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  Editoriale

Data di pubblicazione: Martedì, 25 Ottobre 2005

TRAGUARDI SOCIALI / n.16 Maggio / Giugno 2005 :: Editoriale

Non si costruisce distruggendo le fondamenta


NON SI COSTRUISCE DISTRUGGENDO LE FONDAMENTA



    Cos’è rimasto dell’autorevole richiamo al gioco di squadra nell’interesse del Paese, lanciato da Luca Cordero di Montezemolo all’indomani della sua elezione alla Presidenza della Confindustria? Sicuramente molta retorica, ma ancora nessun risultato concreto. Soprattutto sui temi del lavoro e della competitività, che oggi sono più che mai decisivi per le sorti dell’Italia nel contesto internazionale.

    “La barca affonda” gridano allarmati, ma anche maliziosamente compiaciuti, i numerosi profeti del ‘Partito del declino’. Ma di rimboccarsi le maniche e mettere da parte divisioni ed ideologismi non se parla proprio. Assistiamo anzi impotenti, da svariati mesi a questa parte, ad un’inutile guerra di posizione. Dove tutti sono contro tutti, senza risparmio di colpi bassi. L’opposizione contro il Governo. Le imprese contro i sindacati. Imprese e sindacati, a loro volta, contro l’Esecutivo. Sindacati spesso in disaccordo fra di loro, come è accaduto recentemente con lo scontro sulla riforma degli assetti contrattuali, con la CGIL sempre tentata di imporre un egemonismo culturale e politico con veti ideologici.

    Una guerra fatta di accuse, recriminazioni, repliche e contro-repliche che, come tutte le guerre, passa anni luce lontano dai problemi reali della gente comune; indifferente ai bisogni e al malessere di quanti percepiscono, per sé e soprattutto per i propri figli, un futuro oscuro e con sempre meno certezze.

    Non c’è da meravigliarsi di ciò. In una società che da tempo ha perso di vista la centralità della persona e, con essa, il senso etico e religioso della vita. Egoismi di parte e logiche di potere assorbono ogni valutazione di merito sulle priorità del Paese e fiaccano il morale di quanti, numerosi e generosi, sono ancora disposti a mettere cuore, passione ed energie (noi fra questi) al servizio di un progetto di società più giusta. Un società attenta ai meriti e alle responsabilità individuali ma anche ai bisogni dei più deboli e dei meno tutelati da rendite di posizione. Ancora, per esempio, si discute polemicamente sulla bontà della legge Biagi, in salotti televisivi e convegni affrettatamente preparati si alimenta una campagna di odio e di potere, si discute di precarietà e flessibilità, imputando proprio alla legge Biagi tutti i mali storici del nostro mercato del lavoro.

    Dopo le riforme del collocamento e delle forme di lavoro flessibile iniziano a prendere corpo, con il varo del piano per la competitività del Governo che contiene un corposo pacchetto di misure su occupazione e politiche workfare, i nuovi ammortizzatori sociali pensati dal professore bolognese, ucciso poco più di tre anni fa dalle Brigate Rosse. Un insieme di interventi attivi e personalizzati, finalizzati a gestire, con il consenso delle agenzie private del lavoro, le sempre più frequenti situazioni di crisi occupazionale che attraversano il nostro Paese. Siamo ancora lontani da quello ‘Statuto dei Lavori’ che era il ‘sogno’ del prof. Marco Biagi (ed anche il nostro) e oggi rivendicato anche dalla CISL, nelle tesi per il prossimo XV Congresso Nazionale.

    La modernizzazione del mercato del lavoro è un processo delicato, più culturale che normativo. Inoltre non si può immaginare un nuovo diritto di tutti i lavori se prima non vengono arginate le forme di lavoro nero e irregolare che, come abbiamo ripetuto più volte, ancora oggi condizionano pesantemente il funzionamento del nostro mercato del lavoro. E’ in questa prospettiva che devono essere infatti lette le misure della legge Biagi volte a contrastare le collaborazioni fittizie e gli appalti dei servizi irregolari. Per questo chi oggi opera per demolire e, comunque, penalizzare l’operatività della legge Biagi, finisce per indebolire lo ‘Statuto dei Lavori’: posizioni ideologiche prevenute, nei fatti conservatrici, che ostacolano l’innovazione e lo sviluppo. Sarà bene che i veri riformatori, ovunque siano, ‘battano un colpo’: il Mcl, avviandosi al Congresso Nazionale, farà la sua parte.


Carlo Costalli

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