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  Invalidità civile: barra dritta verso l'INPS

Data di pubblicazione: Domenica, 11 Giugno 2006

TRAGUARDI SOCIALI / n.20 Aprile / Maggio 2006 :: Invalidità civile: barra dritta verso l'INPS

di Roberto Milaneschi


INVALIDITA' CIVILE:
BARRA DRITTA VERSO Ll’INPS


       Oggi le procedure per ottenere le prestazioni economiche sono troppo frammentate (Asl, Commissioni di verifica, Comuni, Regioni, Inps). Una delibera del Comitato di Indirizzo e Vigilanza dell’Inps propone di trasferire tutte le competenze all’Istituto previdenziale. Ne trarrebbero beneficio i cittadini più deboli (procedure omogenee e più snelle in tutto il territorio nazionale, tempi di liquidazione dimezzati) e inoltre il ripristino del ricorso amministrativo.

       La Federazione Pensionati MCL applaude e rilancia: tutto all’Inps da subito!

       La legge 248 del 2 dicembre 2005 ha trasferito all’Inps alcune funzioni residuate allo Stato in materia di invalidità civile, cecità, sordomutismo, handicap e disabilità, già di competenza del Ministero dell’economia e delle finanze.

       Alla luce di questa modifica legislativa, il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps, nella seduta del 17 gennaio u.s., ne individua gli aspetti positivi e negativi.

       Tra gli aspetti positivi vi è senz’altro la sostituzione delle Commissioni periferiche con l’Inps. A tal proposito l’istituto sottolinea che in tema di giudizio medico-sanitario può garantire:

1) strutture sanitarie periferiche, distribuite su tutto il territorio nazionale e nelle aree metropolitane, consolidate per esperienza professionale maturata    nel corso del tempo nel campo dell’accertamento dell’invalidità;
2) una metodologia medico-legale uniforme su tutto il territorio nazionale e conseguente omogeneità dei giudizi medicolegali;
3) strumenti gestionali avanzati e sperimentati;
4) disponibilità, presso le stesse strutture periferiche dell’istituto di effettuare accertamenti clinico-strumentali specialistici per le finalità medico-legali.

       Tali metodologie consentono di ottenere:

• un monitoraggio costante della qualità dei giudizi medico-legali attraverso adeguate procedure informatiche;
• riduzione dei tempi di attesa;
• garanzia di tutte le misure volte alla tutela dei dati sensibili e ultrasensibili.

       Ma tutto questo, secondo il CIV, non basta. Occorre che siano perseguiti ulteriori obiettivi in grado di supportare gli aspetti sopra esposti. In particolare:
• la rivisitazione complessiva della normativa dell’invalidità civile al fine di superare l’attuale frammentazione;
• la revisione delle tabelle di valutazione delle menomazioni la cui ultima stesura risale al 1992, in linea con le scale di valutazione adottate a livello internazionale ADL e IADL;
• la reintroduzione del ricorso amministrativo, non più operativo dal gennaio 2005 al fine di ridurre il contenzioso giudiziario.

       Tra gli aspetti negativi della nuova legge il Comitato di indirizzo evidenzia la mancata integrazione dell’istituto nel complesso iter della pratica, mentre è chiamato alla legittimazione passiva in sede giudiziaria anche nel caso di richieste diverse da quelle tipicamente legate alla concessione di indennità economiche (assegni, pensioni, indennità), quali ad esempio il diritto all’assistenza sanitaria, l’iscrizione negli elenchi speciali del collocamento obbligatorio, gli accertamenti medici per ottenere i benefici previsti dalla legge 104/92 (permessi per figli, genitori con handicap, ecc).

       Più volte abbiamo ribadito, anche dalle colonne di questo giornale, le stesse proposte formulate oggi dal CIV. E’ giunto il momento di trasferire davvero tutte le competenze all’Inps, in materia di invalidità civile, per evitare doppi passaggi di pratiche tra i vari enti che rallentano notevolmente i tempi di accertamento e di erogazione delle prestazioni.

       Nelle grandi città occorrono anni per ottenere, ad esempio, l’indennità di accompagnamento che dovrebbe servire alla famiglia nel momento del bisogno. L’assistenza di un anziano non autosufficiente richiede un grande impegno dei familiari che in prima persona sono chiamati a dare risposte concrete. Lo Stato, le Regioni, i Comuni devono sostenere questi sforzi con servizi efficienti e aiuti immediati.

       La Federazione Pensionati MCL sostiene queste proposte perché è convinta che un unico polo di riferimento, in grado di colloquiare in rete, garantisca il pieno rispetto e la piena fruibilità dei diritti, specie quando si tratta di diritti dei cittadini più deboli.


Roberto Milaneschi



Roberto Milaneschi, toscano verace, è stato incaricato dalla Presidenza Nazionale del Movimento di assumere la presidenza della Federazione Nazionale Pensionati del Mcl, dopo la scomparsa mai colmata del compianto
Andrea Leonetti. Milaneschi, che è anche Vice Direttore Generale del Patronato Sias, raccoglie quindi un’eredità difficile, sia per la statura morale e politica del suo predecessore, sia per la complessa situazione dell’universo anziani in Italia. Ma bisogna andare avanti. E Roberto, che ha da sempre dimostrato ‘sul campo’ la sua grande umanità e preparazione, siamo certi saprà essere all’altezza della situazione, ben oltre ogni più rosea aspettativa.
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