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  Il diritto all’accoglienza è un diritto fondamentale dei popoli

Data di pubblicazione: Martedì, 14 Maggio 2013

TRAGUARDI SOCIALI / n.59 Giugno / Luglio 2013 :: Il diritto all’accoglienza è un diritto fondamentale dei popoli

L’ALS MCL insieme ai Rifugiati di Crotone

La parola “asilo” deriva dal termine greco “asylon” e indica un luogo che non può essere violato in quanto sacro e, quindi, sicuro per i fuggitivi. L’etimologia della parola, composta dalla particella privativa “alfa” seguita dal verbo “sylào”, che significa catturare, fare violenza, riconduce a un luogo senza cattura, senza violenza.
La sua storia, a ben vedere, da sempre si intreccia con quella dell’umanità poiché da quando esiste l’uomo, esiste chi fugge dalla sua violenza, ma esiste anche chi accoglie il fuggitivo. Inteso come accoglienza, l’asilo nasce dai popoli nomadi ove la protezione dello straniero era legge. Lo testimoniano sia la tradizione cristiana, che indica nell’aiutare lo straniero un precetto morale che è anche condizione di salvezza, sia la tradizione musulmana che prevedeva assistenza e asilo per coloro che avevano scelto l’esilio, sia la tradizione ebraica. Ed ecco che il pensiero corre a figure bibliche come quella di Abramo e Mosè e poi, più avanti nel tempo, anche a figure mitiche di fuggitivi che, come Enea, raggiungono nuovi lidi per iniziare una nuova vita lontano dalle guerre. Il diritto di asilo è intrinseco alla storia dell’uomo perché appartiene all’uomo in quanto tale, in quanto essere umano; gli appartiene in modo oggettivo prescindendo da qualsiasi elaborazione soggettiva di criteri ascrittivi come la cittadinanza, il censo, l’appartenenza familiare o razziale.
Milioni di persone nel mondo sono costrette a fuggire dalle proprie terre di origine a causa di persecuzioni o conflitti armati. Non si tratta di migranti lavoratori ma persone che rientrano in diverse categorie: rifugiati, sfollati interni, richiedenti asilo o apolidi.
L’Italia, dall’inizio degli anni ’90 accoglie flussi di persone che rientrano in queste categorie e si continua ancora oggi a registrare una costante crescita di richieste di protezione internazionale, facendo sì che l’Italia si sia trasformata da paese d’esilio in paese d’asilo: questo, anche, in ragione della sua posizione geografica nel Mediterraneo.
L’evoluzione del fenomeno dell’asilo viene gestita attraverso la costituzione di una rete articolata sul territorio di strutture di diversa tipologia: CDA (Centri di Accoglienza), CARA (Centri di accoglienza per Richiedenti Asilo), rete SPRAR (Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati), circuiti di accoglienza di alcune reti metropolitane, circuiti di accoglienza privati e degli enti locali. In presenza di alcune condizioni, secondo l’art. 20 del decreto legislativo 25/2008, alcuni richiedenti possono inizialmente essere inviati ai CARA. Attualmente in Italia i CARA in funzione in varie regioni sono nove e possono ospitare circa 2.000 persone.
La Calabria assiste da qualche tempo a un processo di crescita e di assestamento strutturale del fenomeno migratorio, che rende sempre più visibili i tratti della presenza immigrata sul territorio. Questo a conferma che la Calabria rappresenta sempre più un luogo di stabilità dove poter realizzare un progetto di vita lontano da casa, dalle proprie tradizioni, dalla propria cultura e, quindi, non solo un luogo dove soggiornare in attesa di ripartire per altre destinazioni.
Fino a questo momento il Centro non era stato visitato da altre associazioni al di fuori di quelle impegnate all’interno della struttura, e gli unici a varcare il cancello di ingresso sono stati giornalisti e rappresentanti della politica. Il primo marzo 2013, l’Associazione Lavoratori Stranieri del Movimento Cristiano Lavoratori, impegnata nella tutela dei Rifugiati, con una sua delegazione ha visitato il CARA di Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto (Crotone), unico Centro in Calabria, il tutto grazie all’autorizzazione ottenuta dalla Prefettura di Crotone. Il Centro di accoglienza per i Richiedenti Asilo di Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto, rappresenta un punto strategico delle politiche di accoglienza del territorio calabrese. Durante la visita particolare attenzione è stata rivolta al laboratorio dedicato alle donne che vivono nel Centro. Il laboratorio delle donne, oramai attivo da anni, nasce con l’intento di favorire la socializzazione e l’integrazione delle donne migranti ospiti del Centro. All’interno del laboratorio è stato possibile intervistare alcune donne ospiti del centro, che quotidianamente si dedicano a questi lavori artigianali. Una delle mediatrici ha spiegato come il più delle volte si trovino di fronte a donne istruite che hanno subito soprusi e violenze nei loro paesi di origine. Ogni giorno questa mediatrice insieme a tanti altri operatori cercano di comprendere la realtà dei migranti, il che significa assumere la centralità della persona come soggetto detentore di diritti e non oggetto di assistenza caritatevole.
Il diritto all’accoglienza è un diritto fondamentale dei popoli, tanto più in un periodo storico come quello attuale, segnato da movimenti globali che interessano i popoli che, fuggendo da guerre e persecuzioni o per motivi economici, si muovono alla ricerca di un futuro migliore in altri Paesi, come sempre è stato del resto nella storia dell’umanità.
L’ALS-MCL si impegna nel suo percorso sociale non solo per gli immigrati lavoratori ma anche e soprattutto per i rifugiati perché sono persone esattamente come noi, che però non hanno scelta. Gente che prima di essere travolta da eventi drammatici aveva una famiglia, una casa, un lavoro; professionisti, contadini, insegnanti, operai che, fuggendo dal proprio Paese, hanno perso tutto e sono diventati rifugiati. Si tratta quindi di persone che, se aiutate a integrarsi, possono apportare un notevole contributo sociale e culturale al Paese d’asilo.

Maria Pangaro
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