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  Al via il nuovo Progetto Mcl per la terza età

Data di pubblicazione: Mercoledì, 21 Marzo 2007

TRAGUARDI SOCIALI / n.25 Marzo / Aprile 2007 :: Al via il nuovo Progetto Mcl per la terza età

Una rete di azioni per gli anziani


Al via il nuovo Progetto Mcl per la terza età
UNA RETE DI AZIONI PER GLI ANZIANI


       La fine del XX° secolo ha portato una rivoluzione della longevità. La speranza di vita si è incrementata di vent’anni dopo il 1950, giungendo a sessantasei anni, ed è prevedibile che si estenderà di ulteriori dieci anni entro il 2050. A livello mondiale si prevede che la percentuale di sessantenni o ultrasessantenni raddoppierà tra il 2000 ed il 2050 (dal 10 al 21%), mentre quella dei minori si ridurrà di un terzo (dal 30 al 21%). Nel 2000 gli ottantenni erano settanta milioni. Nel 2050 si prevede un numero cinque volte superiore.

       Nei prossimi decenni l’invecchiamento interesserà anche i Paesi in via di sviluppo, dove la popolazione anziana aumenterà di quattro volte nei prossimi cinquant’anni: quello che nei Paesi più sviluppati è stato un processo graduale, durato diversi decenni e diverse generazioni, nei Paesi in via di sviluppo verrà compresso in due, massimo tre, decenni. Sono scenari, questi, che impongono una forte presa d’atto da parte della politica e delle istituzioni. Seppur di dimensioni globali, il problema può essere affrontato in modo risolutivo solo a livello di comunità locali: per questo Mcl sta monitorando tre realtà nazionali, ubicate rispettivamente al nord, Novara; al centro, Roma; al sud, Bari. Le istituzioni locali, infatti, possono vantare specificità significative per quanto riguarda la coesione sociale, l’isolamento e il disagio, la vivibilità, la mobilità e l'accesso ai servizi.

      L’invecchiamento rappresenta una delle più importanti conquiste dell’umanità ed è, in questo senso, un trionfo. E’ una sfida piena di opportunità positive, una sfida che chiede cambiamenti nelle attitudini, nelle politiche e nelle pratiche a tutti i livelli e settori, così da valorizzarne l’enorme potenziale. E’ necessario un nuovo approccio per affrontare l’invecchiamento della popolazione: un approccio integrato che affronti i problemi del welfare, dell’abitare, del vivere, delle cure, dei servizi. Questo mutamento è oggi assolutamente prioritario rispetto allo sviluppo di qualsiasi politica di settore per l’ampliamento dell’offerta dei servizi. Già con il precedente progetto “Raccontando…” avevamo verificato la necessità di un approccio differenziato ai disagi degli anziani, visto il mismatch strutturale che in maniera determinante condiziona la cultura, la vita ed il pensiero della società italiana.

       Il Movimento Cristiano Lavoratori, proseguendo nel solco tracciato dai precedenti interventi, sta realizzando con il contributo del Ministero della Solidarietà Sociale il progetto dal titolo “Rete di azioni sociali per anziani”, rientrante fra i progetti cofinanziati ai sensi dell’art. 12 lettera F della Legge 383/2000. Lo scopo è elaborare un modello di riferimento per le tematiche degli anziani, per trasformare la decennale esperienza di valori e di disponibilità reciproche in qualcosa che possa permanere in modo concreto e duraturo nel tempo. Il rischio, infatti, è che i mutamenti sociali e culturali ai quali assistiamo possano, ad esempio, dissolvere l’unico e più importante riferimento per l’anziano, il nucleo fondante della società: la famiglia.

       Lo stile di vita proposto dalla società moderna complica la gestione dei rapporti familiari: il dialogo è spesso inesistente, e non solo per la distanza generazionale ma anche per la distanza fisica. Al di là degli aspetti quantitativi è opportuno approfondire i mutamenti qualitativi e le trasformazioni degli assetti familiari, che richiedono un profondo ripensamento non solo dell’offerta di servizi alle persona, ma anche dell’organizzazione complessiva delle comunità.

       Disgregare la famiglia, intenzionalmente o attraverso l’omissione di serie politiche di supporto, significa rendere meno competitiva, meno prospera l’intera società, così come la negazione dei diritti della famiglia mette a rischio il permanere degli stessi diritti della persona, che per secoli hanno contraddistinto la nostra cultura occidentale. Ogni azione contro la famiglia, sia essa diretta che indiretta, è in realtà un attacco alle basi che sorreggono la nostra convivenza sociale ed è, crediamo, l’anticamera di un irreversibile suicidio culturale.


Stefano Ceci

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