La falsa partenza del Governo
UN RITORNO AL PASSATO?
Dopo 40 giorni dalle elezioni è arrivato il Governo Prodi. Nasce tra tante polemiche e dichiarazioni contraddittorie: dai Pacs alla legge Biagi, dalla presenza italiana in Iraq allo Stretto di Messina. Il Governo lo si giudicherà non dalle dichiarazioni programmatiche, che non ci hanno entusiasmato, o dalle tante (troppe) dichiarazioni alla stampa, ma dalle prime scelte concrete, dove si misurerà la reale tenuta dell’esigua maggioranza. E lo faremo in completa autonomia.
Tuttavia qualcosa di concreto è già avvenuto e non ci piace, né sembra un granché riformista. La falsa partenza è, per esempio, lo spacchettamento del Ministero del Welfare in tre diversi ministeri, con una divisione delle competenze tra lavoro e previdenza sociale, solidarietà e famiglia. Un salto indietro sul piano politico e culturale: il non capire la necessità di un approccio sistemico, unitario, al mercato del lavoro. Invece si torna a separare l’impiego fisso da quello precario, il posto dal lavoro, gli addetti con contratto a tempo indeterminato (quelli che stanno nei ruolini dell’Inps) e gli altri; una visione statalista e conservatrice, propria delle sinistre.
Un vero paradosso riguarda poi l’immigrazione per la quale diventa competente il Ministero della Solidarietà sociale. E’ sbagliato: non è una questione di solidarietà. Il flusso di manodopera straniera è una componente organica, strutturale, del moderno mercato del lavoro. Non stiamo parlando di figure marginali da assistere, ma di lavoratori da integrare; non di cronici disoccupati ai quali dare un piatto di minestra, ma operai, impiegati, tecnici, ai quali dare un salario e i contributi.
Ci preoccupano questi irrigidimenti (accompagnati alle ‘minacce’ sulla legge Biagi, accusata di aver provocato una “inaccettabile precarietà”), che hanno tutto il sapore di un arroccamento su posizioni preconcette, di un salto indietro rispetto alle tendenze prevalenti nell’Unione Europea, che ha iniziato a introdurre innovazioni e riforme fondamentali in questo campo.
Altra fonte di grandi preoccupazioni sono le continue polemiche (ci si è messo, in modo a dir poco inopportuno, anche il Presidente della Camera Bertinotti), e le proposte di legge già presentate sui temi della vita e della famiglia.
Sono preoccupazioni che non possiamo non avere, specialmente noi cattolici, che ci troviamo a vivere in una società sempre più lontana da quei valori e da quei principi che, infaticabilmente, anche Papa Benedetto XVI, così come prima Papa Giovanni Paolo II, cerca di ricordarci costantemente.
Non a caso mai come oggi si ritiene un’interferenza o si giudica addirittura illiberale ogni giudizio del Papa: tutti oggi parlano, solo la Chiesa deve tacere!
La difesa della vita dal suo concepimento al suo termine naturale, la famiglia fondata sul matrimonio, la possibilità per i genitori di scegliere liberamente l’educazione per i propri figli: valori e principi che il Papa ha definito “non trattabili” per il cristiano che voglia dirsi tale; anche se ha votato il centro-sinistra per ‘antipatia’ verso Berlusconi… adesso è bene che inizi, se è coerente, anche lui a preoccuparsi.
Su questi temi, come sempre, vigileremo attentamente e saremo inflessibili sia nei confronti dei singoli eletti che delle parti politiche, tenendo ben presenti le tante promesse fatte in campagna elettorale.
Carlo Costalli