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  Verso una radicale rivoluzione riformista

Data di pubblicazione: Sabato, 7 Febbraio 2015

TRAGUARDI SOCIALI / n.69 Gennaio 2015 :: Verso una radicale rivoluzione riformista

Editoriale di Carlo Costalli Presidente del MCL

Del ruolo e dell’impegno dei cattolici in politica (o della loro “scomparsa”) si è tornato a parlare in occasione del ricordo del professor Augusto Del Noce, il grande filosofo cattolico morto venticinque anni fa.
Dopo l’iniziativa di Todi che aveva riportato, per qualche tempo, l’attenzione dei mass media, e non solo, sulle questioni connesse al ruolo e all’impegno dei cattolici nella politica e nella società italiana, era caduto l’“oblio”, nonostante gli sforzi di alcuni autorevoli irriducibili (da De Rita ad Antiseri). Ci ha provato nei mesi scorsi - in un quadro politico, sociale ed economico a dir poco desolante -l’Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuan sulla Dottrina Sociale della Chiesa con il volume: “Un Paese smarrito e la speranza di un popolo. Appello politico agli italiani”, che sottolinea come “i cattolici da tempo non sanno fare una proposta organica, coerente, unitaria, lungimirante e, soprattutto, chiaramente ispirata alla propria tradizione, alla propria dottrina, inclusa la Dottrina Sociale della Chiesa, alla propria fede”. Una proposta cattolica, insomma.
E poi duramente: “Non l’hanno saputo fare poiché troppi fra di loro pensano che non si possa fare, non si debba fare”. Abbiamo cercato di approfondire e rilanciare i contenuti dell’Appello in un importante Convegno, i primi di ottobre a Roma, con la presenza di autorevoli esponenti del mondo cattolico. Davanti a noi, lo diciamo da tempo, c’è la deriva, il declino oppure la ripresa di una fase nuova: a questo noi lavoriamo.
E’ in questo contesto che nasce l’esigenza di richiamare i cattolici che non vogliono arrendersi ad un impegno forte perché è giunto il momento di guardare “insieme avanti”: con coraggio.
Non è certo un caso che nel testo dell’Appello si faccia un chiaro riferimento allo “spirito di Camaldoli” perché è proprio su quella via, tenendo conto del contesto storico profondamente mutato, che i cattolici debbono organizzarsi con determinazione. Anche noi, più volte negli ultimi tempi, abbiamo fatto riferimento a quello “spirito”.
La distinzione della fede dall’azione politica è diventata spesso un vero e proprio vanto di molti “cattolici impegnati”. Un approfondimento delle posizioni scaturite dalla cosiddetta “scelta religiosa” vissuta come scelta di disimpegno dal temporale, piuttosto che come spinta missionaria, sarebbe davvero prezioso. Ci aiuta molto rileggere, e riflettere, Del Noce, inviso a non pochi ambienti “cattolico-progressisti” al tempo infatuati proprio della cosiddetta “scelta religiosa”.
E’ una sfida che dobbiamo cercare di vincere.
Sappiamo che il compito non è facile: non potrà essere affrontata e vinta se - oltre alla rilettura di questa tormentata stagione politica, economica e sociale - il mondo cattolico non avrà la capacità di “uscire dal tempio”. Uscire dall’accidia e dalla pigrizia mentale e tentare di dar vita ad un’area socio-culturale che si aggreghi intorno ad un progetto di formazione politica, che recuperi l’identità e si caratterizzi nella difesa dei valori cristiani e nella difesa del carattere popolare e sociale dei cattolici italiani.
Sono realtà dure da accettare, che richiedono anche molto coraggio: coraggio che, fortunatamente, non manca in tanti cattolici, in tanti ambienti per rilanciare una “radicale rivoluzione riformista”, da noi più volte auspicata, sollecitata, richiesta a gran voce. Non una “rivoluzione riformista” qualsiasi, come qualche volta sembra di capire ascoltando il Presidente Renzi, ma fortemente incardinata sui principi della Dottrina Sociale della Chiesa. L’obiettivo non è solo quello di una ripresa politica ed economica (pur molto importante) ma il senso stesso di esserci come comunità nazionale, il nostro stesso essere popolo. Da cui far nascere una proposta politica programmatica, perché se si tiene ben presente la storicità del cristianesimo ne consegue che questa non può non avere anche una traduzione politica.

Carlo Costalli
Presidente del MCL
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