NOME UTENTE        PASSWORD  

Hai dimenticato la tua password?

Nell'ultimo numero di Traguardi Sociali:
Traguardi Sociali

Stai sfogliando il n.59 Giugno / Luglio 2013

Leggi la rivista in formato pdf Cerca numeri arretrati in archivio
.PDF Numero 59 (2381 KB) Sfoglia l'archivio di Traguardi Sociali Sfoglia l'archivio di Traguardi Sociali

  Taccuino

Data di pubblicazione: Domenica, 12 Maggio 2013

TRAGUARDI SOCIALI / n.59 Giugno / Luglio 2013 :: Taccuino

Taccuino

1° MAGGIO A PORTELLA DELLA GINESTRA
Un 1° Maggio all’insegna della diversità nella continuità e della memoria, per il Movimento Cristiano Lavoratori della Calabria: una folta delegazione di braccianti agricoli aderenti alla Feder.Agri–MCL, accompagnati da Leonardo De Marco - Segretario regionale del MCL della Calabria e componente della Giunta Esecutiva Nazionale di Feder.Agri -, ha partecipato a un’indimenticabile manifestazione del 1° Maggio a Portella della Ginestra. Un luogo divenuto monumento ai caduti per il lavoro e dell’affrancamento dell’umanità sofferente che si è riscattata, umiliata e mortificata nella propria dignità, col sangue e il sacrificio di molti.
“Una storia, quella di Portella della Ginestra, che non può e non deve essere dimenticata, se veramente vogliamo onorare anche la memoria dei tanti caduti sul lavoro e dare vigore e dignità all’Uomo nella sua accezione più alta”.
Questo è stato il commento ‘a caldo’ di Leonardo De Marco il quale, tra l’altro, ha ricordato che “il MCL crede fermamente nell’impegno sociale quale legge di progresso e che il lavoro, qualunque esso sia, vissuto con spirito cristiano, anche alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa, ci santifica e ci libera da ogni forma di schiavitù”.

SREBRENICA: FINALMENTE LE SCUSE
Srebrenica è una città sita nella parte orientale della “Repubblica Serba di Bosnia-Erzegovina” (una delle tre entità politico-geografiche in cui è diviso lo Stato): poco più in là scorre la Drina, naturale linea di confine con la Serbia. Nel 1995 fu il luogo in cui le forze militari serbo-bosniache guidate da Ratko Mladic organizzarono il massacro di migliaia di musulmani bosniaci. All’epoca era in corso la guerra di Jugoslavia e la zona di Srebrenica era sotto la tutela delle Nazioni Unite, presenti con tre compagnie olandesi di caschi blu. L’area era diventata protetta a partire dal 1993, in seguito a un’offensiva serba che aveva indotto le forze bosniache a ritirarsi e lasciare il controllo all’ONU.
Il massacro di Srebrenica è il più atroce episodio di guerra della storia d’Europa dopo la fine del secondo conflitto mondiale: l’attacco delle forze guidate da Mladic iniziò il 9 luglio e due giorni dopo le truppe serbo-bosniache entrarono in città.
Dopo aver separato gli uomini adulti dalle donne, dai bambini e dagli anziani, iniziò il massacro che portò all’uccisione di almeno 8.372 persone (con un numero ancora imprecisato di dispersi).
Le forze dell’ONU non intervennero per ragioni che non sono mai state chiarite fino in fondo. Secondo la versione ufficiale, i 600 caschi blu nella zona non erano preparati e armati a sufficienza per affrontare le forze serbo-bosniache.
A 18 anni da quell’atrocità l’attuale capo di Stato serbo, Tomislav Nikolic. si è per la prima volta scusato pubblicamente per i crimini compiuti nel luglio 1995 nell’enclave di Srebrenica, ad opera delle truppe serbo-bosniache. “Mi inginocchio e mi scuso per quanto accaduto in nome della nazione Serba”. Un cambio di rotta significativo, seppure ancora parziale.
Un evento, quindi, che si può definire storico, seguito da un altro passo importante: la firma di un trattato tra Serbia e Kosovo (Stato indipendente da cinque anni e mai riconosciuto). Segnali importanti che possono riportarci indietro alle ragioni e ai grandi ideali dai quali nacque l’Europa unita e che potrebbero portare ad un allargamento verso un’area, quella balcanica, da sempre considerata problematica.

LA FRANCIA APPROVA MATRIMONI GAY E IL MCL ADERISCE A “GIù LE MANI DALLA FAMIGLIA”
Il 23 aprile si è tenuta a Roma di fronte all’ambasciata di Francia, la manifestazione “Giù le mani dalla famiglia”, cui hanno aderito parlamentari e associazioni di ispirazione cattolica tra cui il MCL, da sempre convintamente in prima linea per difendere i diritti inviolabili e le libertà civili.
L’appuntamento, caduto proprio nel giorno in cui a Parigi veniva approvata la legge che accorda alle coppie omosessuali la possibilità di unirsi in matrimonio e di adottare figli, è stato fortemente voluto per esprimere solidarietà al popolo transalpino, costretto a subire le forzature del governo Hollande che vorrebbe imporre a tutti la propria visione sul matrimonio gay, anche a costo di sacrificare la libertà di pensiero e di dissenso dei cittadini.
Difficile dimenticare quanto successo nelle ultime settimane a Parigi, a margine dell’approvazione della legge Taubira. Sono stati arrestati ben 67 giovani che manifestavano pacificamente nella capitale contro il matrimonio omosessuale, impedito ad alcuni deputati dell’opposizione di accedere all’Assemblea Nazionale dopo le proteste e, infine, fermato Franck Talleu ai giardini del Lussemburgo di Parigi, semplicemente perché indossava una felpa con il simbolo della Manif Pour Tous.
L’Ultimo e terribile atto di questa vicenda si è verificato il 21 maggio. Sulla piazza della Bastiglia, mentre finivano di montare il palco per la festa della Francia che ha detto sì al matrimonio gay, Dominique Venner è entrato a Notre Dame e si è ucciso sparandosi un colpo in bocca in un luogo che lui stesso aveva detto di amare e di considerare “altamente simbolico”. Si è sparato per protestare contro “la legge infame” che ha autorizzato il matrimonio omosessuale in Francia.
Ma anche per molto altro. Si è ucciso per “risvegliare le coscienze”.
 Torna ad inizio pagina 
Edizioni Traguardi Sociali | Trattamento dati personali