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  Quel muro che divide Cipro

Data di pubblicazione: Lunedì, 5 Dicembre 2011

TRAGUARDI SOCIALI / n.50 Novembre / Dicembre 2011 :: Quel muro che divide Cipro

Intervista a Diomides Diomidous

Diomides Diomidous è il segretario generale della Federazione Democratica del Lavoro di Cipro (DEOK), il movimento cipriota che si occupa della salvaguardia e del miglioramento delle condizioni di lavoro, della sicurezza e della salute in ambito occupazionale, promuovendo la giustizia sociale e i valori democratici.

Quali gli effetti della crisi economica a Cipro e quali le questioni sociali più urgenti?
Cipro sta affrontando un aumento senza precedenti del tasso di disoccupazione dovuto alla crisi economica.
Il tasso di disoccupazione è arrivato al 2,8% alla fine del 2008 ed è balzato al 7,5% nell’agosto del 2011, pari a circa 30.000 persone. Questo dato è molto elevato considerando che la popolazione economicamente attiva nell’isola è di circa 400.000 persone.
Il mondo dell’edilizia, il commercio e i servizi sono stati i più colpiti dalla crisi. La crisi e la sua cattiva gestione da parte dell’attuale governo hanno condotto il Paese ad un deficit di bilancio con serie conseguenze per il debito pubblico che è passato dal 48% in termini di P.I.L. nel 2008 al 63% nel 2010. Le misure di austerità introdotte finora sono in fase di applicazione;
misure che comprendono i tagli degli stipendi per gli impiegati pubblici, l’aumento delle tasse, la riduzione della protezione sociale e delle prestazioni sociali. Sono state adottate, comunque, politiche che vanno a discapito dei lavoratori e dei ceti più deboli.

Il sindacato DEOK è da anni il massimo punto di unione per i lavoratori ciprioti.
Quali misure pensate di adottare per difendere i posti di lavoro?

Il sindacato DEOK cerca con ogni sforzo di salvaguardare il lavoro per i propri iscritti. Purtroppo, le misure promosse dal governo cipriota per ridurre il disavanzo di bilancio e il debito pubblico hanno causato una impasse nell’economia reale. Molte imprese, in particolare di piccola e media dimensione, stanno chiudendo o comunque licenziando il personale. In molti casi, siamo costretti a negoziare nuovi termini di occupazione per ridurre il numero dei licenziamenti.
Stiamo facendo pressione sul governo perché siano adottate nuove misure che, anziché incidere sugli stipendi e sul tenore di vita dei lavoratori, favoriscano lo sviluppo economico e la creazione di posti di lavoro. La lotta all’evasione fiscale produrrebbe delle entrate che si potrebbero investire per dare impulso nei settori dell’ambiente e dell’energia rinnovabile.
Tuttavia, i nostri sforzi non hanno avuto ancora riscontro perché il governo cipriota deve seguire il percorso indicato da Bruxelles verso una dura politica finanziaria e fiscale di austerità e di disciplina, che scoraggia la fiducia del consumatore, così come l’investimento pubblico nell’economia reale. L’Unione Europea pare molto lontana dalle aspettative della gente.

Ad oggi, qual è l’opinione dei ciprioti sull’integrazione europea?
Come ho affermato, l’UE e l’establishment di Bruxelles sembrano essere lontani dalla sofferenza del mondo reale e dei cittadini. Questa è l’opinione dei lavoratori e della gente di Cipro. C’è un senso di esasperazione verso le politiche recenti attuate dall’UE e dalla maggior parte degli Stati membri. Prima le istituzioni comunitarie hanno salvato le banche e le istituzioni finanziarie, in seguito hanno adottato misure di austerità che producono enormi effetti negativi sul lavoro e sulle condizioni di vita della gente.
I ciprioti sono, per la stragrande maggioranza, a favore dell’Europa ma chiedono un’Europa capace di creare sviluppo economico e posti di lavoro.

Quando crollerà il muro che divide Cipro? Oltre all’invasione della parte settentrionale dell’isola, le autorità turche vorrebbero ostacolare la presidenza di turno nell’UE, e cercano di bloccare le vostre ricerche energetiche nel Mediterraneo.
Come potrebbe essere affrontata la questione dall’UE?

Il muro di separazione di Cipro sarà realmente demolito quando le istituzioni internazionali ed europee, così come i cinque membri permanenti del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, chiederanno chiaramente e direttamente alla Turchia di ritirare la sua forza militare dalla parte settentrionale dell’isola occupata.
La Turchia dovrebbe rispettare il diritto internazionale e la giustizia ponendo fine all’occupazione, lasciando la comunità turco-cipriota libera di negoziare una soluzione giusta e possibile con la comunità greco-cipriota. Finchè la Turchia manterrà le sue truppe e rifiuterà di negoziare direttamente con il governo della Repubblica di Cipro una soluzione giusta, i turco-ciprioti non avranno l’opportunità di giungere a una soluzione che riunifichi l’isola in uno Stato federale dell’UE e dell’ONU. Il governo turco di recente ha apertamente agito come Stato militare contro la Repubblica di Cipro, mirando a boicottare la nostra sovranità nell’esplorare le risorse energetiche nel mar Mediterraneo. L’ONU e l’UE dovrebbero approntare tutte le iniziative e le misure necessarie per fermare la Turchia, altrimenti si giungerà ad una destabilizzazione del processo di pace e di sicurezza nella regione. In particolare l’UE, di cui Cipro è uno Stato membro, deve chiaramente dichiarare alla Turchia che tali azioni non sono accettabili e costituiscono un ulteriore ostacolo per il suo accesso nell’UE.

Benedetto XVI ha recentemente visitato Cipro: quali effetti ha prodotto questa storica visita?
Benedetto XVI ha recentemente onorato Cipro e l’intera popolazione con la sua visita.
Il suo viaggio è stato motivo di gioia e ha mostrato alla comunità internazionale la sofferenza della nostra isola. La presenza del Santo Padre è stato un evento storico, un’opportunità per evidenziare la civilizzazione culturale e storica del Paese, così come la divisione dovuta all’occupazione turca. I messaggi di Sua Santità per la pace e la sicurezza dell’isola e per la sua gente sono stati accolti molto favorevolmente da Cipro.

DEOK e MCL hanno intrapreso una cooperazione per rafforzare il dialogo sociale europeo. Qual è la sua opinione in merito a questa relazione bilaterale?
Consideriamo la nostra organizzazione e i suoi membri molto fortunati ad aver instaurato negli ultimi anni una collaborazione con il MCL, Movimento storico di ispirazione cristiana in Italia. Siamo sicuri che questa cooperazione migliorerà i suoi sforzi futuri per favorire il dialogo sociale europeo a sostegno dei lavoratori e dei cittadini dell’Italia e di Cipro. Sono sicuro che la cooperazione fra le due organizzazioni svilupperà una relazione bilaterale ancor più forte nei prossimi anni. Il MCL ha il nostro stesso impegno e visione per promuovere la giustizia sociale e la solidarietà, i valori cristiani nel mondo del lavoro e nella società a livello regionale, nazionale, europeo e globale.
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