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  Governo: una crisi solo rinviata

Data di pubblicazione: Giovedì, 22 Marzo 2007

TRAGUARDI SOCIALI / n.25 Marzo / Aprile 2007 :: Governo: una crisi solo rinviata

Crisi di governo


GOVERNO: UNA CRISI SOLO RINVIATA


       La crisi di governo per ora è rinviata. Le dimissioni del mercoledì delle Ceneri, e la fiducia ottenuta al Senato una settimana dopo, non hanno rafforzato l’esecutivo Prodi, ma lo hanno ancora più indebolito. Non solo perché sui temi etici e sulla politica estera e su quella economica i partiti dell’Unione hanno opinioni spesso diverse, talora opposte. Ma soprattutto perché la maggioranza di governo si regge al Senato solo sul voto di Follini, già leader Udc e vicepremier nel governo Berlusconi; sul voto ballerino di un senatore argentino che cambia idea varie volte al giorno; e sulla buona salute di un gruppetto di ottuagenari senatori a vita che finora hanno tenuto in piedi Prodi, benché non eletti nel suo schieramento. La maggioranza peraltro ha anche al suo interno numerose dissidenze, come dimostra l’espulsione di Turigliatto dal Prc, reo di lesa maestà. Insomma, per una nuova crisi è solo questione di tempo. Ciò non fa bene al Paese e nemmeno alla politica. Il mercato delle vacche, alla ricerca di un voto in più per tenere in piedi il governo Prodi, è stato un segnale bruttissimo mandato agli italiani da parte di chi si riprometteva di governare la nazione con uno stile diverso rispetto al passato, almeno a sentire la propaganda.

       In tutta questa vicenda quello che ci interessa sottolineare è il ruolo dei cattolici, i quali sembrano svolgere un ruolo marginale. Sui temi etici, sulla famiglia, sulle politiche sociali in genere (droga, eutanasia, eugenetica, immigrazione, pensioni) la difficoltà dei cattolici a dettare la loro agenda al governo è evidente. Sono costretti sempre ad andare al rimorchio delle proposte altrui e ad esserne sopraffatti. Sembra di rivedere gli anni lontani in cui una nutrita pattuglia di cattolici adulti era impegnata nel partito comunista con la qualifica di indipendente, ma la loro incidenza sulle Botteghe Oscure era prossima allo zero, però loro sentivano di avere la coscienza a posto perché la testimonianza era resa. Oggi c’è il paradosso inverso, tanti partiti annoverano al loro interno i cattolici, a destra e a sinistra, eppure mai come in questa epoca è stata in forse ciò che di più caro esiste per i cattolici, cioè la negoziabilità su argomenti come la vita, il diritto naturale, perfino la libertà di espressione. Per non dire che mai come in questa epoca al Papa e alla Chiesa e ai suoi rappresentanti sono state riservate così tante critiche e dileggi.

       Per farla breve, assistiamo a troppe autoproclamazioni di appartenenza al mondo cattolico, e a poche scelte consequenziali. Il che non fa bene alla politica, ma soprattutto fa male alla comunità cristiana che non riesce più a capire dove volgere lo sguardo con fiducia, e dove invece temere la trappola culturale, il tranello mediatico, la strumentalizzazione furba e maliziosa. Insomma, si dicono cattolici per prendersi il nostro voto, e poi ne fanno quello che vogliono. E allora, per non perdersi nel caos inutile di questa situazione, ci sembra doveroso riporre attenzione e fiducia filiale nell’insegnamento e nel magistero del Papa e della Chiesa, sapendo che ciò potrà non piacere al potere, alla moda del momento, ai giornali importanti, a qualche grande associazione che strizza l’occhio a tutti tranne che al mondo cui appartiene. Ma sapendo pure che in questo tempo chiassoso, la voce del Papa ci guida con parole di verità e carità, le uniche che valga la pena di ascoltare e che, soprattutto, non tradiscono mai chi le accoglie.

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