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  Grazie Cardinal Ruini

Data di pubblicazione: Sabato, 24 Marzo 2007

TRAGUARDI SOCIALI / n.25 Marzo / Aprile 2007 :: Grazie Cardinal Ruini

di Michele Giusti


GRAZIE CARDINAL RUINI


      
       Meglio criticati che irrilevanti. Parole d’oro, quelle del card. Camillo Ruini, per ricordare i suoi 16 anni alla Cei in cui ha comunicato all’Italia il suo sconcerto di pastore, la sua grinta di padre attento, la sua tenerezza di amico caro, la sua forza di uomo libero, senza indietreggiare di fronte alle critiche scomposte. Lo ha fatto dal suo punto di vista, di prete cattolico, figlio della Chiesa, abituato a dire pane al pane e vino al vino. Lo ha fatto col coraggio che la situazione richiedeva, in un Paese divenuto tiepido, senza spina dorsale, che butta tutto in politica, attento solo a relativizzare, che non crede a niente, nemmeno a se stesso. Almeno stando a ciò che scrivono i giornali.

       Ma Ruini sapeva di parlare anche a un’altra Italia, che non conta e non esiste per i media, ma che tira la carretta tutto il giorno, che soffre per i figli, che si alza presto per andare al lavoro, che affida alla Madonna le sue pene, che fa debiti per pagare casa e mobili, che gioisce per una vacanza di pochi giorni. Quell’Italia che crede ancora nella vita, che offre una mano al vicino, che ritiene normale che un uomo e una donna mettano su famiglia, che ha orrore dell’aborto, che si sente parte di un mondo che non è solo una somma di individui. Quell’Italia che di fronte alle cose importanti si mostra determinata, come avvenne col referendum sulla fecondazione nel 2005. Quanti insulti, accuse, critiche al cardinale che diceva che la vita va difesa. I giornaloni filo governativi e dei grandi poteri, la tv che la sa lunga, avevano previsto un bagno di sangue nelle urne per il cardinale retrogrado e i suoi bigotti; una debâcle per questo prete presuntuoso che osava difendere la vita. Qualcuno propose addirittura di arrestarlo, il cardinale, e con lui i preti che si ostinavano a dire no ai bambini ogm, no alle manipolazioni. Che tempi! E che avremmo fatto senza una guida così ferma e solida? Da chi saremmo andati? Ma la storia è andata come tutti sanno, il referendum ha schiantato con quasi l’80% dei voti i predicatori del nulla. Quel popolo che non va appresso ad attricette e perditempo elevati a dispensatori di saggezza moderna, pur di criticare la Chiesa e i suoi pastori, scelse la saggezza di Ruini. Con grande scorno di quei cattolici adulti, che amano ricordare di essere cattolici soprattutto quando devono dire o fare qualcosa contro gli insegnamenti della Chiesa. Mai il contrario. Ruini ha ricordato ai cattolici che se non si testimonia la propria fede, si è inutili. Si è irrilevanti, si scompare, ci si annulla nella società fra un centro di fitness e un circolo di bocce. Se i cristiani non si dannano per costruire una società migliore, se non dicono la verità di fronte alle maggioranze scomode, se non si sporcano le mani con la polemica, se si accodano alle mode del momento o ai poteri forti, allora che ci stanno a fare? Noi paghiamo ancora oggi un prezzo altissimo alla sciagurata ‘scelta religiosa’ dei decenni scorsi, quando i cattolici adulti si ritirarono nelle sacrestie, invece di essere il sale della terra; tutti alla finestra, come se i cristiani non avessero qualcosa da dire; non uno, ma cento passi indietro nella responsabilità di fronte al mondo, fecero i cattolici, delegando tutto agli altri. Il risultato si è visto.

       Ruini è stato un grande nel ribaltare questa impostazione culturale che, prima che perdente, era irrilevante, quindi inutile. Ha detto a tutti noi: ricordatevi che siete cristiani, e se lo siete per davvero dovete alzare la testa, battervi per ciò in cui credete, difendete la verità, e anche voi stessi. In una società ultra secolarizzata, ci ha ricordato il valore della fede, l’amicizia della Chiesa e ha difeso la nostra identità sempre più annacquata, a causa di noi stessi e forse anche di maestri troppo tiepidi, spesso desiderosi di guadagnarsi un titolo sui giornali che contano o la benevolenza dei poteri forti. Mesi fa qualcuno sottolineava i discorsi di certi altissimi prelati, che spaziano in sociologia e buonismo, ma non citano mai Gesù nelle loro lunghe e noiose omelie. A Ruini che lascia la Cei diciamo grazie, con gratitudine immensa per aver seminato con pazienza, per aver accolto e ascoltato, per essere stato fermo nella guida del popolo cristiano e punto di riferimento sicuro e affidabile in una società specializzata nel demolire tutto. Grazie per essere stato una guida chiara e amica, cui ci siamo affidati con serenità, sicuri che non avremmo mai avuto sorprese sgradite, e mai ne abbiamo avute. Lo hanno accusato di essere un politico, di interferire con lo Stato, di occuparsi di cose che non lo riguardavano, lo hanno insultato. Lui ha sopportato tutto con pazienza e carità, come fa un padre con i propri figli discoli. Consapevole che quelli non avevano capito nulla. Ce ne fossero di uomini così!


Michele Giusti

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