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  Pandemia e guerra in Ucraina

Data di pubblicazione: Mercoledì, 18 Maggio 2022

TRAGUARDI SOCIALI / n.105-106 Gennaio-Aprile 2022 :: Pandemia e guerra in Ucraina

Un’Europa più unita?

Gli oltre due anni di pandemia Covid-19 e la più recente guerra d’aggressione mossa dalla Russia all’Ucraina, pur con limiti non ignorabili e qualche contraddizione, hanno visto in campo un’Unione Europea meno ingabbiata nelle dinamiche intergovernative e tentativamente protesa alla costruzione di un protagonismo politico davvero unitario sul complesso scenario globale. Gli autentici europeisti, specie quelli che si richiamano riattualizzandolo al popolarismo dei Padri Fondatori, non possono che riconoscere le potenzialità di questo “cambio di passo”. Contemporaneamente, con il necessario realismo, non ci si può nascondere quanto lungo e impervio sia ancora il sentiero da percorrere per giungere davvero a un’autentica “comune patria europea”.
Non solo a proposito della partita della Difesa, in merito alla quale qualche seme è stato gettato nel recente vertice di Versailles, ma anche considerando le difficoltà nel trovare un’unitaria e sinergica strategia energetica (tra superamento della dipendenza dal gas russo e transizione ecologica).
Appaiono forse troppo ottimistiche, per quanto non prive di una reale consistenza, le parole della presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola, intervistata da Avvenire: “Putin ha cercato di dividere l’Europa, e ha fallito. Siamo tutti dalla stessa parte, cioè dalla parte dell’Ucraina e questa invasione [...] rafforzerà il ruolo dell’Unione Europea a livello globale a lungo termine”. Affermazioni non retoriche e che aprono delle prospettive, ma contemporaneamente palesano una criticità non proprio irrilevante: l’arretramento rispetto al vedere il Vecchio Continente, per usare un’espressione cara a San Giovanni Paolo II, respirare con entrambi i suoi polmoni (l’occidentale e l’orientale).
In una fase che è prepotentemente segnata dal “ritorno della storia”, l’Europa politica – e culturalmente fondata - deve farsi agente di una globalizzazione altra, quella che papa Francesco definisce del poliedro, forte del suo specifico identitario (che va riscoperto, magari prendendo seriamente in considerazione quanto il Papa emerito ha scritto, raccogliendo alcuni suoi scritti, nel libro “La vera Europa” uscito ad inizio anno per i tipi di Cantagalli).
Uscendo dalla gabbia dell’occidentalismo, la difficile temperie che stiamo affrontando, puntando anche su un autentico dialogo sociale vitalizzato dai corpi intermedi, può essere circostanza in cui l’Europa anche ripensando dell’Unione all’insegna della condivisione del “debito buono”, può (ri)trovare se stessa.

Marco Margrita
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