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  I progetti Mcl vanno avanti

Data di pubblicazione: Sabato, 25 Novembre 2006

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TRAGUARDI SOCIALI / n.23 Novembre / Dicembre 2006 :: I progetti Mcl vanno avanti

Un ponte fra due generazioni


I progetti Mcl vanno avanti


UN PONTE FRA DUE GENERAZIONI


       I progetti co-finanziati dal Movimento Cristiano Lavoratori e dal Ministero della Solidarietà Sociale, realizzati ai sensi della L. 383/00 art. 2 lett. D ed F, annualità 2004, dal titolo “Raccontando….” ed “MCL on Line” stanno volgendo al termine.

       In questa fase si stanno tirando le somme di un anno vissuto a selezionare informazioni, ad incontrare persone e raccogliere sollecitazioni; la successiva elaborazione di questi percorsi ha dato una risposta univoca ed inequivocabile, un segnale di un forte e sentito di disagio fra gli anziani ed i giovani coinvolti: in una parola la voglia di affermare il principio e le funzioni della sussidiarietà sociale.

       La sussidiarietà infatti, è sentita dai soggetti coinvolti prima ancora che come un principio organizzativo della società come un bisogno antropologico, in virtù del quale il fulcro dell’ordinamento giuridico e sociale è la persona umana, intesa come individuo e legame relazionale. Questa esigenza sposa la definizione che la dottrina sociale della Chiesa dà della sussidiarietà, che troviamo per la prima volta abbozzata nell'enciclica Rerum Novarum (1891) di Papa Leone XIII e formulata in maniera più esplicita nell'enciclica Quadragesimo Anno (1931) di Pio XI, dove vengono sottolineati il ruolo della famiglia e dei corpi intermedi in tutti i settori della società.

       La richiesta di fondo, o meglio l’esigenza maggiormente rappresentata, è dunque che lo Stato debba fare in modo che i singoli e i gruppi possano impegnare la propria creatività, iniziativa e responsabilità, impostando ogni ambito della propria vita; in questo modo si uniscono assieme libertà, democrazia e responsabilità, sia personale che collettiva. La sussidiarietà è stata un’esperienza fortemente collettivizzante, che ha permesso agli anziani la trasmissione dei saperi ai giovani, permettendo a questi di andare oltre i cosiddetti saperi minimi verso cui spesso le università si orientano, e questo è avvenuto sulla base della reciprocità; ogni offerta ha presupposto una domanda e ogni domanda è accompagnata da una offerta, a breve o a più lungo termine.

       Il tutto partendo dalla consapevolezza che ogni persona è indispensabile e che nessun sapere può essere perduto. Così organizzate, le reti attivate, con l’ausilio del progetto “MCL on Line” hanno permesso alle persone di incontrarsi (anche se virtualmente) per scambiare saperi di uomini e donne di ogni età, di origini sociali ed etniche diverse, siano essi sani o malati, occupati o disoccupati.

       Su tutti un risultato registrato è stata la consapevolezza che con lo scambio dei saperi si possono eliminare sentimenti profondamente radicati d'incapacità e di inadeguatezza di fronte alle conoscenze, e porsi nella condizione di trasmettere agli altri ciò che si sa.

       In questo modo non si è più conosciuti solamente sulla base dei bisogni che ciascuno esprime (come tipicamente avviene per anziani o malati), delle carenze e delle difficoltà, ma per le risorse di cui ognuno è portatore: saperi, esperienze, capacità di entrare in relazione con altri, capacità di trasformarsi e di trasformare la realtà circostante (cose che vivono ed operano in noi a prescindere dalla condizione fisica o dell’età).

       Le reti di scambio dei saperi hanno facilitato relazioni sociali fondate sulla dignità di ciascuno, sulla consapevolezza della propria utilità sociale, sul fatto che ciascuno può rappresentare una risorsa per la società tutta.

       Se ogni persona, chiunque essa sia, rappresenta un valore, e se questo "esser valore" non è riconosciuto in primo luogo dalla persona stessa, occorre operare in modo da superare le incertezze e le paure. Così il lavoro della rete ha permesso di restituire alle persone, collettivamente o individualmente, il valore perduto. Vedere valorizzati i propri saperi ha significato per molti soggetti anche trovare o ritrovare il gusto della responsabilità, riacquistare stima di sé, riappropriarsi della parola. Ed è sicuramente stata occasione di moltiplicazione e diversificazione di esperienze fortemente valorizzanti.


Stefano Ceci

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