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  La famiglia educatrice di pace

Data di pubblicazione: Venerdì, 2 Maggio 2008

TRAGUARDI SOCIALI / n.30 Marzo / Aprile 2008 :: La famiglia educatrice di pace

Un anno di progetti Mcl


UN ANNO DI PROGETTI MCL
LA FAMIGLIA EDUCATRICE DI PACE


       I progetti MCL, realizzati ai sensi della L. 383/00 (annualità 2006, lettera D ed F), dal titolo “Famiglia Insieme” e “Sistema Informativo per le Politiche dell’Immigrazione” sono prossimi a giungere al primo giro di boa.

      Quanto al primo, nel planning delle iniziative previste dal progetto approvato dall’attuale Ministero della Solidarietà Sociale, i primi sei mesi di attività avrebbero dovuto vedere la realizzazione di uno screening del ‘pianeta famiglia’, con l’obiettivo di intercettarne le dimensioni, i limiti, le aspettative e le difficoltà. Questa ricerca – che è approfondimento di un’esperienza, di una vocazione e un impegno del Movimento, come peraltro ribadito dal Presidente del MCL Carlo Costalli, già nella relazione tenuta al X Congresso Nazionale –, si è mossa lungo alcune direttrici che hanno indirizzato il lavoro di ricerca e sperimentazione, sia all’interno che all’esterno del nucleo familiare.

      All’interno della famiglia, abbiamo scoperto come sia prioritaria la necessità di individuare punti di riferimento, soprattutto per i genitori. Infatti, in questi mesi di ricerca abbiamo potuto verificare che, nella situazione sociale e culturale odierna, ciascun membro del nucleo familiare è sottoposto a situazioni di disagio economico, psicologico e sociale: conseguentemente è sempre più sentita l’esigenza di avere a disposizione un punto di riferimento cui far capo per trovare sostegno, indicazioni, informazioni su come comportarsi, su come gestire le relazioni con i figli o sapere quali normative regolano, a livello istituzionale e giuridico, le opportunità per la famiglia. Inoltre abbiamo rilevato talune esigenze che si caratterizzano per un alto grado di tipicizzazione, in ordine alla collocazione geografica e ai diversi componenti del nucleo familiare. Ad esempio, è forte la richiesta di iniziative che diano punti di riferimento per adolescenti disorientati, o in situazioni familiari difficili. Tutto ciò implica innanzitutto insegnare ai giovani a rispettare le regole; significa combattere il bullismo, che viene ritenuto la più frequente causa di malessere tra i giovani in età scolare, con potenziali e rilevanti ricadute nelle successive fasi di vita; significa, ancora, evitare scene di protagonismo sessuale immortalate da cellulari e altre ‘bravate’ del genere; significa evitare che pochi scalmanati imbrattino i muri, danneggino i banchi o sfoghino la loro rabbia di incompresi verso beni dello Stato. Occorre tornare a una famiglia che sappia dire no alle pretese, a volte assurde, dei propri figli; a una famiglia che faccia comprendere ai ragazzi che non tutto nella vita si ottiene con facilità o, peggio, con l’illegalità.

       Per quanto riguarda le sollecitazioni che nascono all’esterno della famiglia, abbiamo studiato la necessità di realizzare spazi di incontro e confronto per giovani e adulti, sia italiani sia stranieri. Spazi che dovranno permettere l’incontro fra ragazzi e genitori, italiani e stranieri, allo scopo di favorire e incentivare lo scambio di idee, esperienze e culture, incentivando la socializzazione, il confronto, la soluzione dei conflitti familiari e interculturali. Un ulteriore approfondimento è in corso di realizzazione, e caratterizzerà i giorni a venire: riguarda i conflitti che interessano la famiglia, il difficile rapporto genitori-figli, ma anche fra genitori o fra figli. In particolare, si sta lavorando alla definizione di una figura, quella del facilitatore, che dovrà essere in grado di mediare i conflitti familiari. I facilitatori dovranno aiutare le famiglie di lavoratori, italiani e stranieri, a superare le difficoltà di ordine sociale, economico, di comunicazione e di integrazione, in modo da realizzare una positiva qualità della relazione genitori-figli, con un conseguente riscontro positivo sulla società, e dare sostegno alla famiglia per rinforzare il suo ruolo di formazione ed educazione delle giovani generazioni.

       Il percorso dei due progetti sovente si interseca: non è infatti difficile immaginare quanto siano interessanti, rispetto alla realizzazione di un efficiente sistema informativo per le politiche dell’immigrazione, i risultati delle indagini fin qui realizzate nel progetto Famiglia Insieme. In particolare mi riferisco allo studio del disagio delle famiglie degli extracomunitari, o a quanto possa essere incisiva una politica di mediazione familiare e di comunicazione interculturale, intesa come percorso di conoscenza delle pubbliche istituzioni, delle norme e delle regole di accesso al mondo del lavoro, e al rispetto dei diritti di tutti.

      Abbiamo offerto possibilità; elaborato modelli che ci avviamo a sperimentare; ci siamo spesi impegnandoci in questa ricerca, e abbiamo compreso un aspetto fondamentale: la famiglia è il modello cui deve attingere la realtà per declinare le diverse dimensioni della pace. E’ la famiglia naturale, infatti, la “prima forma di comunione”, costituita dal libero e responsabile “sì” dei coniugi e dei figli: un modello per una assunzione dell’impegno di convivenza umana. La famiglia è la “prima e insostituibile educatrice alla pace”, è lo spazio nel quale si impara un “lessico di pace”, fatto di gesti, sguardi, parole. In essa pulsano i valori su cui si regge tutta la comunità sociale: chi non ama la famiglia, chi non la difende e promuove, nella sua espressione naturale, non può dirsi a favore della costruzione di una famiglia umana pacifica, poiché ne mina alle radici l’esistenza. Si tratta, com’è evidente, di un grande onere per la famiglia, di una grande responsabilità: un richiamo per il quale noi di MCL lavoreremo affinché non resti inascoltato e inapplicato.


Stefano Ceci


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