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  A Milano una due giorni organizzata da Mcl e Adapt

Data di pubblicazione: Lunedì, 4 Dicembre 2006

TRAGUARDI SOCIALI / n.23 Novembre / Dicembre 2006 :: A Milano una due giorni organizzata da Mcl e Adapt

Finanziaria, flessibilita’ e classismo nel mercato lavoro


A Milano una due giorni organizzata da Mcl e Adapt


FINANZIARIA, FLESSIBILITA' E CLASSISMO NEL MERCATO DEL LAVORO


       Quale futuro per le politiche del lavoro alla luce delle prime indicazioni di politica economica e fiscale del governo? Questo il tema centrale della due giorni di dibattito tenutosi a Milano il 6 e 7 ottobre, con la partecipazione di economisti, sindacalisti, esperti di diritto del lavoro. Il seminario internazionale, promosso dal Mcl e dall’Adapt (Associazione per gli studi internazionali e comparati sul diritto del lavoro), è stato dedicato al tema “La strategia di Lisbona tra presente e futuro – Il capitale umano nel nuovo mercato del lavoro”.

       “Le politiche governative - ha detto il presidente del Mcl, Carlo Costalli, aprendo la manifestazione -dovranno tener conto dei passi avanti che le politiche del lavoro hanno compiuto in questi anni e delle tante opportunità occupazionali che ne sono scaturite, che non devono essere ora vanificate da inutili e pericolosi irrigidimenti delle norme che regolano l’accesso al lavoro’’.

       Guardando a uno scenario europeo, Costalli ha ricordato che “La strategia di Lisbona ha l’ambizioso obiettivo di fare dell’Europa l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, con nuovi posti di lavoro e più coesione sociale. Per il Mcl la democrazia economica appare sempre più come il naturale esito della democrazia politica: senza la prima anche la seconda diventa asfittica. Il successo dell’organizzazione competitiva globale non viene solo dalla riduzione dei costi, ma molto dalla flessibilità e dal coinvolgimento”.

       Secondo Costalli “La strada da percorrere è lunga ma, come la globalizzazione, irreversibile. L’emancipazione e la tutela del lavoro non si esauriscono in buoni salari e decenti condizioni professionali, ma nella capacità di incidere sulle decisioni. Solo la miopia o la malafede impediscono che questo orizzonte si affermi, non le condizioni oggettive. E’ una sfida per il sindacato, per la sua capacità di rinnovarsi abbandonando l’antagonismo per una strategia riformista di codeterminazione o di partecipazione”.

       La due giorni di Milano ha dato l’occasione per esprimere un primo (scettico) giudizio sulla Finanziaria 2007: “Chiediamo al governo un gesto di umiltà e di realismo”, ha detto il presidente del Mcl. “Chiediamo di ridare fiducia al mondo della produzione, delle piccole imprese e dell'artigianato; il governo non insista in un messaggio punitivo e classista, usando la leva fiscale in un modo che il sistema economico e i cittadini e gli investitori non comprendono, con il solo effetto di creare paura e sfiducia e quindi penalizzare gli investimenti”.

       Secondo Costalli “il Governo dovrebbe accogliere le critiche che vengono dal mondo del lavoro e rivedere l'impianto della finanziaria, introducendo meccanismi fiscali e contributivi capaci di liberare risorse e di completare la riforma Biagi che, al di là dei suoi limiti, ha contribuito ad accrescere l'occupazione, soprattutto giovanile, dando anche un forte impulso alla stabilizzazione dei posti di lavoro”.

       Tra gli intervenuti al dibattito milanese anche il prof. Giuliano Cazzola, uno dei massimi esperti europei di welfare e del mercato del lavoro: “Il modello sociale europeo - ha detto - è come il sacro romano impero dell'età di mezzo, quando non era più sacro, né romano, né impero. Non esiste un modello sociale che possa riassumere e ricomprendere la complessità dei sistemi europei, molto differenti fra loro e generalmente insostenibili sul piano economico e non equi sul piano sociale. L'Ue - ha sottolineato Cazzola - vive al di sopra delle sue possibilità e non è in grado di adeguare le sue politiche alle esigenze della competitività e della modernizzazione. Per sbloccare la situazione è necessaria non meno, ma più Europa, bisogna che si superino i limiti del metodo del coordinamento aperto, per consegnare all'Ue una governance multinazionale. Occorre cioè una Maastricht per lo stato sociale”.

       “La riforma del mercato del lavoro introdotta dalla legge Biagi non ha alternative credibili”: questa la convinzione di Michele Tiraboschi, presidente Adapt e a suo tempo stretto collaboratore del compianto prof. Marco Biagi ucciso dalle Brigate Rosse. “Il Paese ha urgente bisogno di rilanciare i livelli occupazionali, di uscire dalle sabbie mobili del mercato nero, di dare più incisività e dinamismo all’economia, più tutele al lavoro femminile e giovanile. Per raggiungere tali obiettivi, ambiziosi rispetto alla situazione attuale ma minimi per rimanere agganciati ai parametri internazionali dei Paesi più sviluppati, occorre investire risorse importanti sul capitale umano: in tal senso la Biagi rappresenta l’unica risposta possibile, e per questo va difesa con coraggio fino in fondo”.

       Tiraboschi, che nel suo intervento si è soffermato sui cosiddetti ‘sportelli Marco Biagi’, “un esperimento pilota lanciato per ora solo a Milano che si spera presto di estendere anche nel resto del Paese”, non ha nascosto qualche perplessità per l’atteggiamento del Governo: “c’è da essere preoccupati ha detto - visto che si sta discutendo se tornare indietro di 50 anni: è innegabile che una parte del Governo guardi in modo allarmante all’indietro. E tuttavia, anche se la riforma Biagi dovesse essere stravolta nelle sue linee guida, o addirittura cancellata, essa prima o poi finirebbe col tornare in vita, magari anche tra dieci anni, perché è l’unica via d’uscita per rilanciare il nostro mercato del lavoro”.

       Il Segretario della Cisl Raffaele Bonanni, intervenuto con un messaggio, ha sostenuto che “Il primo obiettivo rimane il lavoro. In secondo luogo dobbiamo estendere il ruolo attivo dei lavoratori, sia con la contrattazione, sia con la partecipazione a tutti i livelli di decisione del sistema produttivo. In terzo luogo dobbiamo riuscire a includere tutti i cittadini in una distribuzione più equa della ricchezza, lavorando a una riforma dello Stato sociale che preveda l'intervento di tutte le associazioni, in una logica di sussidiarietà, per estendere i diritti e le garanzie sul piano dei servizi, del collocamento, dell'assistenza ai più deboli, della formazione. Con questi auspici ha concluso Bonanni - mi auguro che la Cisl possa continuare a lavorare insieme al Mcl, in una rinnovata alleanza strategica, per favorire il progresso economico e sociale del nostro Paese”.

       Ai lavori hanno partecipato anche, tra gli altri, il Vicepresidente del Parlamento Europeo Mario Mauro, il Parlamentare PPE-DE Elmar Brok, il prof. Carlo Dell'Aringa docente di Economia Politica presso l'Università Cattolica di Milano, il prof. Malcolm Sargeant docente di diritto del lavoro presso la Middlesex University Business School di Londra, i giornalisti Rita Fatiguso de Il Sole24ore e Paolo Viana di Avvenire.


Fiammetta Sagliocca

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