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  Mcl e Giovanni Paolo il Grande

Data di pubblicazione: Giovedì, 5 Maggio 2005

TRAGUARDI SOCIALI / n.15 Marzo / Aprile 2005 :: Mcl e Giovanni Paolo il Grande

Un’amicizia durata tanti anni


MCL E GIOVANNI PAOLO IL GRANDE, UN’AMICIZIA
DURATA TANTI ANNI


       Quando scriviamo queste parole il nostro cuore è ancora gonfio di tristezza per la scomparsa di Giovanni Paolo II. Di questo Papa, non a caso definito Il Grande, è stato detto molto, e molto si dirà negli anni che verranno. Qui non vogliamo parlare del ruolo e dell’ influenza che Giovanni Paolo II ha avuto e avrà ancora sulla storia e la politica del mondo. Lasciamo volentieri questo compito agli storici di professione, agli osservatori. In questo spazio vogliamo parlare di noi, che abbiamo perso un grande amico e un Padre; della nostra fragilità, del nostro bisogno della compagnia di Dio in un momento di solitudine; vogliamo gridare a tutti il nostro dolore per il vuoto lasciato da Giovanni Paolo II. Il fatto è che in questi decenni siamo stati abituati bene, con la sua guida paterna e sicura, di uomo buono e sapiente, di testimone della fede capace di smuovere le montagne. Siamo stati abituati bene, sapendo che, qualunque cosa accadesse, lui era lì a vegliare su di noi, sulle nostre debolezze, sulle nostre piccole vanità di uomini, sulle nostre piccole paure. Siamo stati abituati bene a muoverci nelle inquietudini del nostro tempo, confortati dal suo insegnamento, dalla sua presenza autorevole, dalla sua parola certa, piena di forza e di misericordia. Siamo stati abituati bene, sapendo di non essere mai soli in questo mondo complicato, attraversato da incomprensioni, violenza, sofferenza. In lui Cristo ci ha fatto compagnia. E solo la fede oggi ci conforta di questa perdita.

       In questo spazio vogliamo ricordare quanto caro è stato a tutti noi del Mcl Giovanni Paolo II; grati a Dio che ce lo ha donato e a lui per le straordinarie premure e attenzioni che ha riservato a quello che all’epoca era solo un piccolo e giovane Movimento, avversato da molti anche nel mondo cattolico, perché ostinato baluardo della tradizione e della fedeltà alla Chiesa, e indifferente all’ondata di secolarismo e marxismo che all’inizio degli anni ’70 ha investito, contagiandola malamente, una parte del laicato nazionale, facendo danni che ancora oggi tutti paghiamo. In questo spazio vogliamo ricordare un buon Pastore attento ai suoi piccoli, anche a quelli che altri avrebbero voluto abbandonare lungo le strade della storia, e magari dimenticarli.

       In questo spazio vogliamo ricordare un Pastore che ci fece   l’onore grandissimo di una visita alla nostra sede. Tutti ricordano le udienze affollate di Giovanni Paolo II,   le sue visite nei vari Paesi in mezzo a folle di milioni di persone, ai capi di stato e di governo. Noi del Movimento Cristiano Lavoratori vogliamo invece conservare con la cura che si ha per le cose preziose, il ricordo di quella visita; siamo fra i pochi a poter vantare con orgoglio una visita di Giovanni Paolo II nella nostra umile e semplice casa, in mezzo a scaffali di libri un po’ in disordine, fra sedie e scrivanie di modesta fattura, fra dirigenti e impiegati sorpresi, ammirati, sconvolti da quell’uomo grande, talmente grande da farsi umile come nessun altro. Fu la visita di un amico, di uno di famiglia, accolto con onore e dignità, con gratitudine soprattutto, con devozione filiale, con l’amicizia della fede. Una visita di grande significato simbolico, un segno di particolare riconoscimento per il nostro Movimento, più efficace e solenne di mille discorsi pubblici. Giovanni Paolo II è stato come una specie di padrino del Mcl, lo svolgersi del suo pontificato ha accompagnato e scandito i momenti più importanti della nostra storia. Durante il suo Papato abbiamo festeggiato il decennale, il ventennale e il trentennale del Movimento. E lui ci è sempre stato vicino. In tutti questi anni, Giovanni Paolo II ha incontrato più volte, in udienze pubbliche o in via più riservata, i dirigenti nazionali, i militanti, i semplici iscritti del Movimento. E sempre ha rivolto a tutti noi parole bellissime e indimenticabili, parole che fanno venire i brividi, ripensando alla forza pastorale con cui vennero pronunciate.

       Come quelle in occasione del decennale, nel 1982, quando Giovanni Paolo II ebbe per gli uomini e le donne del Mcl straordinarie parole di affetto, di incoraggiamento e di comprensione mai ascoltate prima: “Cari fratelli e sorelle – disse nella Sala Nervi in Vaticano, davanti ad una foltissima platea- è con gioia tutta particolare che oggi porgo il mio benvenuto e il mio più cordiale saluto a tutti voi, che celebrate il decimo anniversario della fondazione del Mcl e che siete così numerosi. Desidero esprimervi il mio sincero affetto e la mia stima. Pensando al cammino compiuto in questi dieci anni del vostro Movimento, il primo sentimento che nasce nel cuore è un sentimento di gratitudine verso il Signore, che ha illuminato e sostenuto uomini coraggiosi, i quali, superando ogni difficoltà hanno saputo garantire con la loro fede e la loro azione tenace, la presenza della Chiesa nel mondo del lavoro. Ma oggi tra i sentimenti di noi tutti c’è anche quello dell’esultanza, perché in certo qual modo, il Mcl ha saputo salvare quei valori che furono all’origine dell’impegno sociale dei lavoratori cristiani nella società fin dal secolo scorso, da quando cioè, dopo la Rerum Novarum del mio predecessore Leone X, ha avuto impulso la loro presenza, con le loro associazioni nel mondo del lavoro. Dieci anni costituiscono un periodo breve, e il vostro movimento sorto nel 1972 potrebbe apparire, e in parte lo è, come un’iniziativa nuova. In verità andando a fondo alla vostra storia vera, si può scoprire che esso affonda le radici nella storia del movimento cattolico”. Parole belle, forti, di riconoscimento pieno di una tradizione e di una storia che venivano da lontano, e per difendere le quali gli uomini e le donne del Mcl avevano pagato un caro prezzo in termini di sofferenza, umiliazioni, emarginazione. Giovanni Paolo II è stato attento anche ai dettagli, alle piccole cose, alle minuzie della nostra piccola storia che, se non ha cambiato i destini dell’umanità, ha sicuramente cambiato quelli di tanti dirigenti e militanti e semplici iscritti che anni prima erano stati protagonisti di scelte personali dolorose, pur di difendere la coerenza della propria fede e del proprio impegno sociale in nome dell’appartenenza alla Chiesa.

       Un Papa talmente attento che esattamente dieci anni dopo, in occasione del ventennale del Movimento, volle riprendere quel tema e disse testualmente: “dieci anni fa in analoga circostanza vi dicevo che compito di un movimento come il vostro innanzitutto quello di essere testimoni di Cristo nel mondo del lavoro. Si tratta di un compito ecclesiale, in cui tutta la comunità cristiana deve sentirsi impegnata, ma in modo particolare i lavoratori che sono animati dalla fede cristiana. Guardando agli anni trascorsi, sono lieto di constatare che a tale consegna siete rimasti fedeli. Il vostro Movimento infatti ha proseguito con entusiasmo ed ardore evangelico il suo itinerario apostolico in Italia e in Europa; ha pure intrapreso nuove iniziative in alcuni paesi dell’est europeo e in America. Ed ora è vostro impegno e ferma determinazione andare avanti con generosità, dedicando all’associazione, nel tempo libero, il meglio delle vostre energie.

       Così agendo vi rendete benemeriti di una testimonianza davvero significativa in un periodo storico complesso e tormentato come quello che stiamo vivendo. Il nostro tempo è in effetti segnato da un corrosivo processo di dissolvimento dei valori umani fondamentali. Di fronte a tale minaccia, i cristiani sono chiamati a impegnarsi personalmente e in forma comunitaria, unendo i loro sforzi nell’annuncio del angelo e nell’applicazione alla vita della dottrina sociale della Chiesa”. Ancora più belle le parole di commiato: “la Chiesa vi è grata dell’apporto apostolico che prestate alla sua missione nel mondo, ed attende ancora molto da voi, nella non facile fase storica che stiamo attraversando. Siate fedeli fino in fondo all’ispirazione cristiana e all’ecclesialità del vostro movimento”.

       Queste parole oggi sono per noi un’eredità importante, e anche la traccia di un cammino per il futuro, un cammino che intendiamo proseguire in compagnia del nuovo Papa Benedetto XVI e nella assoluta fedeltà, ieri come oggi, alla Chiesa.


Francesco Gerace

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