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  Emmaus

Data di pubblicazione: Lunedì, 28 Novembre 2011

TRAGUARDI SOCIALI / n.50 Novembre / Dicembre 2011 :: Emmaus

Mons. Francesco Rosso
Si sta concludendo il tempo ordinario della liturgia e, con la prima domenica di Avvento, riprende il cammino di un nuovo anno.
In genere, al termine di un ciclo liturgico, mi sembra opportuno e necessario un esame del tempo trascorso per vedere se i propositi sono stati oggetto del nostro impegno cristiano.
Ma all’inizio del nuovo anno, la Chiesa ci aiuta con la parola, a riprogettare la nostra appartenenza e a rimettere al centro il nostro bisogno di incontro con il Signore, punto di riferimento del nostro agire e forza della nostra testimonianza.
Lascio ciò che riguarda la nostra persona e i nostri impegni personali e mi rivolgo invece ai nostri impegni associativi, frutto di una progettualità comune, con obiettivi che ci hanno o avrebbero dovuto portarci a qualificare ogni giorno la nostra testimonianza evangelica. Dentro il nostro Movimento, con la nostra storia, con la nostra voglia di far emergere il “buono” che è in noi, per farlo diventare supporto alle povertà della società e della persona.
Tanto lavoro è stato fatto; molto dovremo ancora fare; ciò che è indispensabile è metterci in sintonia con la società del nostro tempo, per essere anche noi protagonisti seri di “questa storia” quotidiana.
Ho vissuto anch’io in questo tempo momenti esaltanti di incontro con le realtà regionali e provinciali, con i giovani che stanno preparando la loro Assemblea, con i circoli che si sforzano di individuare nuovi modi di presenza nelle comunità.
Tutto con uno scopo: “dare visibilità della speranza” che è in noi e testimoniarla con la carità che sarà il metro del nostro “essere giudicati” e la caratteristica per essere conosciuti come discepoli del Signore “da questo vi riconosceranno che siete miei discepoli” se vi amate! Metterci in viaggio con “gli altri” è un dono grande che ci fa somigliare al viandante di Emmaus che accompagna i nostri sforzi.
Don Checco
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