisti allo sviluppo del Paese e lottando per vincere ogni forma di povertà, non abbiamo mai dimenticato di partire dalla Formazione.
Ci sarebbe qui da ricordare, dal primo presidente Carlo Borrini a Giovanni Bersani, molti dei nostri dirigenti.
Di quella stagione, pensando proprio alla Formazione, voglio qui ricordare, per tutti, la signora Vittoria Rubbi dell’Armellina, che non solo animò quella stagione formativa del Mcl ma seppe sempre essere l’artefice coraggiosa di una difesa valoriate che nelle sfide degli anni ‘70 seppe dar voce autorevole alla testimonianza ed alla promozione della Dottrina Sociale della Chiesa.
Altri pensarono ad altre strade e si persero nella nebbia di una analisi che non poteva coniugarsi col nostro patrimonio culturale e valoriate.
Per noi la fedeltà alla Chiesa, alla democrazia, ai lavoratori non fu mai in discussione.
Oggi, nel pensare al 50 anniversario, si deve però cercare di guardare in avanti per capire innanzitutto come si possa, nella grande transizione dei nostri tempi, continuare a promuovere un “lavoro di qualità” e vincere le tante sfide che ci troviamo lungo la strada.
Saremo ancora protagonisti e continueremo a fare del lavoro “quella chiave essenziale” a cui ci chiamò tutti il Santo papa Giovanni Paolo II.
Uniti e coesi continueremo ad apportare un contributo fondamentale alla storia del nostro Paese, uniti e coesi sapremo fare del nostro articolo 1 dello Statuto ancora l’architrave di un impegno che ricorda la storia ma guarda al domani.

Piergiorgio Sciacqua
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