NOME UTENTE        PASSWORD  

Hai dimenticato la tua password?

Nell'ultimo numero di Traguardi Sociali:
Traguardi Sociali

Stai sfogliando il n.16 Maggio / Giugno 2005

Leggi la rivista in formato pdf Cerca numeri arretrati in archivio
.PDF Numero 16 (905 KB) Sfoglia l'archivio di Traguardi Sociali Sfoglia l'archivio di Traguardi Sociali

  Il "Pensiero" di Ezio Tarantelli a vent'anni dalla scomparsa

Data di pubblicazione: Lunedì, 24 Ottobre 2005

TRAGUARDI SOCIALI / n.16 Maggio / Giugno 2005 :: Il "Pensiero" di Ezio Tarantelli a vent'anni dalla scomparsa

Lo studioso assassinato dalle brigate rosse


IL ‘PENSIERO’ DI EZIO TARANTELLI A VENT’ANNI
DALLA SCOMPARSA



CHI ERA EZIO TARANTELLI

       Ezio Tarantelli nacque a Roma nel 1941. Ha studiato nelle Università di Roma, Cambridge (GB), Cambridge (USA) ed ha svolto attività di insegnamento principalmente presso l’Università Cattolica di Milano, in quella di Firenze, di Roma e nelle Università americane dell’UCLA e del MIT. E’ stato consulente della CISL. E’ morto a Roma il 27 Marzo 1985 ucciso da un commando delle brigate rosse.

       Nei giorni 31 Marzo e 1° Aprile 2005 la sua figura e la sua opera sono state ricordate in un seminario internazionale tenutosi presso la Facoltà di Economia dell’Università di Roma, cui hanno partecipato numerose Autorità – su tutti il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e il Sindaco di Roma Veltroni – nonché economisti di fama mondiale, italiani e stranieri.



   
    “L’economia rischia oggi di esibire i suoi eleganti modelli (formali) sulle scene di un teatro accademico chiuso per lavori di restauro, mentre il vero dramma – la disoccupazione, l’inflazione ed il conflitto industriale – si svolgono per strada”. Ho voluto iniziare questo breve ricordo di Ezio Tarantelli, a vent’anni e qualche mese dalla sua uccisione per mano delle BR, con la citazione di una sua frase che, seppur datata, a mio avviso rispecchia fedelmente la sua personalità, la sua collocazione scientifica, le sue radici culturali, e soprattutto la carica umana con cui egli ha ricercato una soluzione dei drammatici problemi in cui si dibattevano le società industriali del suo tempo.

       Qualche minuto prima di essere barbaramente ucciso aveva terminato di fare lezione nella Facoltà di Economia dell’Università La Sapienza di Roma in un’aula gremita da quasi mille studenti ed aveva intenzione di recarsi in auto nella sede del comitato per il “No” per l’allora referendum sulla scala mobile. Ezio Tarantelli era un economista che non si era rinchiuso nella torre d’avorio ad insegnare ed a contribuire ad elaborare una teoria economica fatta di modelli astratti ma aveva accettato di sporcarsi le mani con la cruda realtà della disoccupazione e dell’inflazione a due cifre dei sistemi economici in carne ed ossa. La sua ricerca partiva dai malanni che manifestavano le economie dei Paesi più industrializzati ed in particolare quella italiana, e l’obiettivo era quello di trovare soluzioni che accontentassero tutti gli attori sociali senza sfociare nel populismo. La sua attività di ricerca, infatti, lo aveva portato tra l’altro ad analizzare le performance economiche dei quindici Paesi più industrializzati e dal suo lavoro era risultato evidente che dove esisteva una contrattazione centralizzata tra le parti sociali l’indice del malessere sociale, ovvero la somma del tasso di disoccupazione e di inflazione, era più basso. In Italia, il ricordato indice, ideato dall’economista americano Okun, era più che doppio rispetto a quello degli altri Paesi industrializzati poiché le nostre autorità di politica economica cercavano di ridurre il tasso d’inflazione facendo aumentare quello di disoccupazione. Tarantelli, invece, pensava che la riduzione della dinamica dell’aumento dei prezzi potesse e dovesse essere conseguita seguendo un’altra strada.

       Gli economisti di oggi direbbero che l’inflazione italiana tra gli anni ‘70 ed ‘80 del secolo scorso aveva una caratteristica inerziale, ovvero, tendeva ad autogenerarsi a causa del particolare meccanismo di scala mobile adottato nel nostro Paese. E per questo Tarantelli escogitò di predeterminare gli scatti di scala mobile. Le autorità di politica economica dovevano fissare un certo tasso d’inflazione e in base a questo calcolare i punti che sarebbero scattati. Se a fine anno l’inflazione effettiva sarebbe risultata maggiore i lavoratori avrebbero avuto un conguaglio. In questo modo si evitava che il tasso d’inflazione passato condizionasse quello presente e futuro. Il governo Craxi recepì in parte la proposta Tarantelli proponendo un accordo sulla   scala mobile (taglio di quattro punti e predeterminazione) e controllo di prezzi e tariffe, trasformato in decreto il 14 febbraio 1984 con un taglio di due punti. La CISL, la UIL e la componente socialista della CGIL furono d’accordo; invece, la parte comunista di quest’ultima promosse un referendum per abrogare il decreto, ma venne sconfitta nel referendum del giugno 1985.

       Ezio Tarantelli pagò con la vita l’aver fornito la matrice teorica ai ricordati accordi   di San Valentino. Ma le sue idee sono sopravvissute alla sua morte ed hanno contribuito a far ottenere all’economia italiana una riduzione dell’inflazione e della disoccupazione. Mi sarebbe piaciuto oggi ascoltare e leggere le considerazioni che Ezio Tarantelli avrebbe fatto sui problemi dell’economia italiana, ma qualcuno ci ha privati della sua curiosità e della sua intelligenza.


Marco Boleo

 Torna ad inizio pagina 
Edizioni Traguardi Sociali | Trattamento dati personali