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  Quale collante terrà unito il Governo?

Data di pubblicazione: Mercoledì, 21 Giugno 2006

TRAGUARDI SOCIALI / n.21 Giugno / Luglio 2006 :: Quale collante terrà unito il Governo?

Nei primi giorni emerge un’orchestra disarmonica


Nei primi giorni emerge un’orchestra disarmonica


QUALE COLLANTE TERRA' UNITO IL GOVERNO?


       I recenti avvenimenti elettorali e le difficoltà nell’avvio di una nuova esperienza di legislatura aprono, di fatto, una fase nella vita politica italiana certamente interessante.

       Il muro contro muro cui abbiamo assistito in questi anni, a causa delle obiettive difficoltà che si sono verificate a seguito del risultato elettorale, dovrebbe lasciare spazio al dialogo fra le coalizioni e all’interno di esse, per avviare così un processo di cambiamento nel nostro sistema politico. Non va dimenticato che è venuto meno il collante che ha tenuto in piedi la coalizione vincente, vale a dire l’obiettivo di sconfiggere l’ex primo ministro; sono state superate altresì, non senza difficoltà, le pratiche degli assetti istituzionali e non credo sia il caso di soffermarsi sulle vicende relative alla composizione del Governo. Non sono mancati, inoltre, in questi giorni, dichiarazioni in libera uscita di personaggi vecchi e nuovi della scena politica che devono farci riflettere.

       Ci avviciniamo così alle prime verifiche della coalizione chiamata ad affrontare i problemi del Paese. Non c’è bisogno di essere dei veggenti per prevedere l’esplosione di contrasti derivanti da un’alleanza tra partiti tanto eterogenei con visioni politiche e sensibilità tanto diverse, anche se non si deve trascurare il collante determinato dalla gestione del potere.

       Personalmente ho qualche dubbio sul fatto che ci troviamo con un Governo del Paese “forte, coeso e duraturo”; ad ogni modo, le previsioni sono fatte per essere smentite, staremo a vedere!

       Dopo la pausa elettorale viene rilanciato da più parti anche il dibattito sulla nascita di nuovi partiti i cui contorni al momento non si riescono a comprendere. Ebbene, ritengo che questa nuova stagione politica vada vista e vissuta guardando con attenzione questi possibili cambiamenti.

       A mio avviso un Movimento, come è oggi il nostro per consistenza e autorevolezza, non può estraniarsi da questo dibattito, anzi deve essere protagonista! Per questo auspico una profonda riflessione e una vivace dialettica al nostro interno per definire i comportamenti, le linee e i contributi, affinché il nostro patrimonio di valori, sensibilità e passione possa essere utile per contribuire a realizzare un sistema politico partecipato e democratico con la nascita di partiti alla cui base ci siano riferimenti culturali e valoriali certi. Il nostro contributo deve essere finalizzato a realizzare un cambiamento che vada nel segno del privilegiare un’uniformità nelle forze politiche, la cui nascita deve verificarsi con basi ideali e contenuti omogenei e condivisi, in luogo di contenitori in grado di ricomprendere ogni cosa.

       Da anni abbiamo stretto solidi rapporti con il Partito Popolare Europeo, nell’ambito del quale rivestiamo anche un ruolo rilevante, istituzionale e propositivo, nell’organizzazione dei lavoratori europei: il Ppe è stato sempre il nostro riferimento, ma lo è stato ancor di più, in particolare, nella stagione della scomposizione e della frammentazione dei democratici cristiani in Italia.

       A mio avviso non è più differibile la nascita in Italia di un partito che recuperi le diverse espressioni tuttora esistenti, aperto a quanti ne possono essere attratti, comprese le componenti sociali. Un partito che sia vivo, partecipato, democratico, moderno, che ispiri la propria azione alla dottrina sociale della Chiesa e che si collochi nella grande famiglia del popolarismo europeo e nella tradizione dei padri fondatori dell’Europa. In questa direzione, sono certo, si devono indirizzare i nostri sforzi per contribuire a costruire questo soggetto politico con alla base gli stessi valori e la medesima visione della società del nostro Movimento.


Antonio Di Matteo

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