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  Il grande male, la terribile storia

Data di pubblicazione: Martedì, 13 Giugno 2006

TRAGUARDI SOCIALI / n.20 Aprile / Maggio 2006 :: Il grande male, la terribile storia

di Giovanni Gut


IL GRANDE MALE,
LA TERRIBILE STORIA DEI CRISTIANI ARMENI



         Ad Istanbul il 24 aprile del 1915 furono arrestati e, successivamente, uccisi i maggiori esponenti della comunità armena. Questo crimine, che potrebbe apparire come una goccia di violenza nel mare della ferocia del primo conflitto mondiale, segna l’inizio del genocidio del popolo armeno, il primo dei tanti che il secolo XX avrebbe tragicamente imparato a conoscere.

       Già verso la fine del XIX secolo e i primi anni del ‘900 gli armeni furono perseguitati dalle autorità imperiali. Con l’avvento al potere del regime dei ‘giovani turchi’ e della loro politica ferocemente nazionalistica volta a ‘turchizzare’ l’impero ottomano, la situazione per il popolo armeno divenne intollerabile. Sfruttando l’alibi della guerra, i nuovi padroni della Sublime Porta decisero di attuare la loro politica di sterminio per sbarazzarsi di un popolo che poteva ostacolare i loro progetti. Così, gli uomini di etnia armena che prestavano sevizio nell’esercito furono ridotti ai lavoro forzati ed eliminati. Mentre, con il pretesto di proteggere la comunità armena – all’epoca divisa tra i territori dello zar e quelli dell’impero ottomano – le autorità ‘evacuarono’ le donne, i vecchi e i bambini trascinandoli in una lunga marcia verso il deserto della Siria, durante la quale furono vittime di stupri, abusi, torture, uccisioni. Si calcola che in questo periodo un milione e mezzo di armeni morirono. Nonostante la caduta dell’impero e la condanna in contumacia dei responsabili politici dell’eccidio, le sofferenze degli armeni non cessarono e, tra il 1920 e il 1923, furono costretti ad abbandonare le loro terre a causa delle persecuzioni da parte Mustafà Kemal, padre della moderna Turchia, che intendeva riaffermare il suo dominio sull’intera penisola anatolica. Ancor oggi la Turchia minaccia e condanna gli intellettuali che con coraggio ed onestà lottano per affermare la verità storica contro la verità ufficiale, e che invitano a riflettere sul genocidio armeno. Le minacce non vengono rivolte solamente contro i propri cittadini ma pure contro quegli Stati, tra cui quelli appartenenti all’UE, che hanno riconosciuto ufficialmente, o intendano farlo, la giornata della memoria del genocidio armeno. Eppure, in un contesto come quello di oggi, in cui la Turchia chiede di entrare a far parte della famiglia delle nazioni europee, è necessario che accolga la risoluzione (non vincolante) con la quale il Parlamento Europeo le ha chiesto di riconoscere il genocidio degli armeni come prerequisito per l’ingresso nell’Unione Europea.


Giovanni Gut

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