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  Emmaus

Data di pubblicazione: Martedì, 6 Maggio 2008

TRAGUARDI SOCIALI / n.30 Marzo / Aprile 2008 :: Emmaus

Rubrica di Mons. Francesco Rosso


EMMAUS


       Abbiamo celebrato, in questi ultimi mesi, due avvenimenti importanti che ci coinvolgono, come cristiani e come soci del Mcl. Parto naturalmente dal primo che, come battezzati, ci ha resi partecipi della Pasqua del Signore. La Resurrezione è l’avvenimento più grande, più vivo; è il radicamento della nostra fede. “Se Cristo non fosse risorto, la nostra fede sarebbe vana”. Ma la Resurrezione è al centro della nostra testimonianza cristiana: “San Paolo scrivendo ai Romani dice loro: se con la tua bocca professerai che Gesù è il Signore, e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha resuscitato dai morti, sarai salvo”.

       La nostra salvezza è quindi legata alla Resurrezione, e alla nostra professione di fede. Qualche volta ho l’impressione che non siamo sufficientemente coscienti di quanto è accaduto, altre volte diamo l’impressione di non meditare abbastanza sul dono del Padre. Proviamo a pensare allo sconcerto degli apostoli, delle donne che per prime vanno al sepolcro e si sentono dire: “Non è qui, è risorto, vi precede in Galilea e là lo vedrete”. Anche noi viviamo la titubanza di quanto è accaduto, purtroppo relegando il tutto in una sfera intimistica e personale. Con la Resurrezione invece abbiamo ricevuto il mandato: “Andate ad annunciare al mondo la salvezza del Signore”.

       Il secondo avvenimento, anche se più lontano nel tempo, è sempre vicino però al nostro vivere la testimonianza del Mcl: la conferenza organizzativa, l’assemblea dell’associazione celebrata qualche tempo fa. E’ stato un momento esaltante, sia per la partecipazione che per la qualità dei lavori. Ci siamo confrontati, abbiamo provato a fare il punto del movimento e ci siamo riusciti. Proprio la qualità delle relazioni, il dibattito, l’attenzione ha marcato stretto il nostro impegno. Ne siamo usciti fortificati, ma soprattutto, ne siamo usciti con la volontà e il desiderio di dare un volto nuovo all’agire e al testimoniare.

       Abbiamo confermato il percorso congressuale, ma ci siamo impegnati ad andare avanti, coinvolgendo i “molti” giovani dell’Associazione, quasi una “pressione” di valori da condividere e da portare nella società di oggi. Che cosa ci aspetta! Passare dagli aspetti culturali alla testimonianza nel quotidiano. Recuperiamo la gioia e la passione, diamo volto alle idee, concretizziamo l’impegno portando alla società la nostra voglia di giustizia, di pace, di famiglia, di cristianità.


Don Checco


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