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  Successo per i progetti del Mcl sostenuti dal Ministero del lavoro

Data di pubblicazione: Lunedì, 24 Ottobre 2005

TRAGUARDI SOCIALI / n.16 Maggio / Giugno 2005 :: Successo per i progetti del Mcl sostenuti dal Ministero del lavoro

Bilancio di un’importante attività svolta dal Movimento

SUCCESSO PER I PROGETTI DEL MCL SOSTENUTI DAL MINISTERO DEL LAVORO


       Il progetto sperimentale promosso dal Movimento Cristiano Lavoratori dal titolo “Il Baratto - Lo scambio come strumento di incontro tra due generazioni” (iniziativa presentata ai sensi della legge 7 dicembre 2000 n. 383 dell’art. 12, lett.F - Anno finanziario 2003), ha da poco superato la metà del proprio percorso e i risultati conseguiti, ma soprattutto la grande mole di informazioni reperite ed elaborate, sono da considerarsi un reale arricchimento di esperienze per il Movimento.

    Particolare impegno e interesse ha destato la fase relativa all’aggiornamento degli operatori. La volontà del Mcl era quella di realizzare moduli formativi che tenessero conto della specificità dell’intervento e degli scopi per cui esso è stato pensato e messo in atto. Perciò l’intera struttura del Movimento è stata coinvolta nell’elaborare proposte che nascessero da reali esigenze derivate da un attento monitoraggio delle attività, ad esempio dei circoli o delle Parrocchie, allo scopo di raccogliere spunti operativi per rendere maggiormente efficace l’idea progettuale. Trascorsa questa fase, che potremmo definire ‘silente’ perché rimasta all’interno delle strutture operative del Movimento, si è iniziato a testare i moduli sul campo.

    Le realtà prescelte per la sperimentazione sono state individuate fra quelle che avevano caratteristiche di alta concentrazione di anziani ma, al tempo stesso, vista la necessità di realizzare l’incontro tra esperienze era necessario che in tali aree vi fosse la presenza di scuole o di strutture sociali interessate alla partecipazione al progetto.

    Altra attività di particolare interesse, svolta parallelamente alla sperimentazione sul campo, è stata l’utilizzazione di uno strumento informativo d’indagine che, appositamente elaborato, ha permesso di rilevare l’opinione sulla qualità della relazione che intercorre tra giovani e anziani, allo scopo di far interagire le due generazioni su problematiche comuni (elaborate però sulla scia di esperienze e sensibilità diverse. Ed è proprio su questa diversa sensibilità , su questo ‘gap generazionale’ che gli operatori del progetto hanno posto la loro attenzione: ci siamo preoccupati cioè di come trasformare un elemento di distanza in uno strumento di fusione d’esperienza e di solidarietà intergenerazionale.

    Le relazioni elaborate sono state moltissime, ma in questa sede vorrei soffermarmi su due che in particolare hanno solleticato la sensibilità degli operatori, e cioè il rapporto fra anziano e giovani disagiati ed il rapporto dell’anziano con la società dell’assoluta mercificazione.

    Quanto al primo aspetto, l’elaborazione di report forniti da giovani che vivono in condizioni di disagio socio-ambientale fa apparire assolutamente necessario il riscrivere il ruolo dell’anziano nei confronti di questi ragazzi e, più precisamente, lavorare a un progetto che porti a considerare l’anziano non quale ipotetico ‘oggetto di reato’, ma una concreta opportunità offerta al giovane per riacquistare uno stato di libertà, ad esempio fuori dalla tutela dei servizi penali.

    La seconda relazione ha effetti assolutamente più vasti di quella esaminata precedentemente: le città mercificate impongono regole che oltrepassano gli spazi fisici e che, afferendo ai rapporti interpersonali, connotano la qualità della vita. Ne consegue che l’eliminazione graduale dei punti di riferimento naturali del vivere quotidiano, aperti per consuetudine storica ai vari soggetti sociali, favoriscono quelle scelte di mercato in cui tutto sembra ruotare intorno al commercio legato alla grande distribuzione, all’uso dell’auto privata, ecc.. La diffusione dei centri commerciali caratterizza questi complessi come nuovi punti di aggregazione sociale. Il flusso umano errante verso questi ‘luoghi di culto’, quasi fossero ‘cattedrali della ritualità mercantile’, è connotato ovunque e sempre dalle stesse tipologie di visitatori. Gli adulti, che si approvvigionano come se si attendessero sempre guerre o carestie; i giovani, che acquistano merci indispensabili oggi ma già dimenticate domani, e gli anziani parcheggiati su panchine con l’aspetto di chi proviene da un altro mondo e assiste ad uno spettacolo di cui non potrà mai essere il protagonista. Si assiste così al paradosso per cui chi non ha un reddito proprio (il giovane) spende abbondantemente anche per chi il reddito ce l’ha (l’anziano), ma si trova costretto a ridurre i consumi al minimo vitale. I giovani in particolare sciamano all’interno dei centri commerciali per rispondere ai condizionamenti continui propagati dai media ed eufemisticamente definiti “consigli per gli acquisti”. Perché allora non provare a innovare i meccanismi di scelta dei prodotti, coinvolgendo gli anziani in un processo decisionale di acquisto che tenga conto delle reali esigenze della persona e non degli effimeri input lanciati dai messaggi pubblicitari?

    Questi due esempi danno l’idea di quanto vasti e numerosi siano gli spunti non solo di riflessione ma soprattutto di azione a cui noi siamo chiamati; tale consapevolezza, che spesso alberga silente in ciascuno di noi, viene destata come di soprassalto dal lavoro che fino a oggi abbiamo svolto in questo progetto e che, ne sono certo, rappresenterà la linea di una rinnovata frontiera d’impegno sociale per il Movimento Cristiano Lavoratori per i periodi a venire.


Stefano Ceci




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