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Stai sfogliando il n.18 Novembre / Dicembre 2005
Taccuino
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Data di pubblicazione: Venerdì, 3 Marzo 2006
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Notizie dal mondo
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TACCUINO
IL PRESIDENTE DELL'IRAN DICE CHE ISRAELE VA CANCELLATO DALLE MAPPE GEOGRAFICHE
Teheran, 26 ott. - Il nuovo presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad afferma che Israele deve essere cancellato dalla mappa del mondo, e qualsiasi Paese arabo che osasse riconoscerlo, ''brucerà nelle fiamme della rabbia della nazione islamica''. Purtroppo queste non sono le affermazioni di un pazzo. Vorremmo tanto che fosse così, invece sappiamo che dietro queste parole c’è il disegno lucido, ancorché mostruoso, di una cultura politica estremista, intollerante, irresponsabile che va allargandosi a macchia d’olio nel mondo musulmano e arabo, e che costituisce una minaccia per il mondo intero. Le affermazioni del presidente fondamentalista, fatte in una conferenza a Teheran sul tema ''Un mondo senza sionismo'' e accolte dal simpatico slogan di ''morte a Israele'' e ''morte all'America'' da parte di migliaia di studenti esagitati, giungono in un momento di forte tensione con i paesi occidentali per via del programma nucleare avviato dalla Repubblica islamica. Il programma di sviluppo nel settore radioattivo e l’imminente messa a punto della bomba atomica da parte dell’Iran infatti lasciano sperare ben poco di buono per la pace nel mondo. Ed hai voglia a dire, come fanno gli uomini del presidente incendiario, che l’Iran non intende attaccare nessuno. A parte che anche Hitler a suo tempo diceva così, il problema è dato dall’affidabilità di gente di questo tipo sulla scena internazionale, affidabilità inesistente, come peraltro dimostrano le inconcludenti trattative con l’Aiea (l’agenzia atomica) sull’espansione nucleare. Dicono di non voler attaccare nessuno e annunciano la necessità che Israele venga cancellato dalla terra. Dicono di non voler attaccare nessuno e preparano la bomba atomica. E insultano tutti i giorni l’occidente. E ora minacciano apertamente addirittura l’unico stato libero e democratico dell’intero medioriente. ''Le potenze arroganti del mondo - afferma Ahmadinejad- hanno fondato il regime sionista nel cuore del mondo musulmano come base per i loro obiettivi espansionistici. Ma non c'è dubbio che la nuova ondata che si è formata in Palestina, rimuoverà questo stigma vergognoso (cioè Israele) dal mondo dell'Islam''. Nei suoi otto anni di presidenza, conclusisi lo scorso agosto, il vecchio presidente Mohammad Khatami, che certo non aveva fama di essere un moderato, non aveva mai usato parole simili a quelle usate da Ahmaninejad. Tempi duri attendono il mondo.
IN INDONESIA TRE RAGAZZINE CRISTIANE VENGONO DECAPITATE DAI FONDAMENTALISTI ISLAMICI, MA IL MONDO TACE
Indonesia, 29 OTT - Quattro ragazzine cristiane stavano andando a scuola in un villaggio vicino alla cittadina musulmana di Poso (Indonesia, 1.500 km nordest di Giakarta). Attraversavano una piantagione di cacao, indosso la divisa della loro scuola cristiana, di colore marrone. Parlavano tra di loro, ridevano, ripassavano la lezione.
Dal nulla, sbucano alcuni uomini vestiti di nero, il volto coperto, con ricetrasmittente, armati di machete, una lunga spada affilata. In un lampo attaccano le ragazze totalmente indifese, tre di loro vengono massacrate di colpi e infine decapitate. La quarta ragazzina, ferita, supera la paralisi dello stupore e del terrore, riesce a fuggire, si butta in un fosso, gli aggressori rinunciano a inseguirla. Sarà poi medicata per ferite gravi ma non mortali. I corpi delle vittime sono stati lasciati sul luogo del massacro. Le teste invece sono state fatte trovare altrove, due ore più tardi, una vicino a una chiesa, le altre due davanti a un commissariato di polizia. Il presidente indonesiano Susilo Banbang Yudhoyono ha condannato gli omicidi che ha definito ''crimini sadici e inumani''.
In questa zona del Paese ormai da anni la comunità cristiana è sottoposta a violenze quotidiane dalla maggioranza islamica, intollerante e feroce. Appena nel maggio scorso nella città di Tentena due bombe fecero una carneficina fra i cristiani che affollavano il mercatino davanti alla chiesa. Questi casi di terribile violenza si aggiungono ai tanti che ormai imperversano nel silenzio generale in quella parte del mondo e che, guarda caso,hanno per obbiettivo sempre cristiani e cattolici. L’Indonesia è lontana, pare dire il mondo e chissenefrega se ogni tanto fanno fuori qualche cristiano. I nostri grandi giornali hanno dedicato alla notizia pochissimo spazio, chissà se qualche tg ne ha parlato (non siamo riusciti a seguirli tutti), ma forse sono troppo presi dalle diatribe fra Berlusconi e Prodi per occuparsi di episodi e fatti che non sono solo notizie per un giorno, ma indicano la brutta strada che una certa parte di mondo ha preso. Fra i pochi giornalisti italiani che hanno parlato dell’episodio delle tre povere ragazzine, alcuni che ascriviamo al club del ‘politically correct’, cioè una specie di relativisti del nulla, hanno avuto l’ardire di collocare l’incredibile aggressione alle tre bambine nel quadro degli scontri a sfondo religioso che caratterizzano l’Indonesia, dando a intendere che laggiù si svolge una specie di guerra di religione fra cristiani e musulmani, ma dimenticando di dire che i cristiani stanno solo subendo le angherie della parte maggioritaria della popolazione, di fede musulmana, e che a loro non sono ascrivibili atti di violenza. Quindi non è una guerra quella in corso, bensì un genocidio, che lentamente sta facendo scomparire nel terrore, e sottoterra, i cristiani indonesiani, colpevoli di essere ‘infedeli’ agli occhi dei fondamentalisti filo arabi.
Un genocidio condotto nel silenzio generale, dell’ineffabile Onu certamente, e anche dell’altrettanto ineffabile Unione europea.
MIGLIAIA DI PERSONE PARTECIPANO ALLA FIACCOLATA PROMOSSA DA GIULIANO FERRARA PER ISRAELE CUI HA ADERITO ANCHE MCL
ROMA, 3 nov. – Per iniziativa di Giuliano Ferrara, direttore del quotidiano ‘Il Foglio’ si ritrovano a Roma, davanti all’ambasciata iraniana, migliaia di persone per protestare contro le parole del presidente iraniano che alcuni giorni prima ha dichiarato che lo Stato di Israele va cancellato dalla faccia della terra, e che i paesi musulmani che non perseguono questo scopo devono essere puniti.
Attorno a Ferrara si sono ritrovati uomini politici di tutti i partiti, salvo gli estremisti della sinistra, che hanno perso l’ennesima occasione per accreditarsi sulla scena nazionale come persone affidabili. Loro duettano sempre con i dittatori, purchè antiamericani. E siccome Israele è un punto di riferimento dell’occidente libero e democratico, e quindi degli americani, niente solidarietà al popolo ebraico, niente atti simbolici contro i vertici iraniani, se non parole. Ma a sinistra non ci sono solo estremisti, per fortuna. Fra tutti la figura di gran lunga più positiva in questa vicenda è stata quella del segretario dei Ds Piero Fassino, democratico vero, uomo dell’occidente nonostante la sua appartenenza al partito degli ex comunisti. Fassino non si é vergognato a sfilare con quelli degli altri partiti e dell’odiata destra, con i cattolici e gli ebrei, non ha avuto dubbi nel prendere le distanze dalla stupidità delle parole contro il popolo israeliano, e ha sfidato apertamente la parte più retriva del suo partito e dei suoi simpatizzanti, che al solo pensiero di Israele si annebbia la vista, così è sceso in piazza. Gli è costata questa scelta, per questo ha un valore e merita rispetto. Una scelta più difficile rispetto ai suoi avversari politici, perché quelli del centrodestra, generalmente divisi su tutto, almeno sulla scelta occidentale non hanno dubbi, così sono scesi in piazza massicciamente senza arrecare mal di pancia alla loro base.
La manifestazione promossa da Ferrara non è che un gesto simbolico dell’occidente libero, democratico, tollerante e pluralista, rivolto a chi dall’altra parte del mondo ritiene di poter dire qualunque sciocchezza o pronunciare qualunque infamia, senza che nessuno gli faccia un pernacchione. La politica e le diplomazie avranno il loro lavoro, ma dall’Italia il messaggio degli uomini liberi e dell’amicizia con il popolo ebraico e lo Stato israeliano è stato forte e bello.
Alla fiaccolata ha aderito anche Mcl. ''Difendere il diritto di esistenza di Israele significa proteggere la pace e diffondere lo sviluppo della cultura e dei valori democratici all'interno del mondo islamico’’, ha detto il presidente Costalli. Vaneggiamenti come quelli del presidente iraniano non possono che trovare un muro di chiusura totale e di condanna da parte di tutto l'Occidente che, per storia e per radici culturali, ha scelto il dialogo e il rispetto reciproco come uniche armi contro l'odio e la violenza che avvelenano il nostro tempo’’.
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