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  Verso il Congresso

Data di pubblicazione: Martedì, 3 Maggio 2005

TRAGUARDI SOCIALI / n.15 Marzo / Aprile 2005 :: Verso il Congresso

Un appuntamento per la continuità di una svolta

UN APPUNTAMENTO PER LA CONTINUITA' DI UNA SVOLTA
VERSO IL CONGRESSO



       Il precedente Congresso del nostro Movimento ha segnato una svolta nella continuità di una storia. Ciò, a mio modesto parere, è un dato inconfutabile, se si prescinde da qualsiasi giudizio in merito: la valutazione sulle conseguenze di tale svolta può essere positiva o negativa, ma è fuor di dubbio che, comunque, essa ci sia stata. Se è vero che l’agire umano caratterizza tutti i processi storici, non possiamo abbandonarci alla fatalità della storia: lo storicismo di marxiana memoria non ci appartiene. Ciò vale per le singole persone e per i ‘gruppi’, così come vale per i ‘grandi sistemi’. Allora, se tutto   ciò è vero, dobbiamo, certamente con umiltà, ma anche con molto coraggio, avviarci verso il X Congresso nazionale, con la consapevolezza di aver svolto, in questi quattro anni, un intenso lavoro nei diversi settori della vita sociale e politica del nostro Paese, con l’ambizione (che è il nostro sogno) di contribuire a costruire un pezzo di storia nel segno dei tempi.

       La profonda convinzione di essere un Movimento ecclesiale di testimonianza evangelica, ci ha spinto ad operare nello specifico campo del nostro impegno (il mondo del lavoro) con la coscienza di adempiere ad una specifica missione. La capillare ramificazione del nostro Movimento e degli enti di servizio ci ha consentito non solo di dare risposte adeguate a bisogni concreti, ma anche di riflettere sulla reale situazione del nostro Paese, sollecitando adeguate politiche economico-sociali nei confronti dei ‘soggetti più deboli’. L'esperienza maturata sul campo ci ha permesso di elaborare un progetto di società fortemente ancorato ai valori scaturenti dalla dottrina sociale della Chiesa e dagli insegnamenti del suo Magistero. Oggi, più che mai, siamo convinti che occorra ribadire la centralità dell'uomo ed il primato del lavoro, se non vogliamo smarrire il senso autentico dell'esistenza (comunque la si voglia intendere: in senso laico o religioso).

       I congressi provinciali e regionali, che andremo a celebrare, dovranno rappresentare momenti importanti per tutto il Movimento, per rafforzare in tutti i nostri associati la fede nell'impegno e l'orgoglio dell’appartenenza. Quella fede e quell'impegno che ci permetteranno di continuare ad andare avanti, senza mai dubitare della necessità del nostro apporto per contribuire a costruire un pezzo di storia nella Verità: quella Verità che ci renderà liberi dai forti condizionamenti di una cultura secolarizzata che, idolatrando il nostro ego, schiavizza anche il nostro impegno. Da qui l’esigenza di una continua e concreta esperienza di Fede (uti singuli et uti universi) nelle e con le comunità ecclesiali locali. Solo se il nostro impegno politico e sociale sarà preceduto da una continua esperienza di fede, esso potrà diventare un fatto di libertà. Per questo, è necessario un forte collegamento tra il nostro Movimento e le parrocchie. Ancora una volta, voglio ricordare, a me stesso ed a tutti noi, che l'economia, la politica, lo Stato, sono solo strumenti che attengono ai mezzi e mai ai fini e che la scienza dell'economia, l'arte della politica e le diverse forme di Stato devono sempre servire l'uomo e non viceversa. Forti di questa convinzione, ci siamo sforzati di entrare con passione dentro i problemi, cercando di coinvolgere tutti e, in modo particolare, coloro che dovranno prendere il nostro testimone: i giovani. Ci siamo riusciti? Prima di rispondere a questo interrogativo, penso che occorra avviare una approfondita riflessione a tutti i livelli. Forse il nostro approccio è stato troppo moralistico e paternalistico; forse la nostra testimonianza è stata farisaica; forse il nostro impegno è stato percepito come uno strumento più per apparire che per essere; forse abbiamo adottato strumenti vecchi per un mondo giovane. Insomma, dobbiamo profondamente riflettere sulla questione ‘giovani’ senza alcuna paura di fare autocritica. Se i giovani MCL sono il futuro del nostro Movimento, dobbiamo concentrare la nostra attenzione su questa vitale componente associativa, senza ipocrisia, testimoniando con la nostra vita un impegno di servizio.

       La nostra democrazia ha bisogno di essere riempita di contenuti, riconoscendo il diritto delle persone, dei gruppi, delle formazioni sociali, di esprimersi e di partecipare alla scelte politiche. La soggettività politica, che noi rivendichiamo per tutto l’associazionismo, si fonda sulla rappresentanza sociale che ognuno di noi esprime. La politica ha bisogno di recuperare i contenuti ‘valoriali’, per dare senso e significato all'impegno, motivandolo nella prospettiva storica di una società ideale, caratterizzata da un nuovo umanesimo. Il diritto alla vita, alla salute, al lavoro, alla giustizia, all'istruzione, ecc., si afferma attraverso la politica. Per questo riteniamo naturale associare alla tradizionale attività dei nostri servizi anche l'impegno politico, per affermare i valori radicati nella coscienza di ogni essere umano, senza con ciò volere imporre “una prospettiva di fede ai non credenti”.

       Sono, questi, alcuni aspetti di un impegno associativo che ha caratterizzato una presenza, in un certo senso originale, riempiendo di contenuti valoriali scelte strategiche; ma tale presenza forse è stata percepita solo dagli ‘addetti ai lavori’. Le analisi culturali sono, però, uno strumento di autocompiacimento fine a se stesso, se non sono accompagnate da azioni che incidono concretamente anche sugli strumenti operativi. Dal precedente Congresso, dopo un'accurata riflessione sulla struttura organizzativa del nostro Movimento, abbiamo iniziato un percorso di totale revisione di tutti quei meccanismi, ormai obsoleti, che regolavano e regolamentavano la nostra vita interna in tutte le sue articolazioni. Abbiamo cercato di delineare meglio gli aspetti strutturali di un Movimento che aspirava ad essere un Movimento moderno, snello e dinamico, in un quadro di riferimenti ideali caratterizzato da una precisa identità e da una maggiore chiarezza delle ragioni della sua esistenza. Per quanto riguarda i servizi, non pochi sono stati gli interventi per far maturare la consapevolezza della necessità di lavorare insieme per crescere tutti. Non più, quindi, compartimenti stagni, orti ed orticelli vari: un Presidente provinciale, regionale o nazionale ‘conta’ nella misura in cui ha una base associativa fortemente motivata e qualificata. Il tutto, nel contesto di un Movimento ecclesiale che vuole assolvere alla sua specifica missione evangelizzatrice attraverso la carità della Politica. In questo contesto ideale, ci siamo sforzati di intervenire con intelligente ponderatezza, ma con convinta determinazione, nel pieno rispetto della autonomia di tutti gli organi ai vari livelli e con il necessario ed indispensabile coinvolgimento dei dirigenti locali, che sono e saranno sempre (considerata la forte articolazione federativa del nostro Movimento) i diretti rappresentanti della base associativa.

       Lavorare tutti insieme, ognuno nel proprio ambito, ognuno con le proprie competenze e, in particolar modo, con le proprie professionalità; ognuno con il proprio slancio ideale, con la propria passione, la propria fede nella certezza che faremo certamente un servizio alla Chiesa, alla Società, allo Stato, promuovendo e rafforzando quella cultura del lavoro che per noi è e resterà sempre lo strumento più importante attraverso il quale si afferma l'uomo lavoratore nella sua dimensione esistenziale.

       Su questi temi, appena accennati per ragioni di spazio, la nostra base associativa è chiamata a confrontarsi nelle sedi congressuali, per preparare un Congresso nazionale, capace di motivare profondamente la futura ‘classe’ dirigente del nostro Movimento.


Giuseppe Martino

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