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  Taccuino

Data di pubblicazione: Venerdì, 7 Gennaio 2011

TRAGUARDI SOCIALI / n.45 Gennaio / Febbraio 2011 :: Taccuino

Taccuino TS 45

COSTALLI IN GERMANIA "LA RIFORMA ELETTORALE GARANTISCA STABILITà ED EVITI RIBALTONI"


Durante una visita di tre giorni in Germania (Colonia, Bonn, Francoforte), il presidente del Movimento Cristiano Lavoratori, Carlo Costalli, ha incontrato esponenti politici della CDU e del mondo cattolico tedesco per confrontarsi sulla situazione sociale in Europa, alla luce della grave crisi finanziaria ed occupazionale che coinvolge molti Paesi UE. Dopo il duro confronto politico dei giorni scorsi, è emersa preoccupazione per la ventilata instabilità dell’Italia da parte di molti interlocutori che ritengono “l’Italia un partner importante e affidabile per l’Europa”.
“Le radici cristiane dell’Europa e il riferimento ai valori del Partito Popolare Europeo sono stati
il filo conduttore degli incontri che hanno trovato completamente concordi i nostri interlocutori”
ha affermato il presidente del MCL. “Per quanto riguarda la legge elettorale, altro tema affrontato, è importante soprattutto che garantisca governabilità e non renda possibili ribaltoni. Il MCL lancerà nelle prossime settimane, insieme alla Fondazione Italiana Europa Popolare, un dibattito sulla riforma della legge elettorale in Italia”, ha concluso Costalli. Nei tre giorni in Germania Costalli ha partecipato al Congresso EZA, di cui Traguardi Sociali parla diffusamente in altra parte del giornale, ed ha visitato la nuova sede MCL di Colonia, inaugurata recentemente. Costalli accompagnato dal Segretario generale MCL Tonino Inchingoli, dal Direttore del Patronato SIAS Nicola Napoletano e dal Vice direttore Alfonso Luzzi, si è intrattenuto a lungo con la Presidente del MCL Germania Maria Venera Fontanazza Russo, con la responsabile del Patronato SIAS Germania Grazia Bruno e con altri membri del direttivo. Nel corso dei colloqui è stato programmato un Convegno europeo che si terrà nel prossimo mese di giugno a Bonn.


CINQUE VESCOVI ANGLICANI SI UNISCONO ALLA CHIESA CATTOLICA


Cinque Vescovi anglicani della Chiesa d’Inghilterra hanno annunciato la decisione di unirsi ufficialmente alla Chiesa cattolica, rinunciando al ministero nella Comunione anglicana. La Costituzione Apostolica Anglicanorum coetibus di Benedetto XVI, resa pubblica il 9 novembre di
un anno fa, ha aperto la strada all’ingresso di gruppi anglicani nella Chiesa cattolica attraverso l’istituzione di Ordinariati con caratteristiche simili a quelle di una Diocesi non territoriale. In questo modo, potranno riconoscere il primato del Papa e mantenere elementi propri della loro tradizione liturgica e spirituale. La Anglicanorum coetibus fu pubblicata a seguito della richiesta di alcuni anglicani tradizionalisti di rientrare in seno al cattolicesimo, in quanto sempre più distanti dalle posizioni dell’ala progressista soprattutto in materia di sacerdozio di donne e gay. I Vescovi anglicani che hanno annunciato la propria rinuncia sono monsignor Andrew Burnham di Ebbsfleet, monsignor Keith Newton di Richborough e monsignor John
Broadhurst di Fulham. I tre presuli sono noti familiarmente come “Vescovi volanti”, perché assistevano spiritualmente i fedeli di varie Diocesi anglicane che non hanno accettato l’ordinazione di donne al sacerdozio. La loro scelta è maturata proprio dopo che la Comunità anglicana d’Inghilterra ha aperto la possibilità anche per le donne di accedere all’episcopato.
E’ stata annunciata anche la rinuncia di altri due Vescovi: monsignor Edwin Barnes, ex pastore anglicano di Richborough, e il Vescovo ausiliare emerito monsignor David Silk di Exeter. La Commissione della Conferenza episcopale cattolica di Inghilterra e Galles per l’attuazionedella Anglicanorum coetibus ha annunciato un caloroso benvenuto per i cinque presuli che vogliono entrare nell’Ordinariato, non appena il nuovo ente sarà istituito, presumibilmente l’anno prossimo. Da parte sua l’arcivescovo di Canterbury e leader della comunione anglicana, Rowan Williams, ha accettato le dimissioni dei suoi vescovi con parole distensive


FIAT MIRAFIORI, UNA VITTORIA DEL SINDACATO RIFORMISTA


“L’accordo per la Fiat Mirafiori è una vittoria del sindacato riformista”: è quanto ha dichiarato il presidente nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori, Carlo Costalli, esprimendo la sua “grande soddisfazione” per l’avvenuta sigla. “La disponibilità della Cisl e degli altri sindacati (esclusa la Fiom-Cgil) ha salvato il lavoro a Mirafiori, ha garantito più salario e assicurato gli investimenti. E’ una vittoria di quel sindacato riformista di cui l’Italia ha assoluto bisogno e che costituisce un importante elemento di tenuta sociale in un periodo di crisi economica. Va riconosciuto in particolare a Raffaele Bonanni e a Luigi Angeletti il coraggio di scommettere sul nuovo e di aver saputo corrispondere alla necessità di portare la contrattazione più a ridosso della fabbrica che, insieme al territorio, in futuro sarà il cuore delle relazioni industriali”, ha commentato Costalli. “La Fiom-Cgil ha dimostrato ancora una volta, con la proclamazione dello sciopero del 28 gennaio, di essere un sindacato conservatore, che non difende gli interessi del lavoro ma assume solo posizioni ideologiche e strumentali che, di fatto, vanno contro la crescita economica e sociale del Paese, scoraggiando conseguentemente gli investimenti produttivi con pesanti ricadute occupazionali: ma questo, evidentemente, ai vertici Fiom non interessa affatto”.
Secondo il presidente del MCL “i leader di Cisl e Uil hanno invece dato prova di coraggio e di lungimiranza sottoscrivendo accordi come quello della Fiat di Mirafiori che intendono salvaguardare il lavoro innanzitutto: è questo ciò che ci dovremmo aspettare da un sindacato veramente riformista”. Costalli ha reputato, inoltre, “inaccettabili” i toni dal presidente del Comitato centrale della Fiom, Giorgio Cremaschi, che ha definito Bonanni e Angeletti   “vergogna del sindacalismo italiano”. “Sono parole che pesano come macigni e che rappresentano un’intollerabile istigazione alla violenza, in un periodo già fin troppo turbolento”, ha precisato.


GIORGIO SANTINI ELETTO SEGRETARIO GENERALE AGGIUNTO CISL


Il Consiglio Generale della CISL ha eletto, a larghissima maggioranza, Giorgio Santini Segretario generale aggiunto dell’organizzazione. Santini, nato a Marostica (Vi) nel luglio 1954,
ha conseguito come studente lavoratore la Laurea in Scienze Politiche. Sposato, due figli, dal 1977 è dirigente sindacale. Nel 1980 viene eletto Segretario provinciale dei metalmeccanici della CISL di Vicenza, poi Segretario regionale dei metalmeccanici e dal 1985 Segretario dei metalmeccanici di Padova. Nel 1991 diventa Segretario generale della CISL di Vicenza, successivamente responsabile della CISL del Veneto e componente dell’Esecutivo e del Consiglio nazionale confederale. Dal 1998 è Segretario confederale nazionale con responsabilità in diversi settori tra cui le politiche del mercato del lavoro, occupandosi in particolare di ammortizzatori sociali, di politiche del Mezzogiorno, dello sviluppo del territorio, delle infrastrutture e delle riforme istituzionali. “La proposta di eleggere un Segretario generale aggiunto non ha alcun valore riferibile ad esperienze passate” ha spiegato il Segretario Generale CISL Raffaele Bonanni “ma garantisce la continuità della segreteria ed è un riconoscimento a chi da un decennio, come Santini, ha dimostrato lealtà nei confronti della segreteria e capacità sindacali importanti”. Il neo-eletto Segretario generale aggiunto, nel ringraziare per l’incarico affidatogli, ha dichiarato: “La CISL da alcuni anni è caratterizzata da una forte unità di intenti, di linguaggi, di rapporti, le appartenenze precostituite si sono via via attenuate fino a dissolversi. Esserci riusciti, continuare a farlo ormai con naturale spontaneità rappresenta insieme un risultato e la precondizione per riuscire ora a vincere un’altra battaglia: rafforzare ancora la CISL, affinché sappia diventare semprdi utilità sociale per le persone e le comunità”. Al neo Segretario generale aggiunto vanno i migliori auguri di buon lavoro di tutta la presidenza nazionale del MCL.


COSTALLI "SODDISFAZIONE PER APPROVAZIONE DELLA RIFORMA UNIVERSITARIA"


“Soddisfazione per l’approvazione definitiva della riforma universitaria da parte del Parlamento”
è stata espressa dal presidente nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori, Carlo Costalli.
“Visto lo sfacelo in cui versa il sistema università, con le graduatorie internazionali che collocano
le università italiane agli ultimi posti fra i Paesi sviluppati, non possiamo che dichiararci soddisfatti”. “La legge innova la governante delle università, limita l’autoreferenzialità dei professori e prevede, per la prima volta, che i posti pubblici alle università siano dati in funzione
dei risultati”, ha continuato Costalli. “La valutazione è l’unico modo per non sprecare risorse,
risalire nelle graduatorie mondiali e, soprattutto, fornire agli studenti un’educazione migliore”. “Le opposizioni di sinistra hanno votato contro per interessi di parte, schierandosi nei fatti per i
privilegi e gli sprechi e ‘accarezzando’ le manifestazioni degli studenti al solo scopo di cercare di far cadere il Governo. Studenti a loro volta strumentalizzati da baroni inamovibili”.Secondo il presidente del MCL “adesso il Governo deve accelerare il percorso riformatore di cui il Paese ha assoluta necessità: dal federalismo da portare a compimento, alla riforma fiscale cui è indispensabile mettere mano al più presto”.


ELEZIONI IN CATALOGNA: PESANTE SCONFITTA PER ZAPATERO


In Catalogna il primo test elettorale importante dell’era Zapatero ha decretato la vittoria dei nazionalisti di Convergenza e Unione (CIU) e la pesante sconfitta per i socialisti del PSC, emanazione locale del PSOE. Le elezioni catalane appaiono come uno schiaffo politico per il premier socialista spagnolo Josè Luis Zapatero, che ha perso nelle urne il controllo della Catalogna, una delle due grandi e più ricche regioni del Paese accanto a Madrid, da sempre serbatoio elettorale socialista. I nazionalisti della CIU hanno raccolto un chiaro successo e si preparano dunque a tornare a governare la Catalogna dopo la parentesi socialista apertasi nel 2003. La CIU è risultata chiaramente il primo partito con il 38,5% dei voti, ottenendo 62 seggi sui 135 complessivi che compongono l’assemblea regionale. Le forze di sinistra, che hanno governato negli ultimi anni, hanno tutte registrato una significativa riduzione di consensi. I socialisti di Catalogna (PSC) si sono fermati ad un imbarazzante 18% (28 seggi), perdendo ben 9 seggi rispetto
alle precedenti elezioni ed ottenendo il peggior risultato della propria storia. Nel nuovo parlamento entra anche, con 3 seggi, il nuovo Partito indipendentista SCI dell’ex-presidente del Barcelona calcio, Joan Laporta. Ma al di là degli effetti che il voto avrà sugli equilibri politici catalani, la Spagna guarda soprattutto all’impatto che si potrà avere sulla corsa elettorale nazionale che porterà alle politiche del marzo 2012. La popolarità di Zapatero è scesa ai minimi storici, così come registrano le intenzioni di voto   per il PSOE.
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