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  Il Papa al Ppe

Data di pubblicazione: Giovedì, 22 Giugno 2006

TRAGUARDI SOCIALI / n.21 Giugno / Luglio 2006 :: Il Papa al Ppe

Il testo integrale del discorso pronunciato da Benedetto XVI


IL TESTO INTEGRALE DEL DISCORSO PRONUNCIATO DA PAPA BENEDETTO XVI AL CONGRESSO DEL PPE


         Onorevoli parlamentari, distinti signore e signori, ho il piacere di ricevervi in occasione delle Giornate di Studio sull’Europa, organizzate dal vostro Gruppo parlamentare. I Pontefici romani hanno sempre rivolto particolare attenzione a questo continente; l’udienza di oggi è un esempio emblematico, e si colloca nella lunga serie di incontri tra i miei predecessori e i movimenti politici d’ispirazione cristiana. Ringrazio l’onorevole Pöttering per le parole che mi ha rivolto a nome di tutti voi, ed estendo a lui e a tutti voi i miei cordiali saluti.

       Attualmente l’Europa si trova ad affrontare complesse questioni di massima importanza, quali la crescita e lo sviluppo dell’integrazione europea, la definizione sempre più precisa di politica di vicinato all’interno dell’Unione e il dibattito sul suo modello sociale. Al fine di raggiungere tali obiettivi sarà importante trarre ispirazione, con fedeltà creativa, dall’eredità cristiana che ha dato un contributo così speciale a forgiare l’identità di questo continente.

       Riconoscendo il valore delle proprie radici cristiane, l’Europa riuscirà a dare una direzione certa alle scelte dei cittadini e dei popoli, rafforzerà la loro consapevolezza di appartenere a una comune civiltà e alimenterà l’impegno di tutti ad affrontare le sfide del presente per un migliore futuro.

       Apprezzo pertanto il riconoscimento da parte del vostro gruppo dell’eredità cristiana dell’Europa, che offre valide linee guida etiche nella ricerca di un modello sociale che risponda adeguatamente alle esigenze di un’economia già globalizzata e alle sfide demografiche, assicurando crescita e occupazione, protezione della famiglia, pari opportunità di educazione ai giovani e sollecitudine verso i poveri.

       Il vostro sostegno all’eredità cristiana, inoltre, può contribuire in maniera significativa alla sconfitta di una cultura oggi piuttosto diffusa in Europa, che relega alla sfera privata e soggettiva la manifestazione dei propri convincimenti religiosi. Politiche costruite su queste fondamenta non solo comportano il ripudio del ruolo pubblico del cristianesimo; più generalmente, escludono di confrontarsi con la tradizione religiosa dell’Europa, che è così chiara, nonostante le sue diverse confessioni, minacciando così la stessa democrazia, la cui forza dipende dai valori che essa promuove (cfr. Evangelium Vitae, 70). Dato che tale tradizione, in particolare in quella che potremmo chiamare la sua unità polifonica, convoglia valori fondamentali per il bene della società, l’Unione Europea può solo uscire arricchita dal confronto. Sarebbe un segno di immaturità, se non addirittura di debolezza, scegliere di opporsi ad essa o ignorarla, invece di accettare il dialogo.

       In questo contesto bisogna riconoscere che una certa intransigenza laica si mostra nemica della tolleranza e di una sana visione laica dello stato e della società. Mi fa piacere, quindi, che il trattato costituzionale dell’Unione europea preveda un rapporto strutturato e continuativo con le comunità religiose, riconoscendo la loro identità e il loro specifico contributo. In particolare guardo con fiducia al fatto che l’effettiva e corretta attuazione di tale rapporto cominci ora, con la collaborazione di tutti i movimenti politici indipendentemente dalla collocazione dei partiti. Non si deve dimenticare che, quando le chiese o le comunità ecclesiali intervengono nel dibattito pubblico, esprimendo riserve o richiamando vari principi, ciò non costituisce una forma di intolleranza o un’interferenza, poiché tali interventi sono diretti solo a illuminare le coscienze, mettendole in grado di agire liberamente e responsabilmente, secondo le vere esigenze di giustizia, anche quando dovessero trovarsi in contrasto con situazioni di potere e interesse personale.

       Per quanto riguarda la Chiesa cattolica, il principale fulcro dei suoi interventi nell’arena pubblica è la protezione e la promozione della dignità della persona, ed essa perciò sta rivolgendo consapevolmente particolare attenzione a principi che non sono negoziabili. Tra questi, oggi emergono con chiarezza i seguenti: protezione della vita in tutti i suoi stadi, dal primo momento del concepimento fino alla morte naturale; riconoscimento e promozione della struttura naturale della famiglia - come unione tra un uomo e una donna fondata sul matrimonio – e la sua difesa da tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che in realtà la danneggiano e contribuiscono a destabilizzarla, oscurandone il carattere particolare e l’insostituibile ruolo sociale; la protezione del diritto dei genitori a educare i figli.

       Tali principi non sono verità di fede, anche se ricevono ulteriore luce e conferma dalla fede; sono iscritti nella natura umana e quindi sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutti, prescindendo da qualunque appartenenza religiosa. Anzi, tale azione è tanto più necessaria quanto più tali principi vengono negati o fraintesi, poiché ciò costituisce un’offesa alla verità della persona umana, una grave ferita inflitta alla giustizia stessa.

       Cari amici, nell’esortarvi ad essere testimoni credibili e coerenti di queste verità fondamentali attraverso la vostra attività politica, e ancor più attraverso il vostro impegno a vivere vite autentiche e coerenti, invoco su di voi e sul vostro lavoro la continua assistenza di Dio, in segno della quale impartisco cordialmente la mia benedizione su di voi e sui vostri cari.

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