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  La verità non si vota a maggioranza

Data di pubblicazione: Martedì, 27 Dicembre 2022

TRAGUARDI SOCIALI / n.109 Dicembre 2022 :: La verità non si vota a maggioranza

Pagine di storia MCL

Il vento del “68 soffiò forte nell’annuale convegno di studio delle ACLI a Vallombrosa dell’autunno del 1969, quando il gruppo dirigente di quell’Associazione con a capo Livio Labor propose “la scelta socialista” e poi la trasformazione in partito.
Quelle decisioni decretavano il cambiamento della natura delle ACLI, costituite nel 1945 per espressa volontà di Papa Pio XII con la missione di testimoniare la “Dottrina Sociale Cristiana” nel mondo del lavoro. Alla fine degli anni “60 erano al massimo storico di presenza sociale, pur essendosi svenate per la costituzione della CISL nel 1948. Ora, la modifica dello Statuto e la costituzione dell’ACPOL (Associazione Culturale e Politica) e del nuovo partito M.P.L. (Movimento Politico dei Lavoratori) preludevano all’esaurimento della esperienza di quella prestigiosa Associazione.
Nel giugno del 1971 Paolo VI parlò di “dramma delle ACLI”, ritirò gli assistenti ecclesiastici e di fatto incoraggiò la scissione. Da tempo era diventata impossibile la permanenza dei dissidenti in una Associazione dove non c’era spazio per la normale dialettica democratica perché l’opposizione veniva messa a tacere con un susseguirsi di “commissariamenti” dei Consigli Provinciali in tutta Italia. I contrari alla linea della maggioranza venivano espulsi ed erano costretti a costituire Associazioni autonome. Perciò si costituirono la FederACLI nel nord Italia, il MoCLI al centro-sud, il M.C.L. a Messina. Poi, il 6-7-8 Dicembre 1972, nell’Istituto Augustinianum della Città del Vaticano, la confluenza di quelle Associazioni diede vita all’Assemblea Costituente del Movimento Cristiano Lavoratori.
Le condizioni di partenza della nuova Associazione furono difficilissime: senza risorse e senza “Servizi”, sotto il fuoco di una gogna mediatica che bollava la scissione fatta a sostegno della Democrazia Cristiana, nel clima sociale, politico veramente ostile degli anni ‘70, con la struttura organizzativa e dei Servizi dell’associazione madre rimasta integra, e - per colmo - con vasti settori della Chiesa che manifestavano aperta ostilità. Si pensi che lo stesso Paolo VI, nonostante le reiterate richieste, concesse la prima udienza dopo molti anni dalla costituzione del M.C.L. e solo in quella occasione domandò al Presidente Nazionale Olini: “quanti siete? Dove avete la sede?” Ma aggiunse subito: “non importa; purché ci siate”.
Resta il conforto che la storia ha dato ragione ad una minoranza che ha fatto una scelta di campo a sostegno della Dottrina Sociale Cristiana, restando fedele alla Chiesa, alla Democrazia e al Movimento dei Lavoratori. Chi scrive ricorda ancora, a distanza di tanto tempo, l’amarezza per il trattamento subito insieme al dolore per la separazione con gli amici di una vita e si sente autorizzato a scongiurare tutti a non ripetere nel nostro caro M.C.L. una simile esperienza, distruttiva per chi la fa e per chi la subisce.

Nino Romano
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