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  C’è un tempo... di cambiamento

Data di pubblicazione: Venerdì, 24 Dicembre 2021

TRAGUARDI SOCIALI / n.101-102-103 Ottobre / Novembre 2021 :: C’è un tempo... di cambiamento

Dalla Settimana Sociale al Sinodo della Chiesa italiana

Innescare processi per contribuire alla conversione pastorale

Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo. Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci. Un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per serbare e un tempo per buttar via. (Qo 3, 1 seg.)

Questo testo del Qoelet, ci ricorda lo scorrere del tempo e la necessità di vivere per il bene e il bello. Un versetto colpisce particolarmente; pare infatti caratterizzare a pieno questo periodo: “c’è un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci”. Sembra scritto appositamente per le epidemie: ci stiamo astenendo dagli abbracci mentre sentiamo forte il desiderio di farlo. Riscopriamo così il valore dei piccoli gesti quotidiani, come quello di un abbraccio forte. C’è un tempo per tutto! Qual è allora il nostro tempo? L’oggi in cui viviamo è un tempo di ri - costruzione, un tempo prezioso che richiede discernimento e la capacità di azioni responsabili. E’ tempo di saper “chiudere” con un certo modo di fare per “aprire” a orizzonti davvero evangelici, disponendoci a nuove esperienze di vita fraterna. Il cambiamento auspicato e realizzabile non sarà quello di un semplice ritornare indietro (tornare come prima) e neppure quello di un andare avanti (cambiare tutto), piuttosto un saper andare “al fondo” delle questioni, un saper cogliere i Segni di un tempo che è attraversato dalla presenza del Signore, il Tempo favorevole, quello del Regno che si fa nella giustizia sociale e nella pace universale. Non c’è altro tempo, neanche per noi.
don Francesco


A Taranto conclusa la Settimana Sociale. Un impegno che continua. Con la concelebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, domenica 24 ottobre scorso si è conclusa a Taranto la 49.ma Settimana Sociale dei cattolici italiani, che ha riunito oltre 700 delegate e delegati provenienti da tutta Italia insieme ad un centinaio di vescovi, sacerdoti e religiosi, laici, rappresentanti delle Istituzioni, del mondo della politica e della cultura per riflettere sul tema “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso”.
Anche MCL era presente con la sua delegazione guidata dal Presidente Antonio DI Matteo. Come ha sottolineato il Cardinal Bassetti l’evento di Taranto non è stato “un convegno, ma una piattaforma di partenza per dare speranza e avviare dei processi”, evidenziando quanto sia decisivo “l’apporto dei cattolici per affrontare le crisi” e in particolare il contributo dei giovani che “possono aiutare il mondo a rimettere la fraternità al centro dell’economia”. Proprio a loro, che nella città pugliese hanno lanciato e firmato il Manifesto dell’Alleanza, il presidente della Cei ha chiesto di “sognare e costruire, con l’aiuto di Dio, una Chiesa gioiosa, perché umile e disinteressata; una Chiesa a contatto con gli uomini e le loro storie; una Chiesa che si rigenera nell’ottica della carità” Da Taranto, infatti, riparte un impegno fattivo per coniugare ambiente, lavoro, sviluppo, a cominciare dalle “buone pratiche” già esistenti sui territori e con la volontà di camminare insieme, nella consapevolezza che “il cambiamento non avviene solo dall’alto”, come ha sottolineato monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente del Comitato scientifico e organizzatore.
Un Sinodo per l’Italia. La Chiesa italiana ha iniziato il cammino Sinodale, comunità per comunità, diocesi per diocesi, dando così concretezza alla volontà di papa Francesco espressa all’inizio di questo anno. Tre sono gli «elementi» di cui occorre tenere conto nell’intero percorso Sinodale. Il primo è rifarsi all’Evangelii gaudium laddove il Papa esorta a una conversione pastorale, papa Francesco ci invitò ad avviare in “modo sinodale” un approfondimento dell’Evangelii gaudium in ogni comunità e parrocchia. Per i laici e in particolare per noi di MCL, ciò significa che questo è il momento di assumersi con rinnovato slancio quella corresponsabilità nella vita della Chiesa che è sono affidate a laici. Il secondo fattore che scandirà l’itinerario sarà la fraternità solidale, che naturalmente si esprima nei fatti. Una prossimità che i cristiani devono vivere. E il terzo aspetto da considerare è una rinnovata formazione ecclesiale. Il Sinodo che vogliamo sarà innanzitutto un mettersi in ascolto della vita delle persone per disegnare proposte che tengano conto anche delle difformità che si stanno verificando nei vari territori. Come Movimento Cristiano Lavoratori ci sentiamo parte di questo processo Sinodale; noi che siamo nati cinquant’anni fa sulla spinta conciliare, non faremo mancare il nostro contributo nella prospettiva del “vedere - giudicare - e agire”, per una Chiesa più solidale e fraterna.

Don Francesco Poli
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