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  Verso il Congresso di fine anno. Le prospettive e gli orizzonti del Mcl

Data di pubblicazione: Martedì, 25 Ottobre 2005

TRAGUARDI SOCIALI / n.16 Maggio / Giugno 2005 :: Verso il Congresso di fine anno. Le prospettive e gli orizzonti del Mcl

Intervista all’assistente nazionale Mons. Francesco Rosso


VERSO IL CONGRESSO DI FINE ANNO. LE PROSPETTIVE E GLI ORIZZONTI DEL MCL


       Dove va il Movimento? Come sta cambiando la società? Quali i valori su cui puntare? Dopo un cammino di oltre 30 anni, fatto di sfide, di battaglie vinte e a volte anche, com’è naturale che sia, qualche battuta d’arresto, si apre oggi per il Movimento Cristiano Lavoratori una nuova stagione di lavoro che porterà al X Congresso nazionale, in programma per il prossimo mese di dicembre. Di questo e altro abbiamo parlato con Mons. Francesco Rosso (per noi tutti affettuosamente ‘Don Checco’), che ha accompagnato il Mcl fin dai suoi primi passi di vita nel mondo e nella società.

Don Checco, lei accompagna da più di trent’anni – e da tre con un incarico ufficiale da parte della Cei - il percorso del Movimento C r i s t i a n o Lavoratori. Qual è il bilancio di quest’esperienza? E cosa è cambiato nel corso di questi anni?

       Ho incontrato il Movimento poco dopo il suo nascere, da giovane sacerdote; mi ha sempre appassionato! Ho visto la volontà di voler mantenere saldo l’attaccamento ai principi evangelici: una forte esigenza formativa, il desiderio di dare al Magistero della Chiesa la priorità di riferimento. Il mio accompagnamento, per i primi tempi, era personale; nulla di ufficiale in quanto l’accompagnatore ufficiale è sempre stato Mons. Guido Charvault, incaricato dall’Ufficio Nazionale della Pastorale Sociale e Lavoro per la formazione del Movimento. In questo momento va a questo sacerdote tutta la mia stima e il mio affetto per quanto ha fatto. Oggi è stata affidata a me la formazione: l’incarico mi è stato dato in un momento difficile per la mia salute. Tutto questo, ormai, in parte superato, sto attualmente vivendo momenti molto belli di incontro, anche in preparazione dell’Assise congressuale, e devo dire che sto trovando un Movimento vivo, con la voglia di affermarsi e di essere riferimento nel mondo del lavoro, nella società e nella Chiesa. Se cambiamento c’è stato, è sicuramente la maturità acquisita, la capacità aggregativa, l’impegno qualificato nel sociale, ma anche una qualificata connotazione ecclesiale, da laici impegnati nella testimonianza evangelica.

Ci avviciniamo alla fase del rinnovo congressuale. Dal suo punto di osservazione, come si dovrebbe preparare il Mcl ad affrontare questo impegno futuro? In quale direzione occorre muoversi?

       Il rinnovo congressuale è un momento molto importante per un Movimento, perché di verifica del cammino svolto, ma soprattutto di progettualità per gli anni a venire. E’ chiaro che non si limiterà a definire l’assetto organizzativo, ma mi sembra importante quanto sta già accadendo, studiare insieme le problematiche che ci vedono coinvolti e partecipi, offrire spunti di dibattito molto accurato ai nostri iscritti, e coraggiosamente scrivere il ‘progetto-guida’ per gli anni a venire. Un progetto che dovrà scaturire dal dibattito e maturare dal cuore di ciascuno come esigenza primaria di servizio alla società nella Chiesa. Mi pare sia necessario avere il coraggio di leggere le istanze che ci vengono dal mondo di oggi e capire in quale modo noi possiamo essere pronti a dare delle risposte, avendo come obiettivo la crescita dell’uomo in tutta la sua interezza.

I rapporti fra il Movimento e l’Autorità ecclesiastica a volte, nel corso degli anni, sembrano aver subito alcune battute d’arresto, mentre oggi stiamo di nuovo vivendo un’epoca di dialogo e di apertura. Cosa ne pensa in proposito?

       Non mi piace guardare indietro e trovare spiegazioni a comportamenti del passato; oggi sono nel Movimento con un mandato conferitomi dalla Conferenza Episcopale Italiana, per la formazione; devo confessare che trovo comunque accoglienza e sostegno da parte dei Vescovi diocesani.

La Dottrina Sociale della Chiesa sta vivendo una nuova stagione grazie anche al Compendio di Papa Giovanni Paolo II. Qual è il suo parere in proposito? E in che modo un movimento ecclesiale, come il Mcl, dovrebbe vivere il suo insegnamento?

       Il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa è un grande dono, per un Movimento ecclesiale come il nostro è sicuramente la guida formativa e operativa. Credo debba essere alla base delle nostre scelte congressuali. I problemi affrontati e maturati nel lungo cammino di preparazione, oggi sono per noi stimolo ad un comportamento più conforme al Magistero e al Vangelo, ma ci consentono di metterci al servizio delle problematiche di oggi, con il conforto del riferimento certo alla Dottrina Sociale della Chiesa.

Mcl da sempre ha dedicato un’importanza particolare ai temi del lavoro e della promozione sociale: ritiene questo un passaggio importante in un’epoca che sembra essere dominata quasi esclusivamente dalle logiche del consumismo a tutti i costi?

       E’ la strada che ci consente di essere capaci di aggregare. Il mondo ha bisogno di   valori e di visibilità; laddove sembra siano in ‘estinzione’ la carità, la disponibilità, la speranza, la solidarietà, la sussidiarietà, il nostro Movimento, fuori dalle logiche di mercato, si presenta ancora oggi come: associazione di uomini cristiani che hanno nella fede la risposta al proprio percorso di vita, nella società il modo per essere utili alle difficoltà degli altri, nella Chiesa la voglia di gridare che al primo posto abbiamo Cristo, Salvatore e Redentore, unica salvezza. Questo è lo stimolo ad essere riferimento nel lavoro e nella promozione sociale.

I temi della formazione e il rapporto con i giovani sono destinati ad assurgere a un ruolo sempre più centrale per lo sviluppo di una società sana ed equilibrata, basata sulla giustizia sociale e sul dialogo fra generazioni diverse. Ha qualche suggerimento da rivolgere a tutti noi?

       Investiamo sulle nuove generazioni. Giovanni Paolo II ha dato la sua vita per coinvolgere i giovani. Anche l’ultimo giorno della sua esistenza terrena è stato caratterizzato dal pensiero ai giovani: “Vi ho cercato e siete venuti a trovarmi”. Il nostro Movimento si sta muovendo molto bene su questo versante, dedicando ai giovani la propria attenzione e coinvolgendoli nelle scelte da compiere. Credo sia importante far ‘fidanzare’ i giovani con quei principi e quella ‘voglia di essere’ che ha investito la nostra storia in questi 30 anni. Occorre offrire proposte forti, ma occorre anche capire che cosa si attendono dal Movimento, e la nostra attenzione diventa per loro stimolo a ricercare ciò che costruisce in questo ‘loro’ tempo. Se saremo pronti a coinvolgerli su un progetto serio e rispondente alle loro attese saremo certi di veder rifiorire la ‘speranza’ nel Movimento, che ci ha sempre accompagnati lungo i il cammino della nostra storia.


Fiammetta Sagliocca

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