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  Ripartire dalla famiglia, speranza e futuro del Paese

Data di pubblicazione: Sabato, 19 Gennaio 2013

TRAGUARDI SOCIALI / n.56 Gennaio / Febbraio 2013 :: Ripartire dalla famiglia, speranza e futuro del Paese

Verso la 47a Settimana Sociale.

Potrebbe sembrare uno dei primissimi punti di un programma elettorale, sia esso nazionale che locale. In verità per il MCL lo è effettivamente e non da oggi, ed è per questo che il nostro Movimento è fortemente interessato a contribuire fattivamente al percorso di preparazione alla Settimana Sociale che si terrà a Torino a metà del prossimo settembre.
Il tema scelto “Famiglia: speranza e futuro per la società italiana” lo leggiamo in naturale continuità con le riflessioni e gli stimoli suscitati dalla celebrazione, a Milano, del VII Incontro Mondiale delle famiglie nel corso del quale il messaggio chiaro è stato che la famiglia, oltre che per la Chiesa e per la vita di fede, è soggetto fondativo per la vita della società intera, ancor più nel perdurare della difficoltà morale, sociale ed economica che pervade il mondo di oggi.
E’ da quell’incontro che occorre ripartire e, nello specifico, dalle parole del Papa il quale, nella celebrazione conclusiva, si rivolse alle famiglie presenti sulla spianata dell’aeroporto di Bresso riconoscendo che “la vocazione della famiglia non è facile da vivere, soprattutto nell’oggi contrassegnato da repentini e violenti cambiamenti sociali nei quali la famiglia stessa vive una crisi profonda ed è, sovente, oggetto di attacchi e vittima di delegittimazione politica”.
Senza negare i problemi, il Papa apre però alla speranza perché le famiglie “custodiscono l’amore, l’unica forza che può veramente trasformare il mondo” trasformando l’Omelia, proprio nell’occasione milanese, in un appello vibrante a riscoprire la grande dignità della famiglia cristiana, sia dentro la Chiesa che nella società intera. Una responsabilità che il Cardinale Scola aveva già richiamato in apertura dell’Assise mondiale, quando aveva affermato che “laddove i cristiani sanno essere testimoni, risultano propositivi di una vita buona in una società plurale come la nostra”. Ed è proprio questo il senso vero dell’impegno dei cattolici negli ambiti “pubblici”.
A Milano è il Santo Padre a insistere su un tema di straordinaria attualità, anche se ignorato o sottaciuto: la denatalità, perdurando la quale speranza e futuro sono temi svuotati di ogni senso. In verità la questione della crisi delle nascite è stato il primo punto evidenziato dal Presidente del Consiglio nella conferenza stampa di fine anno, ma nessuno dei commentatori lo ha ripreso perché più interessati alle minuzie e alle banalità piuttosto che alle prospettive e ai progetti di società: lo stesso vizio della politica.
Già il MCL aveva posto in evidenza tale questione, sia nel testo del contributo per il dibattito che precedette l’XI Congresso del 2009 (pagg. 21/22), sia nel documento del MCL elaborato in preparazione alla 46a Settimana sociale di Reggio Calabria (pag. 21). L’argomento avrà, poi, uno spazio particolare nel corso della stessa Settimana come centro dell’intervento di un autorevole relatore.
La crisi demografica, in atto da molti anni, non mostra segni di correzione o di inversione di tendenza.
I demografi, che osservano l’andamento delle nascite, hanno da tempo lanciato l’allarme ma sembra che le loro sollecitazioni non inquietino più di tanto coloro i quali devono pensare e progettare interventi in favore della famiglia, la cui formazione va favorita anche in prospettiva di questa primaria funzione. Siamo, e non solo il nostro Paese, a un tasso di fertilità delle donne inferiore ad 1,50, quando è più che evidente che dovrebbe essere superiore al 2 (gli esperti parlano del 2,09) per pensare a un saldo positivo di crescita.
Il primo obiettivo di una società è di mantenersi in vita ma la nostra società è costruita in modo tale che non riesce ad assicurare la sua sopravvivenza, dunque non riesce ad assicurarsi un futuro. E’ un fatto che non è possibile negare, se non rifiutandosi deliberatamente di vederlo.
In questo c’è la colpevole e subdola campagna di chi mira a sostituire il concetto di famiglia con altre “opzioni” che nulla hanno a che vedere con prospettive di “speranza e futuro”. Naturalmente ci sono diversi aspetti della questione da analizzare ma il fatto rimane in tutta la sua drammatica evidenza: la nostra società non è in grado di mettere al mondo il numero di figli necessario per sostenersi e continuare ad esistere. La conseguenza che se ne ha è semplicissima: o la nostra società cambia radicalmente strada o andrà verso un progressivo declino fino ad una fine certa.
Nel cammino di riflessione in vista della prossima Settimana Sociale, il nostro Movimento intende continuare a riflettere, a partire da questa questione determinante, per addentrasi poi in tutte quelle vicende, ben conosciute, che hanno impedito alla famiglia di essere appieno e consapevolmente quel “soggetto del bene comune da prendere a modello per abitare il nostro tempo, generatore di vita buona vissuta in responsabilità, nella comunione, nel prendersi cura gli uni degli altri, nel far scaturire la gratuità ed il dono di sé dalle proprie scelte, in questo modo capaci di contagiare positivamente tutta la società”.
Per arrivare a questo risultato vi è ancora molta strada da fare perché, come ha affermato il presidente del Comitato Scientifico e Organizzatore delle Settimane Sociali, S.E. Mons. Arrigo Miglio, “sono evidenti le crescenti e perduranti difficoltà della famiglia nel nostro paese, la scarsità e la lentezza da parte della politica nel promuovere iniziative efficaci a sostegno della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, unitamente ad una certa cultura che si accanisce a promuovere disgregazione e disorientamento”.
Nel corso del convegno di Bari di fine ottobre scorso sono stati delineati alcuni ambiti che potremmo già definire come traccia del prossimo documento preparatorio, e cioè: Famiglia e libertà educativa, Città e Famiglia: l’abitare, Famiglia e Welfare, Famiglia e Fisco, Famiglie e Impresa-Lavoro.
Ci auguriamo che sia nel cammino preparatorio, sia nella Settimana Sociale stessa, ci siano momenti alti di proposta da offrire, contemporaneamente, alla comunità ecclesiale e a tutta la comunità civile nel solco di una tradizione di presenza dei cattolici nel cuore della vita vera. Tradizione che speriamo rinnovata, qualificata, attualizzata.

Noè Ghidoni
Vice presidente MCL
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