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  Testimoni nel lavoro e nella festa

Data di pubblicazione: Giovedì, 15 Giugno 2006

TRAGUARDI SOCIALI / n.20 Aprile / Maggio 2006 :: Testimoni nel lavoro e nella festa

Verso il convegno ecclesiale di Verona


Testimoni nel lavoro e nella festa


VERSO IL CONVEGNO ECCLESIALE DI VERONA


      Evangelizzazione e promozione umana nel 1976 a Roma, Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini nel 1985 a Loreto, Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia nel 1995 a Palermo. Sono questi i tre convegni ecclesiali celebrati sino a oggi dalla Chiesa italiana mentre è in avanzata fase di preparazione il quarto che si svolgerà a Verona, nell’ottobre di quest’anno, sul tema Testimoni di Gesù Risorto speranza del mondo.

       I convegni fino a ora celebrati sono stati il tentativo, in gran parte riuscito, di reagire al cambiamento della società individuando i problemi concreti e nuovi con i quali i cristiani si devono misurare. Il prossimo convegno di Verona si colloca in ideale e fattiva continuità con quello di Palermo, centrato sul tema della carità, così come il primo a Roma approfondì la virtù della Fede. A Palermo parteciparono in 2.335 tra delegati delle diocesi e invitati, i quali concentrarono la loro riflessione sugli ambiti della cultura e della comunicazione sociale, dell’impegno sociale e politico, dell’amore preferenziale per i poveri, della famiglia e dei giovani, anche con l’aiuto delle relazioni del teologo Piero Coda sugli aspetti pastorali e del sociologo Franco Garelli sulla religiosità degli italiani, così come risultava da sondaggi condotti in quel periodo. Entrambi sottolinearono l’esigenza di una Chiesa più attenta alla dimensione della spiritualità e più estroversa verso il mondo. Il Papa, nel suo intervento del 23 novembre ‘95, evidenziò la necessità di passare da una pastorale di conservazione dell’esistente a una missionaria.

       Il IV convegno nazionale della Chiesa italiana, Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo, si terrà a Verona dal 16 al 20 ottobre del 2006. Il tema del convegno, come anticipato dal segretario generale della Cei mons. Giuseppe Betori, rispecchia la natura della “missione del cristiano nella storia” che si esprime “nei termini della testimonianza”. Non solo “esemplarità di vita cristiana”, ma anche “comunicazione di Cristo, verità che fa liberi”. Due le linee tematiche individuate: “quella che insiste sul profilo pastorale”, e una seconda attenta “alla laicità sul versante di una vita cristiana”, nella quale “la testimonianza del Vangelo” sia “capace di fare sintesi tra coscienza, libertà e storia”. Possiamo allora dire che l’indicazione che il venerato Papa Giovanni Paolo II formulò a Palermo per una pastorale missionaria trova il suo compimento proprio nella dimensione della testimonianza che è dovere di tutti i cristiani, presbiteri e laici.

       A questo compito non ci possiamo certo sottrarre noi del Movimento Cristiano Lavoratori, movimento ecclesiale di “testimonianza” evangelica organizzata; anzi, il documento preparatorio offre più di uno spunto per la nostra azione: in particolare l’ambito del “lavoro e festa” che già ci ha visti impegnati negli anni scorsi in una vasta campagna che avevamo denominato La Domenica è festa!.

       Sappiamo bene come la festa sia un diritto intrinsecamente legato alla dignità della persona: ciascuno deve poter disporre di sufficiente riposo e tempo libero che gli permetta di curare la vita familiare, culturale, sociale e religiosa. Alla luce di queste considerazioni appare chiaro che la dimensione della festa è molto di più del semplice riposo fisico. Si tratta di esigenze primarie che riguardano tutti gli uomini, sì che la salvaguardia e la tutela della festa è da considerare un bene comune, indipendentemente dal credo religioso.

       Per i cristiani la festa è simultaneamente momento religioso (senza la Domenica non possiamo vivere!) e momento umano (umanizzazione del lavoro): per noi la festa si connota come Giorno del Signore, giorno da santificare con la partecipazione all’assemblea eucaristica, con un’opera di carità, con la riflessione per la crescita personale e comunitaria. La festa cristiana ricorda che la dignità dell’uomo si fonda non sul lavoro soltanto, ma primariamente su Dio, che in Gesù Cristo libera dall’asservimento ai progetti umani. In funzione di queste caratteristiche va salvaguardato il significato della Domenica come giorno di festa di fronte al tentativo, sempre più potente e pervasivo, di farne un giorno come tutti gli altri o un giorno spiccatamente dedicato al consumo.

       La riflessione e l’approfondimento che nelle nostre province e nelle nostre realtà locali si va facendo proprio su questo tema fa riprendere vigore anche a uno dei principi-chiave su cui si è articolato il recente Congresso Mcl: posto che il lavoro è un valore, esiste un “primato” del lavoro in se stesso che ‘conta’ per chi lavora, per il lavoratore, prima ancora dei beni e dei profitti che tale lavoro produce. Per questo il nostro impegno è per riaffermare la centralità del lavoro ed evitare il suo confinamento in una posizione residuale rispetto a finanza e profitto.

       Proprio per il rispetto che portiamo al lavoro e alla festa, siamo fortemente impegnati a identificare un percorso virtuoso che conduca ad armonizzare i tempi di lavoro con i tempi della famiglia e con i tempi della città, attraverso una sorta di “flessibilità circolare”: a una maggiore flessibilità richiesta dalle aziende deve corrispondere cioè una analoga e speculare flessibilità dei tempi di lavoro, in modo tale da rendere possibile alle famiglie la cura dei propri componenti più deboli quali minori, anziani, ammalati. Un progetto che va nella direzione di una rinnovata coesione sociale, della concretizzazione di una vera sussidiarietà e dell’affermazione concreta di quei valori di vita, famiglia, lavoro, che sono il fondamento del nostro interesse e del nostro impegno.


Noè Ghidoni

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