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  Un cammino di sussidiarietà sociale

Data di pubblicazione: Giovedì, 6 Dicembre 2007

TRAGUARDI SOCIALI / n.28 Novembre / Dicembre 2007 :: Un cammino di sussidiarietà sociale

Viaggio nel mondo dei progetti MCL


Viaggio nel mondo dei progetti MCL

UN CAMMINO DI SUSSIDIARIETA' SOCIALE


       Il MCL, associazione di promozione sociale senza finalità di lucro, nello svolgimento delle proprie attività in favore di associati o di terzi, è abilitato all’ideazione ed alla realizzazione delle iniziative di formazione ed informatizzazione nonché dei progetti sperimentali previsti dalla L. 383/2000 art. 2 lett. D ed F. Tali iniziative sono co-finanziate dal MCL in collaborazione con il Ministero della Solidarietà Sociale, già Ministero del Lavoro.

       L’impegno del MCL parte da lontano, dal 2002. Tiriamo ora le somme di questi anni vissuti a selezionare informazioni, a incontrare persone e raccogliere sollecitazioni. Cinque anni trascorsi nella realizzazione di un percorso che si muove su un unico filo conduttore: la voglia di affermare il principio e le funzioni della sussidiarietà sociale.

       La prima tappa di questo viaggio, nel 2002, è stata la realizzazione del progetto Centri per l’orientamento e per l’integrazione sociale nel mercato del lavoro. Avevamo notato che i lavoratori disoccupati risultavano carenti di informazioni sui servizi da utilizzare e avevano scarse conoscenze specifiche. Alcuni, terminato l’obbligo scolastico, non avevano conoscenze professionali adeguate; altri avevano un titolo di studio superiore, ma lauree deboli (lettere, filosofia…) o diplomi deboli (liceo classico, artistico, magistrali). Sul versante aziendale si era invece palesata una lacuna nella programmazione delle risorse da utilizzare nei processi produttivi, accompagnata da una scarsa attenzione ai processi formativi sia interni che esterni. Abbiamo allora studiato questo mismatch, ed elaborato un progetto per un modello che non si limitasse ad una fredda contabilità dei disagi sociali, ma indicasse una serie di buone prassi finalizzate ad un concreto incontro fra domanda e offerta nel mondo del lavoro.

       La seconda tappa è stata la realizzazione, nel 2003, del progetto Il Baratto, nato dall’esperienza del MCL, che si è sempre misurato con la necessità di rompere le contrapposizioni generazionali. Abbiamo elaborato un percorso per favorire il rapporto tra generazioni, affrontando i problemi collegati all’invecchiamento della società con la valorizzazione del ruolo degli anziani. La scintilla de Il Baratto è stata la ricerca di una risposta, di una soluzione del conflitto generazionale, veicolando l’insieme delle potenzialità in gioco in un virtuoso confronto che avesse come fine la chiarezza dei rapporti ed un rinnovato entusiasmo alla collaborazione fra diverse generazioni. Di qui lo scambio, il baratto inteso come azione di reciproco arricchimento: un progetto realizzato promuovendo l’idea che la paura del futuro si possa affrontare e risolvere solo insieme.

       La terza tappa, nel 2004, è stata il progetto Raccontando….Abbiamo pensato a Raccontando partendo dai risultati de Il Baratto: non tutte le aree del disagio sociale erano state esplorate e, soprattutto, la precedente esperienza aveva lasciato in eredità interrogativi che dovevano trovare risposta. La velocità dei cambiamenti, la mancanza di un costante lavoro di riflessione e d’apprendimento portano ad una continua rielaborazione dei compiti evolutivi e sociali, cosicché il problema della comunicazione-comprensione assume una nuova forma, per alcuni versi anche inedita: ma tale processo è realmente democratico per tutti? Il problema esiste perché le tecnologie, in particolare informatiche, non sono equamente distribuite né equamente fruibili. In Raccontando abbiamo lavorato alla messa in rete di testimonianze di specifici e significativi eventi di storia e/o di cultura contemporanea, allo scopo di evitare la rottura definitiva della trasmissione dei saperi e dei mestieri legati all’esperienza di intere generazioni. In quest’ambito è da segnalare la pubblicazione da parte di Edizioni Traguardi Sociali di una raccolta di brevi racconti che, ripercorrendo gli ultimi cento anni della nostra storia con disarmante semplicità, rendono attuali disagi, aspirazioni e vocazioni, figli di esperienze e luoghi che credevamo non ci appartenessero più.

       La quarta tappa è stata il progetto “Rete di azioni sociali per anziani”, nel 2205. Avevamo ormai chiaro che l’anziano è una risorsa per la società moderna, ma c’era necessità di elaborare un modello che permettesse di ricollocarne il ruolo. Siamo partiti dalla considerazione che non tutta la popolazione anziana è egualmente disponibile o idonea a rendersi parte di questo processo. L’invecchiamento è una delle più importanti conquiste dell’umanità, ma al tempo stesso rappresenta anche una sfida che chiede cambiamenti nelle attitudini, nelle politiche e nelle pratiche, a tutti i livelli e settori, sì da valorizzarne l’enorme potenziale. E’ necessario un nuovo modo di affrontare l’invecchiamento: un approccio integrato che abbracci i problemi del welfare, dell’abitare, del vivere, delle cure, dei servizi. Un cambiamento prioritario rispetto allo sviluppo di politiche di settore per l’ampliamento dell’offerta di servizi.

       La quinta tappa è stata la realizzazione nel 2006 del progetto “Famiglia insieme”, pensato per indagare all’interno delle dinamiche relazionali della famiglia, nucleo fondante della società. I mutamenti sociali e culturali cui assistiamo rischiano di dissolvere quest’istituto. Lo stile di vita proposto dalla società moderna complica la gestione dei rapporti familiari: il dialogo è spesso inesistente, e non solo per la distanza generazionale ma anche per quella fisica, il tempo che si passa insieme è sempre più ridotto, e la famiglia appare fortemente condizionata dalle strutture socio-culturali esistenti. Ci siamo così posti l’obiettivo di fornire consulenza e sostegno, morale e psicologico, alle famiglie in difficoltà nelle relazioni tra genitori e figli o con problemi dovuti alla presenza di un malato o disabile, o ancora famiglie in condizioni di disagio sociale od economico. E poi le famiglie extracomunitarie, sempre più numerose nel nostro Paese, che vivono, oltre ai problemi sopra rilevati, anche quelli dovuti all’inserimento nella nostra società: dalle difficoltà di comprensione della lingua, alla conciliazione di usanze, religioni, abbigliamento differenti.

      La famiglia è un’istituzione che fornisce stabilità, consistenza e capacità di maturazione dell’identità personale di ciascun essere umano. L’identità familiare è frutto dell’interazione fra identità personale e identità sociale di ciascun individuo. La stessa autonomia del singolo individuo dipende dalla maturazione di questa capacità di interazione. Questi sono gli obiettivi di “Famiglia Insieme” che inizia il proprio percorso di studio ed elaborazione dal 1° dicembre 2007.


Stefano Ceci



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