IN RICORDO DI GIOVANNI PAOLO II
Ciascuno di noi è ancora frastornato e addolorato per la morte di Giovanni Paolo II, il Papa che ha incontrato più volte il nostro Movimento e che ha consegnato sempre espliciti messaggi e indicazioni di testimonianza e di impegno al servizio dell’uomo, della società civile, nella Chiesa. I nostri ricordi, credo, siano ancora capaci di rinnovare le emozioni di quel momento, ma soprattutto, penso, debbano essere capaci di ravvivare la nostra fede di cristiani, e di cristiani impegnati nella sfera del sociale. Ho ancora negli occhi la visione di quella lunga fila umana di coloro che volevano dare l’ultimo saluto al ‘nostro’ Papa; il sacrificio della lunga e, a volte, lunghissima attesa, veniva ricambiato al passaggio davanti alla salma del Pontefice.
Carissimi ho avuto modo anch’io di recarmi in preghiera davanti a questo grande Papa; il Papa del mio sacerdozio avanzato e il Papa degli incontri anche personali a causa del lavoro che facevo; ma anche di quelli associativi. L’emozione degli incontri è sempre stata grande. Ho accompagnato il nostro Presidente e il Segretario Generale, quasi per un grazie sommesso del Movimento ma commosso, e vi assicuro che vi ho ricordati tutti; ho preso un impegno: offrire a ciascuno i discorsi che Giovanni Paolo II, incontrandoci, ci ha rivolto.
Al dolore si sostituisce subito la gioia per il dono del nuovo Papa: Benedetto XVI. Affacciandosi alla loggia per la benedizione Urbi et orbi, nel breve discorso rivolto alla folla di fedeli che gremiva piazza San Pietro, breve perché commosso, è stato capace di offrire tanta serenità, e rassicurarci che la continuità della Chiesa si poggia sulla certezza dello spirito che ‘soffia’ quale vento di continuità e di rinnovamento.
Proprio ora, mentre scrivo a voi, mi è stato consegnato il discorso della prima Messa concelebrata con i cardinali elettori, nel quale è tracciata la strada che Benedetto XVI vuole percorrere: “Far risplendere davanti agli uomini e alle donne, la luce di Cristo: non la propria luce, ma quella di Cristo”.
E’ molto bello l’appello rivolto ai giovani: “A loro, interlocutori privilegiati del Papa Giovanni Paolo II, va il mio affettuoso abbraccio nell’attesa, se piacerà a Dio, di incontrarli a Colonia…”.
Mi piacerà, prossimamente, commentare con voi questo percorso annunciato per capire il dono che ci è stato fatto dal Signore, ma soprattutto scoprire insieme il modo per ritrovarci anche noi nel cammino del Papa. “Tu sei Pietro”, questa è la missione di ogni Vescovo di Roma, “su questa pietra edificherò la mia Chiesa”. Per questo ogni credente si sente rassicurato, perché è il Signore a guidare, con Pietro, la sua Chiesa.
Preghiamo perché possiamo sentirlo come ‘viandante’ al nostro fianco che ci illumina, e noi docili chiediamogli di saper invocare il Cristo nostra salvezza.