NOME UTENTE        PASSWORD  

Hai dimenticato la tua password?

Nell'ultimo numero di Traguardi Sociali:
Traguardi Sociali

Stai sfogliando il n.22 Settembre / Ottobre 2006

Leggi la rivista in formato pdf Cerca numeri arretrati in archivio
.PDF Numero 22 (1851 KB) Sfoglia l'archivio di Traguardi Sociali Sfoglia l'archivio di Traguardi Sociali

  Più qualità per gli italiani all’estero

Data di pubblicazione: Martedì, 19 Settembre 2006

TRAGUARDI SOCIALI / n.22 Settembre / Ottobre 2006 :: Più qualità per gli italiani all’estero

Parla Franco Danieli, viceministro degli Esteri


Parla Franco Danieli, viceministro degli Esteri


PIU' QUALITA' PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO


La questione degli italiani all’estero è uno degli argomenti di interesse generale di maggiore attualità in questo periodo, e riguarda da vicino non solo il Mcl ma la comunità intera. In questo numero abbiamo voluto approfondire il tema con un’intervista realizzata dall’amico Paolo Manzo, giornalista di Vita no profit, al viceministro degli Esteri Franco Danieli.


       Il Ministero degli Italiani nel mondo non c’è più, ma non è affatto scontato che i nostri connazionali che vivono fuori confine siano oggi meno importanti di ieri.

       Per almeno tre motivi. Primo. Alle elezioni dello scorso 9 e 10 aprile, milioni di nostri connazionali hanno potuto votare per la prima volta, eleggendo sei senatori e dodici deputati. Secondo. A causa della differenza minima di voti per centrodestra e centrosinistra, al Senato sono risultati decisivi proprio gli eletti nelle circoscrizioni estere. Terzo. Il viceministro degli Esteri, Franco Danieli, con delega per gli italiani nel mondo potrebbe avere più poteri decisionali del ministro “senza portafoglio” Tremaglia, essendo parte integrante della Farnesina, in quanto vice di D’Alema.

Ministro, iniziamo dal problema dell’“intasamento” della nostra rete consolare che, spesso, cozza contro le esigenze dei nostri connazionali che vivono all’estero. Quali sono i suoi progetti in merito?

       La mia intenzione è di dare una risposta in termini organizzativi all'enorme mole di richieste di concessione della cittadinanza che, soprattutto in alcuni Paesi del Sudamerica, hanno raggiunto il quarto di milione. Si tratta di un fenomeno pesante legato a contingenze economiche negative. In condizioni di criticità il passaporto italiano e la cittadinanza italiana consentono una maggiore mobilità e una maggiore opportunità. Lavoreremo per potenziare e razionalizzare la rete consolare.

Come spiega, comunque, questa impasse consolare?

       Perché l'ottenimento della cittadinanza è possibile, per legge, grazie allo ius sanguinis. Ecco perché arriviamo a queste dimensioni che hanno una forte ripercussione sull'organizzazione del lavoro dei consolati. Poi a seguito dei tagli operati alla rete consolare dal precedente Governo.

Quali sono i numeri dell’“intasamento”?

       Oggi sono 250mila richieste di cittadini d’origine italiana che si sono accumulate. E queste vengono evase con tempi lunghissimi, in qualche caso inaccettabili. Basti pensare che in Argentina l'attesa media è di due anni, con 53.537 richieste e in Brasile ben superiore, con 129.489 richieste di cittadinanza. Inoltre, in alcuni consolati brasiliani arriviamo a 12 anni per esaminare una pratica...

Un altro tema “caldo” è quello della cultura italiana e della televisione che, in teoria, dovrebbe farsi carico di diffonderla. Ogni riferimento a Rai International è puramente voluto...

       Rai International non piace né a me, né ai nostri connazionali. Ho la posta elettronica piena di messaggi che esprimono insoddisfazione per la programmazione, dove spesso, per dire, compaiono Pippo Baudo o Raffaella Carrà in vecchie trasmissioni in bianco e nero.

Proposte?

       Ci si aspetta che la Rai presenti un progetto per il rilancio di Rai International. Inoltre ci si aspetta che la Rai tenga più presente il servizio fornito da Rai News 24, che può essere reso ancora meglio disponibile con un intervento fattibile in due mesi e a costo zero. Mi sembra doveroso che Rai News 24 abbia la stessa dignità che hanno canali informativi analoghi di altri paesi, come quello della Bbc.

Come giudica la campagna elettorale che, per la prima volta, ha interessato anche milioni di italiani residenti all’estero?

       Il voto politico è stata una prima prova che, attraverso la corrispondenza postale, è andata bene, ma è evidente che come tutte le prime volte, fatta la prova, vanno introdotte delle correzioni. Lavoreremo per quanto riguarda una maggiore attenzione nella spedizione perché ci sono sistemi postali diversi, alcuni danno più garanzie, altri meno. Mi riferisco alla distribuzione in particolare. E c'è soprattutto bisogno di lavorare allo scrutinio che è avvenuto a Roma in un luogo dove c'era una dimensione inaccettabile: troppa gente che lavorava nello stesso posto, troppa confusione che andrà evitata in futuro.

Dopo il voto estero per il Parlamento, è ipotizzabile un voto estero per le Regioni?

       In primo luogo le Regioni devono introdurre negli statuti la possibilità che i corregionali all'estero possano concorrere a essere eletti nei rispettivi consigli regionali.
      
       Questo è oggetto di discussione in molte Regioni e mi auguro che rapidamente possa essere realizzato. La presenza di connazionali residenti all'estero nei consigli regionali consente di sprovincializzare le nostre menti e di cogliere nuove opportunità grazie al network etnico italiano nel mondo.

Un suo giudizio sui parlamentari eletti all’estero?

       I parlamentari eletti all'estero contano quanto quelli eletti in Italia e sono - devo dire - i quattro parlamentari dell'Unione più assidui, seri, i più responsabili e quelli che pagano anche un prezzo superiore perché, a differenza dei parlamentari nazionali che ogni fine settimana vanno a casa, loro non vanno a casa.


Paolo Manzo

 Torna ad inizio pagina 
Edizioni Traguardi Sociali | Trattamento dati personali