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  La famiglia, il lavoro, la festa

Data di pubblicazione: Venerdì, 14 Ottobre 2011

TRAGUARDI SOCIALI / n.49 Settembre / Ottobre 2011 :: La famiglia, il lavoro, la festa

A Senigallia il tradizionale Seminario alla ripresa delle attività associative.

Un appuntamento speciale quest’anno, quello di Senigallia, un incontro che va collocato in un più ampio percorso di avvicinamento al VII Incontro Mondiale delle Famiglie, in programma per il prossimo mese di maggio a Milano.
Ma non solo. Il tradizionale seminario di studi che segna la ripresa delle attività dopo la pausa estiva ci ha traghettato verso un anno sociale “elettrizzante”, come ha sottolineato il presidente del MCL, Carlo Costalli: ci prepara al 2012, ricorrenza del quarantennale del Movimento, ci induce ad approfondire le nostre radici, a ripensare da dove siamo partiti, per proiettarci verso il futuro e, soprattutto, dare speranza ai nostri giovani.

“Quest’anno la forza la troviamo nello scoprire o riscoprire l’Eucarestia”, ha esordito l’assistente ecclesiastico nazionale del Movimento, Mons. Francesco Rosso. “La comunione offerta da Cristo fa dei suoi discepoli persone aperte all’universalità, vivere l’Eucarestia stimola ad andare verso gli altri, verso coloro che sono più deboli”.
“La famiglia, il lavoro, la festa”: è stato il tema scelto per la tre giorni di dibattito che si è tenuta dal 9 all’11 settembre. “Una trilogia sempre presente nelle scelte del nostro Movimento, un tema che focalizza molto bene la necessità di mettere al centro la famiglia in tutta la sua interezza, la riscoperta del vero senso della festa, il lavoro”, ha detto ancora don Checco. “Una riflessione che dovrebbe riuscire a smuovere la carenza assordante delle politiche familiari. Occorre il coraggio di ritrovare dei modelli di vita familiare capaci di essere d’esempio”.
Don Checco ha lanciato alla platea di circa trecento quadri dirigenti del Movimento, fra cui molti giovani, un forte auspicio: “Il lavoro oggi è sempre più mortificato e poco considerato, eppure è la base della tranquillità per la famiglia. Dobbiamo passare dalle lamentale ad una progettualità che stimoli nuovi interessi e nuove attenzioni, dobbiamo aiutare i giovani ad investire la propria intelligenza per avviarli verso un protagonismo costruttivo”.
Infine “un grande desiderio personale: che il mio Movimento possa contribuire a formare i quadri dirigenti cattolici del nostro Paese, con un comune denominatore: il bene del Paese”.
Un Movimento che compie 40 anni ma non li dimostra.
Anzi, si presenta con la voglia di rilanciare, di dire la sua nel palcoscenico della società. Un Movimento che vuole formare e informare le nuove generazioni affinché possano essere artefici di un futuro fatto di valori e di azioni virtuose. Perché oggi la vera emergenza è quella educativa, come ha ricordato S.E. Mons. Gianni Ambrosio, Presidente della Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola, l’università: “L’emergenza educativa oggi è grave perché rischiamo di perdere il dono della parola. Se dimentichiamo che la vita è dono, dimentichiamo anche che la parola è dono.
L’umano di oggi balbetta qualche minuto, per il resto rimane in un silenzio assordante sul senso della vita. Così perdiamo la nostra socialità”. “L’attuale crisi educativa è generata da una sostanziale crisi di fiducia nell’uomo. Perché è un uomo mutilato quello che abbiamo davanti, senza prospettiva, senza lo sguardo verso il cielo e i fratelli. Se si accetta supinamente questa frammentazione e quest’orizzonte culturale dominante che non favorisce la fiducia, di fatto si rinuncia a diventare adulti”.
Ecco dunque la necessità di “aiutarci insieme a riedificare l’humanum con tutta la tradizione che ci è stata insegnata, del nostro essere persone umane.
Dobbiamo riacquistare il dono della parola”.
Sempre attento al tema della famiglia il presidente del MCL, che ha ribadito di considerare l’ambito delle politiche di sostegno al nucleo familiare il vero terreno su cui deve poggiare la politica di riforme necessarie al Paese. “Sulla famiglia il Governo è politicamente colpevole di un’assenza di strategie”, ha detto Costalli. “E’ un grave errore ignorare la grande attesa che c’è nelle famiglie italiane, che non è solo la necessità di contare su maggiori risorse economiche, ma è soprattutto la voglia di tornare protagoniste sulla scena sociale e riconquistare un diritto di cittadinanza piena nel Paese”. Per Costalli “La riforma fiscale da attuare presto, con la legge delega del Governo, deve assolutamente, attraverso sgravi fiscali consistenti, sostenere il reddito dei lavoratori e delle famiglie. E’ un tema strategico non solo per il nostro Movimento e per i cattolici, uno dei punti strategici per il nostro   futuro”. Sulla stessa lunghezza d’onda Francesco Riccardi, Caporedattore di Avvenire e responsabile di E’ lavoro, che ha duramente criticato la manovra economica di fine estate: “Siamo delusi perché non c’è nessun provvedimento che migliori le condizioni familiari. Che anzi peggiorano.
Nel concreto non solo le promesse non sono state realizzate, ma sono state messe in discussione anche le poche agevolazioni che abbiamo, a partire dalle detrazioni per i figli a carico. La famiglia avrebbe dovuto avere un trattamento fiscale premiale, ma tutto questo non è stato realizzato”.
Per Riccardi “Se tutto è uguale (vivere da soli o con un amico o non sposarsi) è chiaro che questo è antitetico con la centralità della famiglia”. La realtà, ha proseguito, è che “il nostro è un sistema di welfare ancora di stampo fordista che non solo fatica a coprire le spese, ma stenta anche a dare un futuro ai giovani. Prima o poi dovremo discutere sull’età pensionabile, ma non è una riforma che possiamo improvvisare all’ultimo momento. Serve un dialogo sociale approfondito. Alla fine dovremo scegliere ciò che per noi più conta: vogliamo solo rispondere ai bisogni e alle pressioni dei mercati e pensare ai bilanci, o vogliamo chiederci anche quali conseguenze certe scelte comportano sul tessuto sociale?”.
In materia di lavoro, Riccardi ha apprezzato il raggiungimento dell’importante accordo sull’apprendistato nelle sue tre tipologie: “un’innovazione di legge importante, che deriva dalla legge Biagi”.
Richiami al lavoro, alla famiglia, ai valori, che il Vescovo di Senigallia, Mons. Giuseppe Orlandoni, componente della Commissione Episcopale della Cei per i problemi sociali ed il lavoro, ha mostrato di apprezzare e condividere pienamente: “senza Eucarestia non c’è lavoro sensato nè festa piena, autentica”, ha detto. “La concomitanza con il Congresso Eucaristico nazionale offre un’occasione importante per riflettere sull’Eucaristia.
‘Prendete e mangiate’ e ‘prendete e bevete’ è la più alta manifestazione del dare, è sorgente di trasformazione sociale, non solo un fattore di culto ma un fatto morale che orienta all’agire”, ha concluso.
Per Giorgio Santini, Segretario generale aggiunto della Cisl, “la trasformazione in atto rimette in discussione i due cardini della convivenza sociale, economica e civile: il nesso tra sviluppo e lavoro. I bilanci pubblici, che sono stati una risorsa straordinaria per le politiche sociali e del lavoro, hanno oggi un destino già scritto per i prossimi dieci o vent’anni: saranno comunque soggetti a restrizioni per poter rientrare in parametri molto complessi. Tutti sperano che un giorno questo brutto incubo finisca, ma non bisogna pensare che le cose tornino a posto spontaneamente, bisogna operare”.
Santini ha quindi incitato ad “uscire dalla demagogia pericolosa contro il cambiamento, perché fa danni enormi e proprio contro le persone che si dovrebbero difendere. Abbiamo davanti una serie di fratture e lacerazioni da ricomporre. Finito il liberismo economico, per uscire dalla crisi dobbiamo immaginare una nuova economia ‘liberata’. Oggi la speculazione finanziaria è fortissima, e si è spostata dalle borse ai bilanci degli Stati, minandoli.
A questa economia malata ne va contrapposta una sana. La prima frattura da ricomporre è nell’equilibrio tra consumi e servizi: bisogna introdurre l’idea che i servizi sono tanto importanti quanto i consumi. La questione dei servizi è primaria specie per la famiglia”, ha continuato Santini. “Il punto è come riorganizzare il nostro welfare”. “Ma per coniugare lo sviluppo in modo che generi lavoro, dobbiamo anche avere la capacità di ripensare come opera il sindacato. I nuovi contratti aziendali, i contratti sul territorio, non servono per distruggere diritti, tutele e annacquare i livelli nazionali di garanzia, ma per rendere più flessibile il mercato del lavoro in entrata. In futuro accadrà sempre più spesso di perdere il lavoro. Allora la questione è: come impiego il tempo della disoccupazione? Come ritrovare più velocemente possibile un nuovo lavoro? Ci dobbiamo dare regole nuove non per diminuire diritti e tutele, ma per metterle in relazione con il diritto più importante, quello da cui discende tutto: l’avere un lavoro”.
“La terza ricomposizione riguarda i giovani. Vediamo tanti ragazzi che non hanno un lavoro, che non vogliono studiare, non vogliono fare nulla…. Si può riempire lo sguardo di questi giovani con qualcos’altro che non sia questa nebbia? La scuola va riportata verso la vita delle persone, verso il lavoro”.
Insomma è necessario cambiar musica.
Infine il patto generazionale e l’età pensionabile, che necessariamente dovrà aumentare in relazione alle aspettative di vita. E’ un argomento che va valutato con prudenza, ma che non può essere più un tabù”, ha concluso.
Il presidente del Forum nazionale delle Associazioni Familiari, Francesco Belletti, ha sottolineato che la prima “sfida è costruire una società a misura di famiglia”. Poi c’è una “sfida educativa al lavoro, la cui cultura e il cui valore dobbiamo trasmettere con l’esempio concreto ai nostri figli: il lavoro è un’esperienza dell’uomo che proviene da dentro il vissuto familiare”.
Infine “il tema della festa, che è un tema valoriale, culturale, relazionale. Il tempo della festa è un luogo sociale da difendere in ogni modo”.
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