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  Improvvisa scomparsa di uno dei fondatori del Movimento

Data di pubblicazione: Martedì, 3 Maggio 2005

TRAGUARDI SOCIALI / n.15 Marzo / Aprile 2005 :: Improvvisa scomparsa di uno dei fondatori del Movimento

Un ricordo del nostro amico
Enrico Del Freo


UN RICORDO DEL NOSTRO AMICO ENRICO DEL FREO


       Enrico Del Freo non è più con noi ormai da qualche mese. Ci ha lasciati il 19 febbraio scorso, infatti, dopo un susseguirsi di problemi a seguito di un intervento chirurgico, il Signore lo ha chiamato a sé.

       Parlare di Enrico potrebbe risultare facile e difficile allo stesso tempo. Certamente è stato un uomo con una vita a volte travagliata per i suoi molteplici impegni, ma tutti vissuti e partecipati all’interno del mondo cattolico, nel sociale e nel politico. Era un uomo combattente e combattuto perché non si arrendeva mai, nemmeno quando tutto poteva apparire perso, lui trovava sempre la leva per andare avanti. Era un credente, convinto più che mai che ogni cattolico doveva essere partecipe alla vita della società e della Chiesa. Non gradiva le contraddizioni, non vedeva con simpatia chi mirava a giudicare gli altri comportamenti. Non sopportava veder soffrire tanta umanità. Avrebbe voluto aiutare tutti, ad uno ad uno ed in questo emergeva una forte sofferenza. Invitava a rimboccarsi le maniche per contribuire a dare soluzione alle tante ingiustizie sociali cercando di inserirsi per dare fiducia e speranza allo stesso tempo, nei confronti di chi si trovava a vivere momenti e situazioni di disagio.

       Ecco, in sintesi, come la figura di Enrico Del Freo è stata tracciata ai funerali: Enrico Del Freo ha vissuto tutte la sua vita nell’Associazionismo Cattolico e nell’impegno politico e sindacale.

      Era attualmente membro dell’Esecutivo Nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori, organizzazione alla quale è stato legato fin dall’origine (essendo stato uno dei fondatori), oltre trent’anni fa, attraverso un rapporto divenuto con il tempo ‘embrionale’, e nella quale ha ricoperto, negli anni, numerosi incarichi. Esperto di problemi del lavoro, della previdenza, della formazione professionale, del volontariato e dell’emigrazione, ha ricoperto ruoli di responsabilità in vari organismi nazionali ed internazionali. Tra gli altri è stato per molti anni, ed era ancora, Vice Presidente Nazionale del Patronato SIAS del MCL. Forte è stato il suo impegno contro le povertà, le miserie e la disperazione che attanaglia molti popoli, per le quali, diceva, non basta reclamare o proclamare a parole diritti uguali per tutti. Occorre anche impegnarsi per raggiungerli: forte era il suo impegno per la cooperazione internazionale, come forte era la sua convinzione che è necessario far crescere una cultura della pace e costante il suo impegno a lavorare perché la pace non sia solo una bella parola, tanto da essere insignito, simbolicamente, nel 2002, del titolo di Cavaliere della Pace dal prestigioso Centro Internazionale per la Pace fra i Popoli di Assisi. Enrico era un uomo impegnato, generoso, giusto.


Tonino Inchingoli




UNA TESTIMONIANZA IN SEMPLICITA'


       Sono quasi passati due mesi dalla morte del caro Enrico e mi ritrovo a pensare al nostro primo incontro, al nostro primo viaggio a Roma e a tutti gli altri momenti vissuti quotidianamente in ufficio. Mi ricordo quando mi convocò nel suo ufficio tramite l’allora presidente provinciale MCL, dicendomi che era loro intenzione ricostituire a Massa il Movimento e tutti i suoi servizi, che avrebbero contato su di me e che non potevo deluderli.

       Da quel momento ho iniziato a conoscere un Enrico diverso dall’uomo politico di cui fino a quel momento avevo sentito parlare; aveva mille idee ed iniziative, alcune attuabili, altre un po’ meno, ma tutte sostenute con enfasi ed entusiasmo contagiosi. Durante il nostro primo viaggio in treno a Roma mi colpì quando intervenne a favore di un vu cumprà che non aveva il biglietto. Lì per lì pensai che il controllore aveva tutte le ragioni per farlo scendere, ma quando Enrico prese le difese dell’extracomunitario e evidenziò a tutti che era solo questione di fortuna essere nati da una parte del mondo e non dall’altra, che noi stessi potevamo avere un destino diverso, rimasi senza parole.

      Enrico si schierava sempre dalla parte dei più deboli e predicava grandi e nobili ideali, promuovendo principi di solidarietà e di coinvolgimento di tutti nella vita religiosa, culturale, sociale.

       Ma ciò che mi manca particolarmente di lui é la ‘quotidianità’. La mattina arrivava in ufficio quasi sempre di buon umore, faceva battute, si sedeva a volte davanti a me e diceva: “Allora cosa facciamo oggi?”. Io elencavo le pratiche che dovevo svolgere ed evidenziavo eventuali problematiche, lui tagliava corto: “Bene bene .... lavora” e se ne andava senza dire altro.

      Penso però che in cuor suo fosse orgoglioso di come stavano procedendo le cose e di come la sede provinciale stesse sempre più sviluppando le proprie attività.

       Talvolta, vista la vicinanza tra i nostri uffici e quelli della sua agenzia di assicurazioni, lo sentivo andare in contrasto con gli operatori, proprio dell’agenzia, ma poi veniva da me strizzando simpaticamente un occhio e diceva: “Non è successo niente, non ti preoccupare!”.

       Questo era Enrico: si arrabbiava, si infervorava su varie questioni, teneva ‘il punto’ (mi ricordo molte litigate per questioni politiche o di principio), ma poi piano piano un sorriso rassicurante tornava a far capolino sulle sue labbra.

       Non dimenticherò mai quella mattina che ricevette la telefonata per l’operazione al polmone (operazione che aveva cercato di rimandare con tutte le sue forze); mi salutò e senza esitazione mi disse: “Mi hanno chiamato, devo andare!”. Ed io: “Enrico non ti preoccupare, sei in buone mani; stai tranquillo, ci vediamo presto”. E lui: “SPERIAMO”.

       Da allora l’Enrico di sempre non l’ho più rivisto; tuttavia conservo ben saldo il suo ricordo nel mio cuore.


Claudia Batini
Presidente Provinciale MCL Massa

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