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  Oltre la speranza

Data di pubblicazione: Lunedì, 30 Maggio 2022

TRAGUARDI SOCIALI / n.105-106 Gennaio-Aprile 2022 :: Oltre la speranza

Oltre la speranza

La pace è possibile?

L’affermazione è chiara: è sempre possibile arrivare ad una condizione di pace. Nello stesso tempo va detto che è impossibile accettare la guerra come strumento per raggiungere la pace, anche perché, come ha detto con chiarezza Papa Francesco, “Non esistono le guerre giuste. Una guerra sempre, sempre, è la sconfitta dell’umanità”.
Per arrivare ad un accordo di pace sono necessari alcuni presupposti. Prima di tutto va affermato il concetto del dialogo tra le parti, condizione indispensabile perché ci sia una chiarezza di pensiero e di obiettivi, che nel dialogo devono trovare un punto di incontro. Un altro aspetto è il rispetto della persona umana e la tutela della vita. Ben sappiamo che ogni conflitto bellico è strumento di morte, il quale mette in discussione il valore della vita umana e coinvolge, e lo stiamo vedendo nell’attuale conflitto, anche vittime innocenti. Quando le parti che dialogano prendono coscienza che la guerra in atto è una violenza contro la vita, allora un altro passo verso la pace è compiuto.
Un passo successivo è la ricerca del bene comune, che deve prevalere sull’egoismo di pochi. Dovrebbe essere una corretta e saggia azione politica a far comprendere quanto sia importante il benessere di un popolo e la sua condizione di pace sociale. Ogni conflitto ha inizio nel momento in cui la politica non ha la forza di trovare soluzioni, per il “braccio violento” prende il posto del confronto politico. Papa Francesco con tutti i suoi gesti, non dimentichiamo la sua visita alla sede diplomatica russa presso la Santa Sede e il dialogo intercorso in forma online con il Patriarca Kirill, ed i suoi discorsi ha sempre dimostrato che la pace può essere solo la conseguenza di un dialogo fondato sul buon senso e la capacità di una politica saggia. La violenza indiscriminata non porta alla pace, come anche la corsa agli armamenti, o agli interessi di pochi a trasformare un evento bellico in business, e questo già sta avvenendo. Non porta alla pace il confronto verbale aggressivo, come quella politica di confronto fra potenze, anche se a distanza, che può anche generare l’allargamento del conflitto.
Deve far riflettere in questo conflitto il fallimento da parte di molti attori dell’azione diplomatica. Anche la stessa Unione Europea, che è coinvolta per vari aspetti, ha dimostrato l’incapacità a condurre le parti ad un corretto tavolo del dialogo, forse perché ha troppi interessi da difendere e non potrà mai svolgere il giusto ruolo di mediazione. Altri ci stanno provando, ma nel frattempo la morte domina e la violenza detta le regole. Tutto accade nella normalità, perché questa è la guerra e sembra che sia più facile fare la guerra e non la pace. La pace è ben altro, molto più difficile da raggiungere, ma non ci sono alternative se si crede nel mondo giusto.

Don Cesare Lodeserto
Vicario Generale Diocesi di Chisinau - Referente MCL Moldavia

Sì, la pace è possibile!

I nostri tempi non hanno bisogno di alcun’immagine per poter illustrare il contrario della pace. Le immagini si succedono sugli schermi delle nostre TV, dei nostri PC, dei nostri telefonini. Troppe immagini! Poi vediamo le conseguenze della situazione riportata dai nostri cronisti: migliaia, di più – milioni di persone in fuga dalla guerra. Sono già ai confini dei nostri paesi, nelle nostre città, sulle nostre strade.
Non c’è bisogno di raccontare la guerra, anche se c’è più della guerra in quello che l’umanità vive in questi tempi. Possiamo dire che quello che si vede sono i sintomi della malattia, però diagnosi puntuale e cure vanno trovato2 dagli esperti “medici” della società. Quello che sta a me, a molti di noi, è dire con San Paolo VI: “Il nostro annunzio è semplice come un assioma: La pace è possibile”. Con la testimonianza e non solo a parole.
Nel suo Messaggio del 1° gennaio 1973 il Sommo Pontefice faceva questo annunzio a tutti a tutti: “La nostra speranza, la nostra convinzione - la pace è possibile - sarebbe soffocata dal dubbio prima, dall’irrisione, dallo scetticismo poi, dalla negazione alla fine: quale fine! Ripugna pensare ad un simile crollo! Bisogna invece risollevare l’affermazione fondamentale circa la possibilità della pace in queste altre due affermazioni complementari: la pace è possibile, se veramente voluta; e se la pace è possibile, essa è doverosa.
Il che significa scoprire quali forze morali sono necessarie per risolvere positivamente il problema della pace. Occorre avere, noi altra volta dicemmo, il coraggio della pace. Un coraggio di altissima qualità: quello non della forza bruta, ma quello dell’amore: ogni uomo è mio fratello, non vi può essere pace senza una nuova giustizia, ripetiamo.”
Il Papa indicava chiaramente chi è responsabile, ma possiamo provare noi per primi questo che lui ulteriormente diceva: “se mai l’eco di questo cordiale messaggio giunge ai vostri orecchi, scenda anche ai vostri cuori, e conforti insieme le vostre coscienze con rinnovata certezza circa la possibilità della pace”. Il Pontefice santo richiamava, insomma, al bisogno di sapienza per considerare questa paradossale certezza e fondare, costruire   nella verità, nella giustizia, nella carità e nella libertà la pace. Citava così il Suo Predecessore Giovanni XXIII e la sua Enciclica «Pacem in terris», di cui si compiva il decennio nell’aprile del 1973. Il coraggio di corrispondere a un dono dello Spirito Santo quale è la sapienza dovrebbe animare ognuno di noi e la pace si vedrà nelle nostre parole e azioni, tutte.

Padre Francisc Ungureanu
Vicario Episcopale Diocesi di Bucarest - Referente MCL Romania
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