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  Un buon bilancio di metà percorso

Data di pubblicazione: Sabato, 8 Dicembre 2007

TRAGUARDI SOCIALI / n.28 Novembre / Dicembre 2007 :: Un buon bilancio di metà percorso

Verso la Conferenza Programmatica


Verso la Conferenza Programmatica

UN BUON BILANCIO DI META' PERCORSO


      Siamo ormai dentro il percorso che ci porta alla Conferenza Programmatica nazionale, stabilita per il prossimo febbraio 2008. In queste settimane, infatti, sono iniziate le Conferenze programmatiche regionali in preparazione di questo importante appuntamento che si colloca a metà del nostro mandato Congressuale.

       L’occasione è utile ed opportuna per verificare le scelte fatte nel Congresso del dicembre 2005, attraverso una rilettura ed un aggiornamento delle tesi che ci portarono a quell’appuntamento, in particolare nelle parti inerenti i valori, che il Santo Padre Benedetto XVI ci ricorda essere “non negoziabili”, ed il lavoro, che è sempre al centro del nostro agire quotidiano.

       Il tutto alla luce dei fatti verificatisi nel nostro Paese, del dibattito riguardante i possibili cambiamenti nella società e, non ultimi, i richiami e le sollecitazioni del Magistero della Chiesa.

         Diverse cose si sono verificate, infatti, in Italia in questi ultimi due anni, che ci hanno riguardato direttamente come organizzazione sociale consistente e rappresentativa, ma alcune di queste in modo particolare: il Convegno Ecclesiale di Verona, nell’autunno dello scorso anno, ed il centenario delle Settimane Sociali dei cattolici, celebrate lo scorso mese di ottobre a Pistoia e Pisa, passando per il Family day del maggio scorso.

         A Verona, nel Convegno della Chiesa italiana, il Santo Padre, tra le altre cose, ha richiamato tutti ad un nuovo ed imprescindibile impegno verso l’educazione e la formazione, temi tra l’altro molto cari a tutti noi e sui quali stavamo già indirizzando i nostri sforzi.

      L’irrompere poi del tema della “famiglia” nel dibattito politico e l’occasione di incontri per stabilire una linea di condotta del “mondo cattolico” su questo tema, ci ha visto da subito convinti fautori della necessità di una iniziativa pubblica di massa per sostenere le ragioni di una parte largamente maggioritaria nel Paese, che vuole difendere e salvaguardare uno di quei “valori non negoziabili”: la famiglia, intesa come unione di un uomo e una donna, attraverso il vincolo del matrimonio.

       Il Family day è stato per noi un momento straordinario, sia per l’intuizione originaria nel sostenere l’opportunità di farlo, sia per il ruolo centrale assunto nell’organizzazione dell’evento, sia infine per la grande partecipazione registrata da tutte le parti d’Italia.

       Quindi è stata la volta delle Settimane Sociali che, sebbene per noi siano state sempre considerate, anche in passato, come un’occasione per conseguenti impegni concreti da parte dei cattolici, ultimamente sembravano essere diventate esclusivamente, a mio modo di vedere, eventi culturali da consumarsi in chiave intima, se non addirittura appuntamenti da utilizzare, come accaduto da parte di qualcuno, per lanciare strali verso il governo del momento, considerato poco amico.

         Queste Settimane Sociali del Centenario, le abbiamo vissute con una convinzione ed un impegno rinnovati, ad iniziare dal primo degli eventi preparatori a cui abbiamo partecipato, sempre con una delegazione nazionale (unica organizzazione a farlo), e incentrando proprio su questo tema il Seminario di Senigallia – come del resto già avvenuto per l’appuntamento della Chiesa di Verona dello scorso anno –. In noi c’è sempre stata la speranza che le Settimane Sociali potessero rappresentare per tutti i cattolici un momento per uscire dal ‘chiuso’ dei propri ambienti ed iniziare un percorso per un nuovo protagonismo nella società italiana.

       Nel mentre abbiamo lavorato per realizzare, in coerenza con la mozione finale del Congresso, tutti i nostri obiettivi: in particolare la ‘formazione per tutti’, dalla presidenza nazionale all’ultimo dei nostri nuclei di base; poi il sostegno per i nostri giovani, che nel frattempo si sono strutturati; e ancora la ‘presenza attiva’ in tutti i contesti ecclesiali, sociali ed istituzionali; il rafforzamento della nostra rete di relazioni internazionali; una migliore e più efficiente strutturazione dei nostri servizi tradizionali e, insieme, lo studio di nuove opportunità, anche in sinergia con altri soggetti, sì da offrire a tutti i nostri soci ed a quanti ci guardano con simpatia un ventaglio sempre maggiore di occasioni e di vantaggi.

       Su questi fatti e sul ruolo del MCL nel contesto della Chiesa e della società italiana, ci troviamo a riflettere insieme per adeguare ed arricchire il nostro patrimonio di pensiero e d’azione.

       Auspico, con quella passione che sappiamo mettere in campo in certi momenti, una grande partecipazione per arricchire il nostro programma e per attuarlo concretamente in ogni realtà e ad ogni livello. La nostra crescita, infatti, passa attraverso un ulteriore salto di qualità, a partire dai livelli periferici, per affrontare gli accadimenti di ogni giorno e per incidere sugli stessi.

       Molte sfide si sono aperte e ci riguardano direttamente: come cittadini, come cattolici e come soci di un Movimento importante di cui dobbiamo essere orgogliosi. Penso ai temi valoriali, che determinano l’organizzazione della società che noi vorremmo realizzata, ma anche ai meccanismi della partecipazione alla vita democratica del Paese. Questa stagione credo la si debba vivere appieno, per uscirne con nuove proposte e con un rinnovato impegno, coscienti di quello che siamo e rappresentiamo.

       Tanto per fare un esempio stando sull’attualità di queste settimane, mi piace segnalare due fatti importanti su cui ci siamo spesi con generosità e sui quali credo valga la pena soffermarsi, in quanto significativi per l’azione svolta ed emblematici per il percorso segnato e che la Conferenza programmatica può migliorare ed arricchire.

       Mi riferisco all’atmosfera e alle relazioni che si sono create fra le organizzazioni cattoliche, dal Family day alle Settimane Sociali: sembra infatti che questo nuovo clima inizi a produrre i suoi primi frutti, se è vero che proprio in quel luogo che la Conferenza Episcopale Italiana ha individuato come occasione d’incontro e di confronto dei rappresentanti dei movimenti e delle associazioni, Retinopera, proprio attraverso l’azione determinata, sia nostra che di qualche altro soggetto, si stanno registrando nuove e significative adesioni, che possono fare veramente di Retinopera quanto è nelle aspettative e nei desiderata dei Vescovi italiani.

      Sotto un altro punto di vista, per passare al fronte della legge Finanziaria in discussione in Parlamento proprio in questi giorni, è significativo quanto sta avvenendo attorno al “5 per mille”. Infatti, proprio su un argomento così delicato e importante – che il Governo ogni anno ‘dimentica’ di inserire, o se ne occupa per apporvi limitazioni e tetti, con ciò vanificando una norma che dà concreta attuazione al principio di sussidiarietà, previsto dall’art. 118 della Costituzione, attraverso uno strumento utilizzato, nell’anno 2006, da oltre il 70% dei contribuenti italiani –, ebbene, se appena un anno fa eravamo quasi da soli nel sostenere questa battaglia, oggi siamo per la prima volta riusciti a portare davanti alla Camera dei Deputati, in una manifestazione pubblica, tutte le organizzazione del Forum del Terzo Settore.

       Tutto questo credo sia un buon punto di partenza, il resto possiamo e dobbiamo delinearlo ed attuarlo insieme.


Antonio Di Matteo

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