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  Una fedeltà che fa storia

Data di pubblicazione: Martedì, 21 Dicembre 2021

TRAGUARDI SOCIALI / n.101-102-103 Ottobre / Novembre 2021 :: Una fedeltà che fa storia

Verso il Giubileo del Movimento

Ripercorrere un cammino cinquantennale per richiamare le ragioni di un impegno

Inizia, con questo primo articolo, una “rubrica” che vuole ripercorrere i decenni di storia del Mcl. Una serie di pezzi, scritti dai diversi protagonisti della nosytra storia, che vuole caratterizzarsi nell’essere una visione propositiva. Uno o più contributi per ogni decemmi, a partire dalla costituzione del nostro Movimento. S’intende lasciarsi alle spalle quello che può aver fatto soffrire, cogliendo piuttosto quanto di buono e di bello ha rappresentato la nostra esperienza associativa. Per intenderci, rispetto a questo primo intervento, tralasciando tutte quelle note polemiche che portarono alcuni di noi ad uscire dalle ACLI. Certo riaffermando, con convinzione più forte che mai, che quella fu una scelta di coraggio sicuramente, ma ancor più di coerenza ai principi fondamentali della nostra ispirazione cristiana.


Iniziamo questa “rubrica” con quella che vuole essere solo una visione propositiva a decorrere dalla costituzione del nostro Movimento lasciando alle spalle quello che può aver fatto soffrire, ma cogliendo quanto di buono e di bello ha rappresentato la nostra esperienza associativa.
Per intenderci tralasciando tutte quelle note polemiche che portarono alcuni di noi ad uscire dalle ACLI, con la convinzione più forte che mai che quella fu una scelta di coraggio sicuramente, ma ancor più di coerenza ai principi fondamentali della nostra ispirazione cristiana.
La costituzione del Movimento Cristiano Lavoratori fu accolta nel lontano dicembre 1972 - ovvero quasi cinquanta anni fa - con notevole interesse perché si realizzò un processo di unificazione tra due organizzazioni aventi entrambi le stesse radici (il MOCLI e la Federacli).
Le Associazioni che dal 1972 diedero vita ad un’unica organizzazione, il MCL, con il suo costante impegno ecclesiale e sociale hanno testimoniato negli anni e sempre più la volontà di tanti uomini e donne e giovani volti a vivificare il recupero della propria natura, della propria identità, e dei principi originari dell’antica e comune genuina matrice.
La nascita quindi del MCL, fu un avvenimento di indubbia incidenza nell’ambito della società italiana, dove il processo di riaggregazione di lavoratori cristiani si svolse nella chiarezza programmatica e ideologica, anche perché non va dimenticata quella famosa triplice fedeltà, sancita nella prima fase costituenda e ribadita proprio nella dichiarazione di principi della Costituzione statutaria, ovvero: fedeltà alla Chiesa, alla democrazia, al mondo del lavoro.
Oggi, quando ci avviciniamo a celebrare l’8 dicembre del 2022, cinquant’anni di coerente impegno, possiamo affermare - senza ombra di dubbio -, che il MCL risulta essere un polo di riferimento per oltre duecentocinquantamila lavoratori, quelli iscritti, ma di oltre cinquecentomila e vicini ormai ai cinquecentomila se consideriamo il “sommerso” che abbraccia il Movimento. Questa non è prosopopea, non è presunzione, ma è la felice realtà. Questo - ovviamente - non deve significare auto celebrazione né compiacimento di sé stessi, ma la convinzione a proseguire un percorso inarrestabile sulla scia del passato e la vocazione per il futuro impegno, che deve essere più determinante e determinato a ribadire che il nostro contributo è di notevole utilità alla società.
Questi quasi cinquant’anni sono la prova che le misere riserve di “pochi”, nei nostri confronti, nella fase in cui si costituì il MCL, erano infondate. Negli anni settanta si aprì, quindi, per il MCL un vasto campo di azione, con un programma che vide la necessità di incentrare l’attenzione anche nello sviluppo di servizi sociali che soprattutto nel Patronato e nell’EFAL, trovò strumenti validi ed effettivi di tutela dei lavoratori per un verso, e di formazione professionale per l’altro, come per il tempo libero nell’Entel.
Premessa indispensabile per lo svolgimento di iniziative di programma di attività, sono le tradizionali strutture di base (circoli, nuclei aziendali e gruppi): oggi solo circoli nonché unioni provinciali e regionali nell’ambito di tutto il territorio nazionale, oltre che il creare bandiere di presenza a livello internazionale.
Ma vogliamo dare una rilettura del nostro essere “Movimento”.
1) L’ispirazione primaria del MCL corrisponde alle scelte per cui questo si è battuto con forte convinzione, anche nei momenti difficili in cui avanzavano in Italia (e nel movimento cattolico internazionale) tendenze “pastoralmente” non compatibili con la comunità ecclesiale.
2) Il MCL nasce come Movimento insieme ecclesiale e sociale. L’aggettività cristiana qualifica l’associazione come tale (oltre che le ispirazioni ideali di singoli, e non soltanto), mentre il riferimento ai lavoratori individua la natura sociale del Movimento.
3) Il MCL riconosce come punti insostituibili di riferimento per una responsabile presenza negli ambienti di lavoro e di vita il messaggio cristiano, come viene proposto dalla Dottrina Sociale e dal Magistero sociale dei Pontefici e dalla Chiesa.
Il MCL, ha sempre manifestato la volontà di avere un rapporto con la Chiesa conforme ad una dislocazione di tipo ecclesiale e la conseguente disponibilità ad operare nell’ecclesiale e nel contesto pastorale organico della Chiesa e del Mondo del lavoro, assumendo - con essenziale responsabilità di laici - caratteri e comportamenti operativi propri di un Movimento soggetto di apostolato.
Al MCL, ha dato conforto la ferma determinazione di sviluppare un movimento di lavoratori che si collocano nel sociale con posizioni originali, democraticamente delineate, al fine di concorrere alla formazione delle coscienze e contribuire alla sicurezza del mondo del lavoro, al consolidamento degli istituti di democrazia, all’espansione del bene comune e alla consapevole partecipazione e cogestione da parte dei lavoratori ai poteri decisionali nelle e delle aziende. Il MCL, non va dimenticato e sottovalutato, ma ribadito, nasce in un contesto autonomo di scelte e di impegno sociale e politico. La nostra, fu davvero una scelta autonoma e responsabile che ha saputo discernere gli eventi ogni qualvolta sono stati messi in gioco principi e valori cristiani o civili o sociali, sapendo riconoscere ad esempio alla DC i meriti dovuti per l’azione e ruolo svolti per la promozione e la difesa di equilibri democratici nel nostro Paese, e a livello internazionale ed europeo in primo luogo.
Sempre negli anni ’70, non dimentichiamo la situazione sindacale.
Dopo lo storico e negativo “autunno caldo”, insieme al dilemma sull’unità sindacale si sviluppò una certa crisi anche nella CISL e soffiarono venti di scissione anche in questa grande confederazione sindacale vicino al movimento cattolico.
Nel mondo cattolico, o meglio in qualche associazione, emerse una concezione in un certo senso “modernista” e riduttiva della ispirazione cristiana, forse per effetto di una visione oltranzista, come se un’unità sindacale ad ogni costo, cioè fino ad assecondare talune opinioni tendenti a considerarla come una specie di anticamera dell’unità politica, in prospettiva partitica di due ideologie: quella cristiana e quella marxiana o social/comunista. Noi del MCL, invece, abbiamo sempre considerato l’unità sindacale come un obiettivo ideale per cui operare e favorire il realizzarsi delle condizioni che possono renderla possibile, prima fra tutte la fine di ogni finzione di “cinghia di trasmissione” nel sociale e nelle scelte partitiche. Abbiamo sempre sottolineato con coraggio, comunque con estrema chiarezza, che esistevano difficoltà per realizzare l’obiettivo dell’unità sindacale e la storia ci ha dato ragione.
Sul piano del giudizio, nelle istituzioni noi siamo stati nel passato, come possiamo essere oggi e nel futuro, non riformisti ma riformatori.
Crediamo nella riforma delle strutture e delle istituzioni, preoccupati sempre però che esse mantengano le finalità al servizio dell’uomo.
Crediamo d’altro canto che il nostro debba essere un impegno “concreto”.
Dobbiamo quindi passare dall’analisi alla proposta come abbiamo fatto in alcune circostanze, dobbiamo farlo sempre: passare dall’analisi ai fatti come abbiamo fatto, con la solidarietà.
Ma è bello concludere questa prima parte per ribadire che il MCL fu profetico nel ’72 e lo sarà anche per il futuro.

Tonino Inchingoli
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