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  Emmaus

Data di pubblicazione: Venerdì, 16 Giugno 2006

TRAGUARDI SOCIALI / n.20 Aprile / Maggio 2006 :: Emmaus

Rubrica di Mons. Francesco Rosso
Il lavoro, dono di Dio


IL LAVORO, DONO DI DIO


      Benedetto XVI ha voluto celebrare, il giorno 19 marzo, festività di San Giuseppe, l’incontro con il mondo del lavoro. Ben diciannove associazioni che si ispirano alla Dottrina sociale della Chiesa hanno risposto all’invito.

       La celebrazione eucaristica è stata fatta in San Pietro: è stato il primo incontro del Papa con i lavoratori in tutte le loro espressioni. Il Movimento Cristiano Lavoratori era presente con una folta delegazione guidata dal Presidente Carlo Costalli. La celebrazione ha visto inseriti, nei momenti liturgici particolari, anche le persone del Movimento. L’incontro, molto apprezzato, è stato vissuto in tutte le sue parti, provocando di certo non poche emozioni sui presenti.

       Per la prima volta Benedetto XVI rivolgeva la parola ai lavoratori e lo ha fatto con molta vivacità, toccando punti di particolare rilevanza, ma soprattutto sollecitando i presenti a riferirsi ai principi della Dottrina sociale cristiana, quale riferimento certo e stimolo per ogni scelta del lavoro, vissuto con l’ispirazione cristiana.

       Dopo il commento ai testi proposti dalla liturgia, il Papa si addentrava nel significato del lavoro alla luce della figura di San Giuseppe, uomo del lavoro, scelto dalla Provvidenza ad essere il custode “della salvezza affidata a Cristo Signore”.

       Il lavoro, oggi al centro di cambiamenti “rapidi e complessi” è dono di Dio che, nella creazione, come riferisce la Genesi al cap. 2, consegna all’uomo, e lo “invita a lavorare la terra”. Un dono che diventa “fatica e pena” a causa del peccato; tuttavia, dice il Santo Padre, “nel progetto divino mantiene inalterato il suo valore”. Anche il Figlio di Dio, facendosi in tutto simile a noi, si dedicò per molti anni ad attività manuali, tanto da essere conosciuto, come dice San Matteo nel suo Vangelo, come “il figlio del carpentiere”.

       Il Papa mette in risalto l’attenzione della Chiesa, soprattutto in questi ultimi tempi, verso il mondo del lavoro. E’ vero se penso alle tre encicliche di Giovanni Paolo II: una trilogia che affonda le sue radici nelle scritture, ma capace di leggere i bisogni dell’oggi, offrendo un respiro di speranza a chi dal proprio lavoro trae il sostentamento per sé, per i suoi cari, e per il miglioramento della società.

       Il discorso del Papa, ad un certo punto, sembrava volesse rivolgersi direttamente a noi del Movimento, pionieri della difesa del giorno di festa, momento imprescindibile per un lavoro sereno, ma soprattutto per la crescita del lavoratore stesso. “Il lavoro riveste primaria importanza per la realizzazione dell’uomo e per lo sviluppo della società, e per questo occorre che esso sia sempre organizzato e svolto nel pieno rispetto dell’umana dignità e al servizio del bene comune. Al tempo stesso, è indispensabile che l’uomo non si lasci asservire dal lavoro, che non lo idolatri…”. Al riguardo giunge opportuno l’invito contenuto nella prima Lettura: “Ricordati del giorno di sabato per santificarlo… cioè consacrato a Dio, in cui l’uomo comprende meglio il senso della sua esistenza e anche dell’attività lavorativa…”. Il Santo Padre ci ha quindi ravvivato il nostro impegno a difesa del “giorno del Signore” perché noi e tutti i credenti arriviamo “a santificarci attraverso il nostro lavoro”.

       Non voglio inoltre trascurare l’attenzione del Papa verso i giovani che a fatica riescono ad entrare nell’attività lavorativa. Anche noi, come Movimento, ci siamo messi in viaggio per addentrarci più a fondo nel “pianeta giovani”. Non ci mancano certo le idee, i luoghi, opportunità varie; credo che per capire le problematiche giovanili oggi, sia importante mettersi alla loro stregua. L’osservatorio voluto dal Presidente del Movimento è un passo importante per iniziare un lavoro di lettura e cercare le occasioni per le risposte.

       Non me ne abbiate se ancora una volta vi affido l’immagine di Emmaus, molto opportuna in questo tempo pasquale, perché ravvivati dalle sollecitazioni del Papa, sentiamo ancora una volta di metterci in viaggio, per accompagnare le ansie, le attese, ma anche le gioie della nostra società.


Don Checco

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