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  Nei valori e nella politica la speranza della democrazia

Data di pubblicazione: Giovedì, 13 Ottobre 2011

TRAGUARDI SOCIALI / n.49 Settembre / Ottobre 2011 :: Nei valori e nella politica la speranza della democrazia

di Pier Paolo Saleri

“è pensabile un nuovo modello di sviluppo che non abbia a suo motore la politica? Ed è pensabile che rispetto ad una tale politica risultino latitanti, facilmente emarginabili e irrilevanti, non tanto singole personalità cattoliche, quanto i cattolici italiani come presenza vitale e immediatamente riconoscibile, perché efficacemente organizzata ed altrettanto efficacemente in azione?”. Sono parole del Prof. Ornaghi che - pronunciate pochi giorni dopo la presentazione del Manifesto del Forum delle Associazioni di Ispirazione Cattolica nel Mondo del Lavoro - hanno aperto un ampio dibattito. Dibattito che sta coinvolgendo le più importanti testate giornalistiche di tradizione laica: da Il Corriere della sera a La Stampa.

Non è un caso che ciò avvenga: la questione di una nuova presenza politica, organizzata e identitaria, dei cattolici è all’ordine del giorno. E’ questione da cui dipenderà la capacità dell’Italia di superare gli insidiosi passaggi che la crisi impone di attraversare.
Nel tempo della globalizzazione la storia corre veloce. Se solo due mesi fa la situazione era molto grave, oggi è drammatica. E’ evidente che la crisi finanziaria iniziata nel 2007 non era in via di superamento, come si diceva, e che il prossimo futuro ci riservi la sua parte peggiore. Di fronte a un debito pubblico sempre più opprimente, alla stagnazione della crescita economica, all’endemica disoccupazione, alla destabilizzazione politica, la speculazione si è scatenata a danno dell’Italia.
Se è fuori discussione che la crisi economica è globale, è anche vero che in Italia trova un terreno più fertile a causa del degrado morale e del clima di scontro drammatico ed avvelenato che sta caratterizzando l’epilogo dell’era berlusconiana. Si crea, così, una pericolosa miscela di crisi politica ed economica che, agli occhi dei mercati, fa dell’Italia il ventre molle dell’Europa, terreno ideale per ogni speculazione.
E’ dalla drammaticità della crisi che nasce l’esigenza di una nuova presenza politica dei cattolici, organizzata, riconoscibile, capace di restituire credibilità alla politica ed alle istituzioni. Non stiamo parlando di uno dei tanti partitini personali o contenitori politici inventati ad hoc e fioriti dopo il crollo della prima Repubblica.
Stiamo parlando di un’ alleanza sociale che non si rassegna al degrado morale, al declino e alla disgregazione dell’Italia ed è decisa a fare la sua parte per ristrutturare la politica: ad iniziare la “lunga marcia” per costruire un partito vero, inteso come punta di lancia politica di un vasto movimento etico, sociale e culturale nel solco della grande tradizione cattolico-popolare.
Un movimento laico, non integralista, ma animato e sorretto dai valori, dall’identità e dal radicamento sociale e territoriale dei cattolici.
L’Italia ha disperato bisogno di una radicale “rivoluzione riformista” che potrà realizzarsi solo se sarà accompagnata da una profonda “rivoluzione culturale” capace di demolire i modelli comportamentali tecnocratici, individualisti e libertari ormai egemoni e i disvalori che li sorreggono. Come afferma il Cardinal Bagnasco non è sufficiente solo “fare diversamente” occorre, innanzitutto, “pensare diversamente”.
Anche un laico come Galli Della Loggia individua nella politica e nei valori le risorse per affrontare la crisi, e dare nuova prospettiva alla democrazia: “Nei tempi duri, forse durissimi, che ci attendono, la sola speranza della democrazia è nella politica … C’è un’unica strada … trovare alla democrazia nuovi contenuti. Contro l’unidimensionalità economicistica riscoprire la politica; allargarne lo spazio di nuovo come fu un tempo, ai valori essenziali che ci preme salvaguardare, ai grandi problemi del modello di società che vogliamo”.
Se questo è il problema la sua soluzione non può prescindere dall’apporto determinante e organizzato dei cattolici.
I cattolici italiani dispongono dei valori e del riferimento forte della Dottrina sociale della Chiesa che ha, da sempre, ribadito una linea fondata sul primato delle persone sulle cose e del lavoro sul capitale che - dopo gli anni della finanza selvaggia - riemerge ora in tutto il mondo.
Dispongono di un radicamento sociale e territoriale articolato e pluralista germogliato ed innervato proprio dai medesimi valori comunitari di cui sono portatori, di cui nessun altro può disporre.
Sono i valori di cui la democrazia ha, oggi, disperato bisogno per la sua stessa sopravvivenza: primato della persona, della vita, della famiglia, solidarietà, sussidiarietà, senso del dovere e del Bene comune. E’ il radicamento indispensabile per tessere, nuovamente, nel territorio e nella società, la tela di una politica credibile al servizio della gente.
I punti di forza della recuperata centralità della Chiesa e del mondo cattolico sono due: la rivendicazione dell’identità della dottrina senza attenuare il proprio messaggio tradizionale a cominciare dal rifiuto del relativismo, cioè la riaffermazione dei valori; la dottrina sociale cristiana.
Non a caso Benedetto XVI ha più volte sottolineato come, nel mondo attuale, la questione sociale e la questione antropologica si sovrappongano e si intreccino fino a coincidere.
In questo senso il Forum delle Associazioni di Ispirazione Cattolica nel Mondo del Lavoro si colloca al “centro” di questa rinnovata centralità del mondo cattolico. Il suo ruolo è oggettivamente strategico perché unisce, per la prima volta, movimenti e sindacati di ispirazione cattolica impegnati sul fronte dei valori e su quello sociale: ovvero il cuore della crisi.
Per questo è dal Forum - “prezioso giacimento di rappresentanze sociali” e di “valori” - che deve partire la mobilitazione per costruire un forte movimento politico per vere riforme e per un nuovo, più giusto, modello di sviluppo.
Si tratta di un’enorme e incombente responsabilità che non può essere disattesa.

Pier Paolo Saleri
Coordinatore Comitato Scientifico
Fondazione Italiana Europa Popolare


A Bruxelles Assemblea della Fondazione Italiana Europa Popolare
Si riunisce lunedì 3 ottobre a Bruxelles, presso i locali di rappresentanza della capitale belga della Fondazione Italiana Europa Popolare, l’Assemblea dei Soci per il rinnovo delle cariche sociali e per approvare il programma delle attività per il 2012.
L’Assemblea, presieduta dal presidente della Fondazione Carlo Costalli, sarà anche occasione per fare il punto delle attività in programma in Italia, in questo periodo di grandi trasformazioni politiche, essendo la Fondazione stessa impegnata in un’opera di sostegno e di fiancheggiamento alle iniziative per la riorganizzazione del mondo cattolico, portata avanti dal Movimento Cristiano Lavoratori, per una “rinascita” politica dei cattolici.
Durante la permanenza a Bruxelles, i vertici della Fondazione incontreranno una rappresentanza di parlamentari europei del PPE per approfondire i temi che saranno al centro del Congresso del Partito Popolare Europeo che si terrà a Marsiglia il 6 e 7 dicembre prossimi, al quale parteciperà anche il presidente Costalli.
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