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  E' nata la Fondazione Europa Popolare

Data di pubblicazione: Mercoledì, 13 Dicembre 2006

TRAGUARDI SOCIALI / n.23 Novembre / Dicembre 2006 :: E' nata la Fondazione Europa Popolare

E' nata la Fondazione Europa Popolare


E’ NATA LA FONDAZIONE EUROPA POPOLARE


       Si aggiunge una nuova presenza al panorama delle istituzioni culturali italiane: la Fondazione Europa Popolare. Per quale motivo aggiungere un altro ente a quelli già esistenti che promuovono convegni, organizzano seminari e danno vita a pubblicazioni, animando il dibattito culturale, politico ed economico in Italia? Perché riteniamo che nel panorama attuale manchi un soggetto che si occupi di dare voce ad una tradizione che ha rappresentato una colonna portante del pensiero democratico italiano e del processo di integrazione europea: il popolarismo che è stato di Sturzo e poi di De Gasperi in Italia, di Adenauer in Germania, di Schuman in Francia, di Spaak in Belgio. Tale tradizione, oltre ad essere una parte importante del nostro patrimonio storico e culturale, che non deve essere dimenticata ma anzi studiata ed approfondita, rappresenta una fonte ricca ed importante per affrontare le questioni ed i problemi posti dalla situazione attuale. Merita dunque di essere attualizzata, rispettandone l’ispirazione ideale ed il metodo, ma allo stesso tempo sviluppandola alla luce delle diverse condizioni storiche e dei molti mutamenti cui la società è stata sottoposta dai tempi in cui vissero i padri fondatori del popolarismo europeo.

       La Fondazione non sarà un nuovo partito del frammentato sistema politico italiano, né sarà un organo di partito. Cercherà però di parlare anche ai partiti, confrontandosi con essi sui temi più importanti per la nostra società, con l’intenzione di presentare proposte elaborate alla luce di una moderna cultura del popolarismo europeo. Tale cultura, che precede ed orienta le proposte concrete, ha quale elemento ispiratore il magistero sociale della Chiesa, punto di riferimento irrinunciabile per tutti i credenti e punto d’incontro con tutti coloro che sono convinti che il futuro della nostra società passi attraverso una maggiore libertà ed una maggiore qualità sociale. La Fondazione, infatti, proprio perché innestata su tali radici storiche e culturali, nasce con un connaturato spirito di dialogo, che mira ad un costante e qualificante rapporto di confronto e di collaborazione, anche in termini organizzativi nuovi, con le due grandi tradizioni politiche culturali del socialismo democratico e del liberalismo, nel solco della tradizione degasperiana. Il progetto della Fondazione nasce dall’idea che non sia venuta meno l’esigenza di una presenza di cattolici in politica e che essi non possano porsi come la “frazione” di centro del centro-sinistra o del centro-destra, perché portatori, seppure con tratti diversi, di una proposta culturale e politica che non può essere “diluita” in vaghe ed indistinte soluzioni. Se pure il tempo del partito di ispirazione cristiana, in senso organizzativo, appare almeno in Italia al momento tramontato, ciò non significa che la tradizione politica popolare non abbia in sé la forza di porsi come momento di elaborazione politica e culturale capace di orientare sui suoi valori e sulle sue soluzioni operative, che da tali valori scaturiscono, il percorso di forze ad oggi più magmatiche e disomogenee.

       D’altronde i popolari, se condividono il metodo fatto di saggio realismo e coraggiosa predisposizione al dialogo del riformismo storico, nato nell’alveo della tradizione socialista novecentesca e recentemente riscoperto ed ammodernato, sono però portatori di un’idea di riformismo diverso, che deve farsi notare ed apprezzare per la promozione di una maggiore autonomia della società ed avere come preoccupazione centrale la libertà della persona, che si esprime anche come libertà imprenditoriale.

       Essi si devono proporre non come portatori di un’idea “moderata” della democrazia, bensì di una concezione di essa capace di coniugare la libertà dell’individuo, anche nella sfera economica, e la solidarietà nei confronti della comunità, entrambe esigenze connaturate alla stessa natura umana. Questo significa sostenere proposte riformiste di democrazia sociale e di democrazia economica capaci di rendere possibile una profonda riforma della politica, della società, dell’economia; puntando a sviluppare e rendere concreta anche in Italia un’economia sociale di mercato. Tale visione, mettendo al riparo dai rischi di un mercato “selvaggio”, è tuttavia attenta a favorire la libera iniziativa delle persone, incoraggiare la loro creatività e valorizzare l’imprenditorialità dei cittadini, badando anzi a prendere le misure necessarie affinché essi possano far fruttare le proprie idee e capacità nell’odierno contesto economico globale, facendo crescere loro stessi e coloro che li circondano. Il fenomeno della globalizzazione dell’economia che caratterizza il nostro tempo, non è solo fonte di problemi per molte imprese italiane ed europee, ma anche un’opportunità, in quanto è una sfida che può essere vinta puntando sulle persone: su prodotti e servizi personalizzati e di qualità, realizzati grazie all’investimento in capitale umano ed in innovazione.

       L’azione della Fondazione riguarderà dunque la politica, con un’attenzione particolare alla qualità della democrazia ed al tema della partecipazione, e la sfera dell’economia, ma anche ambiti come l’educazione ed il rapporto con le altre culture, divenuto oggi così importante. Il tutto, cercando di mantenere l’unità europea come orizzonte strategico ed impegnandosi a comunicare fin da subito due punti fondamentali: il primo consiste nella necessità per i cattolici di evitare ogni tentazione di guardarsi indietro avendo in mente operazioni puramente nostalgiche che nascondono l’incapacità di affrontare il presente; il secondo è dato dall’esigenza di non confondere apertura e metodo del dialogo con la disponibilità a negoziare qualunque valore, compresi quelli che costituiscono il nocciolo stesso della visione dell’uomo che abbiamo ereditato dalla nostra tradizione, fino a giungere ad una paradossale negazione della nostra stessa identità.

       Su queste basi, la Fondazione ha già elaborato il suo manifesto e sta lavorando alle prossime iniziative. Si invitano coloro che sono interessati a quanto brevemente prospettato a seguirne le future attività ed a prendervi parte.


S.C.

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