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  Definire un bilancio del lavoro svolto e guardare alle opportunità del futuro

Data di pubblicazione: Martedì, 25 Ottobre 2005

TRAGUARDI SOCIALI / n.16 Maggio / Giugno 2005 :: Definire un bilancio del lavoro svolto e guardare alle opportunità del futuro

Verso il Congresso del Movimento Cristiano Lavoratori


VERSO IL CONGRESSO DEL MOVIMENTO CRISTIANO LAVORATORI

DEFINIRE UN BILANCIO DEL LAVORO SVOLTO E GUARDARE ALLE OPPORTUNITA' DEL FUTURO


       La stagione che stiamo vivendo, quella che precede e porta al nostro X Congresso generale, si presenta come una grande opportunità da cogliere in un momento storico della vita sociale e politica del nostro Paese e con una dimensione associativa   del Mcl particolarmente effervescente.

       Questa sarà certamente l’occasione per fare un bilancio consuntivo di una   gestione, ma soprattutto, a mio avviso, può essere l’occasione, per molti aspetti irripetibile, per definire il nostro progetto di Movimento vivo, radicato nella società, organizzato, fedele alla Chiesa, paladino e difensore dei lavoratori. Del resto la scelta del percorso congressuale, dall’ultimo Consiglio generale di Assisi dello scorso febbraio, fino ad arrivare, attraverso le diverse fasi ormai a tutti note, all’appuntamento finale di Roma nel primo fine settimana di dicembre, è stato calibrato proprio per consentire a tutti di riflettere, discutere ed avanzare proposte per poter meglio realizzare la sintesi finale politicoorganizzativa e programmatica del nostro Movimento ai diversi livelli. Questo, desidero ripeterlo, rappresenta un   momento storico che non possiamo non cogliere!

       Va, infatti, a Congresso, un Mcl maturo. La maturità è data dal fatto che in questi anni si è costruita e marcata, rendendola visibile, ogni giorno di più, con determinazione e coerenza, la linea politica associativa, mentre di pari passo si è adeguata ai nostri tempi la dimensione organizzativa e si sono definite la strategie operative dei Servizi e le sinergie fra di loro. Un rafforzato impulso è stato dato alla valorizzazione del nostro senso di Movimento di testimonianza evangelica organizzata nella Chiesa, recuperando anche in questo ambito quella dimensione di Movimento “d’anticipo”, che da più parti ci viene riconosciuto. Credo sia sufficiente ricordare, a tal fine, la nostra iniziativa La Domenica è festa, che abbiamo chiuso con la consegna di circa 400.000 firme e di numerosi ordini del giorno, approvati da   Consigli comunali, nelle mani del Presidente della Camera dei Deputati, esattamente   un anno prima dell’indizione del Congresso Eucaristico nazionale, tenutosi a Bari   qualche settimana fa, avente lo stesso tema.

       Si apre, insomma, il   nostro Congresso, con una classe dirigente complessiva   illuminata, composta da fondatori e non, che hanno avuto la capacità in questi anni di mettersi sempre in discussione, leggendo la realtà di tutti i giorni, ottimizzando le risorse e le potenzialità del momento, iniziando così a progettare il Movimento del futuro.

       Un Mcl maturo, quindi, non solo anagraficamente (abbiamo celebrato a Firenze   alla fine dell’anno 2002 i nostri trent’anni), ma per aver preso coscienza della propria identità e del proprio ruolo sociale, nel rispetto di tutti, senza   condizionamenti di alcun genere né sudditanze. Consapevole ma anche orgoglioso della fedeltà ai valori che sono alla base del nostro agire, con l’umiltà e la determinazione per sviluppare sempre più quel ruolo di servizio da svolgere per la   Chiesa, la democrazia ed i lavoratori, come ci ha riconosciuto pubblicamente il   grande pontefice Giovanni Paolo II.

       Andiamo al   Congresso con dei risultati evidenti, per verificarli e per decidere insieme come questi devono essere considerati. Se, cioè, sono un punto d’arrivo oppure un punto di passaggio, certo e definito, per continuare a “spingere”, come spesso dice Costalli, iniziando, di conseguenza, una nuova esperienza quadriennale con obiettivi sempre più ambiziosi. A mio avviso, questo è il passaggio cruciale del Congresso! A questa domanda, ritengo, si debba tutti insieme dare una risposta. Poi, in base agli obiettivi, si dovrà individuare la classe dirigente che deve perseguirli, senza tralasciare, in ogni caso, alcuni impegni imprescindibili: una sempre maggiore presenza attiva nella Chiesa, in particolare in quella diocesana, magari con circoli in tutte le parrocchie e l’individuazione di una classe dirigente, a tutti i livelli, composta da donne e uomini in grado di coniugare l’esperienza e la storia del presente e del passato, con l’entusiasmo e la passione giovanile. Ai giovani - che numerosi hanno condiviso un percorso formativo e dei quali se ne è apprezzato l’attaccamento, ma anche la cultura, la professionalità e la concretezza -, va consentito ai diversi livelli l’ingresso negli organi del Movimento, nella consapevolezza che essi rappresentano sì una parte del presente, ma di sicuro avranno il compito di guidare nel futuro il nostro Movimento.

       Siamo un Movimento di lavoratori, nati per testimoniare il Vangelo nel mondo del lavoro. Non dobbiamo mai dimenticare il lavoro. Anche quando ci troviamo da soli a farlo – e purtroppo spesso in questi anni è andata proprio così -, credo che si debba continuare ad esercitare la nostra assoluta libertà ed autonomia di giudizio, accettando le sfide che i cambiamenti della società ci presentano. Ritengo un nostro preciso compito, infatti, quello di riflettere, studiare e confrontarsi per sollecitare e sostenere politiche innovative per migliorare il mercato del lavoro, per un’equa distribuzione delle risorse e per garantire i diritti a chi ancora non ha difese per esercitarli. Per questo le relazioni, ormai consolidate, con ambienti culturali, accademici ed istituzionali - ne cito uno per tutti, quello con la Fondazione Marco Biagi -, italiani e non solo, rappresentano un patrimonio da sviluppare ulteriormente per diventare sempre più parte attiva di questo mondo. Sostenendo con passione l’impegno di chi è chiamato oggi a redigere lo “Statuto dei lavori”, la cui necessità in questi anni abbiamo con forza sollecitato, e lavorando per quanto è nelle nostre possibilità affinché questa proposta possa arrivare ad essere iscritta all’ordine del giorno dell’agenda politica.

       In conclusione, quindi, portiamo al Congresso un Movimento inserito in un contesto internazionale, vivo e moderno, concreto, con valori di riferimento certi, capace di difendere e sostenere la costruzione di un modello di società ancorata ai valori cristiani, composto da donne e uomini liberi, aperti al confronto con gli altri, ma che con passione lottano per perseguire il proprio disegno, capaci di mettere in comune con chi è meno fortunato una parte del frutto del proprio lavoro.


Antonio Di Matteo
Vice Presidente
Generale MCL

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