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  A Verona i cattolici rilanciano la speranza

Data di pubblicazione: Martedì, 12 Dicembre 2006

TRAGUARDI SOCIALI / n.23 Novembre / Dicembre 2006 :: A Verona i cattolici rilanciano la speranza

Speciale: IV Convegno Ecclesiale Nazionale


Speciale IV Convegno Ecclesiale Nazionale


A VERONA I CATTOLICI RILANCIANO LA SPERANZA


       A Verona dal 16 al 20 ottobre si è svolto il IV Convegno Ecclesiale Nazionale della Chiesa Cattolica “Testimoni di Gesù Risorto, Speranza del mondo” al quale hanno partecipato 2700 partecipanti, provenienti dalle diocesi italiane, dai movimenti, dal mondo dell’associazionismo – per il Movimento Cristiano Lavoratori hanno partecipato il Presidente Carlo Costalli, il Segretario generale Antonio Inchingoli, l’Assistente spirituale mons. Francesco Rosso e Giovanni Gut, come segretario di un gruppo sul tema “il lavoro e la festa”. In quei giorni è stato possibile incontrare le varie realtà della Chiesa italiana negli stands del quartiere fieristico (tra i quali quello del Mcl) e partecipare ai numerosi momenti di preghiera ed eventi culturali sparsi nelle chiese della città scaligera. Il Convegno, che ha registrato un’importante copertura mediatica a testimonianza di quanto interesse ci sia nel nostro Paese ad ascoltare la voce della Chiesa, è stato onorato dalla visita del Santo Padre del 19 ottobre, che successivamente ha incontrato tutta la città.

       I partecipanti sono stati accolti, in un ideale abbraccio, dalle immagini dei Santi italiani nel suggestivo scenario dell’Arena di Verona. Il desiderio di mettere in primo piano, anche visivamente, le figure dei Santi ha risposto alla domanda che viene dal mondo di esempi incarnati, concreti, di testimonianza della speranza della Risurrezione. La cerimonia di apertura è stata presieduta da mons. Flavio Roberto Carraro, vescovo di Verona, mentre il sindaco di Verona, Paolo Zanotto, ha portato i saluti della città. Il card. Dionigi Tettamanzi – arcivescovo di Milano e Presidente del Comitato preparatorio del Convegno – , con la sua prolusione ha introdotto il tema dell’incontro. La serata si è degnamente conclusa con il concerto dell’orchestra e del coro dell’ Arena di Verona, che ha manifestato il caldo benvenuto della città ai delegati. Il giorno successivo, dopo la preghiera di mons. Benigno Luigi Papa, arcivescovo di Taranto, e la toccante riflessione spirituale di don Franco Mosconi. Il Convegno è proseguito con una serie di interventi che hanno disegnato il quadro generale: l’orizzonte teologico-pastorale è stato esposto da don Franco Giulio Brambilla – preside della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale –, mentre le prospettive pastorali, culturali e sociali sono state affrontate rispettivamente da Paola Bignardi, dal prof. Lorenzo Ornaghi e da Savino Pezzotta. Le loro appassionate relazioni hanno fatto emergere la dimensione della speranza in ogni aspetto della vita personale, comunitaria e sociale. Difatti la speranza che i cristiani testimoniano risponde alle inquietudini dell’uomo, particolarmente in quest’epoca che sembra segnata da una generale incertezza. Per poter affrontare in modo approfondito le declinazioni della speranza, il lavoro del Convegno è stato suddiviso in più ambiti, senza per questo rinunciare al carattere di unità che il tema stesso richiede. Gli argomenti trattati sono stati cinque: la vita affettiva; il lavoro e la festa; la fragilità umana; la tradizione; la cittadinanza. I lavori dei gruppi, introdotti dagli interventi dei rispettivi relatori, hanno costituito la base delle discussioni dei sottogruppi e sono serviti come traccia ai delegati. Altrettanto importante è stata la sintesi dei contributi che le diocesi italiane hanno fatto pervenire prima del Convegno. Il lavoro dei vari sottogruppi è stato poi sintetizzato e presentato nella giornata finale dai relatori che hanno illustrato quanto emerso. Quest’opera di confronto e di elaborazione ha segnato la parte centrale del Convegno che ha visto dei momenti altrettanto significativi nell’incontro con esponenti della cultura europea – Andrea Riccardi, Margaret Archer, Michel Camdessus, Jan Figel – e nella preghiera ecumenica, presieduta da mons. Vincenzo Paglia – presidente della Commissione Episcopale per l’ecumenismo – e da rappresentanti della Chiesa Greco ortodossa, della Chiesa Evangelica in Italia e con un saluto del presidente dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia prof. Giuseppe Laras.

       Per quanto concerne l’ambito del lavoro e della festa è emersa l’esigenza di porre maggiore attenzione a questi temi. A una Dottrina Sociale profonda e ben articolata non corrisponde un’altrettanto incisiva pastorale che sappia essere di aiuto ai fedeli che testimoniano la speranza nel mondo del lavoro. Ma il messaggio che i delegati hanno dato non ha avuto un tono pessimistico, perché la realtà non è segnata solo dalle oggettive difficoltà del mercato del lavoro, che coinvolgono anche il modo di vivere la festa, ma pure da una maggiore consapevolezza di dover garantire la dignità umana nel lavoro, dal desiderio di sviluppare le potenzialità e i talenti di ciascuno nella dimensione lavorativa. Così la Chiesa deve valorizzare le varie esperienze dei laici nel mondo del lavoro e continuare a rispondere alla domanda di speranza che il mondo le rivolge.

       Il Convegno Ecclesiale ha vissuto il suo momento apicale giovedì, con l’arrivo del Santo Padre nella diocesi di San Zeno. Chi era a Verona in quei giorni si è reso conto dell’affettuosa e premurosa accoglienza riservata ai delegati, ma anche del clima di trepidante attesa per la visita di Benedetto XVI. Il caloroso abbraccio riservato dalla platea al successore di Pietro rispecchia l’unità della Chiesa, unità più volte sottolineata dai numerosi applausi che hanno interrotto il discorso del Pontefice – di cui riportiamo ampi stralci. La visita del Santo Padre è continuata allo stadio Bentegodi dove ha celebrato la Santa Messa per i fedeli provenienti da tutta Italia.

       Il Convegno Ecclesiale è stato chiuso dalla relazione finale del card. Camillo Ruini, presidente della CEI, che ha sottolineato come il discorso del Santo Padre sia “la piattaforma fondamentale per la vita e la testimonianza delle nostre Chiese nei prossimi anni, avendoci indicato con la profondità e la chiarezza che gli sono proprie ‘quel che appare davvero importante per la presenza cristiana in Italia’ ”. Una “piattaforma” attorno alla quale si è ritrovata tutta la Chiesa italiana, e il Mcl in modo particolare, contraddistinta dal richiamo all’importanza del fattore educativo nella vita della persona, della questione antropologica, della tutela della vita, della famiglia fondata sul matrimonio, e dall’appello ai cattolici, nel rispetto della loro scelte, ad operare nella vita sociale e politica in difesa di questi valori.


Giovanni Gut


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