NOME UTENTE        PASSWORD  

Hai dimenticato la tua password?

Nell'ultimo numero di Traguardi Sociali:
Traguardi Sociali

Stai sfogliando il n.96 novembre / Dicembre 2019

Leggi la rivista in formato pdf Cerca numeri arretrati in archivio
.PDF Numero 96 (16081 KB) Sfoglia l'archivio di Traguardi Sociali Sfoglia l'archivio di Traguardi Sociali

  Immigrati e rifugiati in Europa: problemi e sfide

Data di pubblicazione: Mercoledì, 13 Novembre 2019

TRAGUARDI SOCIALI / n.96 novembre / Dicembre 2019 :: Immigrati e rifugiati in Europa: problemi e sfide

A Lucca un convegno sull’immigrazione

Nei giorni scorsi i componenti della Piattaforma IPCM di Eza sull’Immigrazione - di cui fanno parte anche MCL, Efal, e Feder.Agri - si sono riuniti a Lucca per celebrare i lavori dell’Assemblea annuale sul tema: “Immigrati e rifugiati in Europa: problemi e sfide”.
Un tema attuale, strettamente collegato alla celebrazione del 30° anniversario della caduta del muro di Berlino che, oltre a disegnare “una nuova Europa”, ha inciso pure sul fenomeno migratorio in tutto il Continente: così come il Sud del Mediterraneo affronta l’emergenza “africana”, la Polonia, ad esempio, si trova, dopo essere stata Paese di forte emigrazione, a sostenere gli ucraini in fuga dalla guerra con la Russia e i bielorussi in cerca di lavoro.
L’Italia è diventata in pochi anni - troppo pochi - un Paese di grande immigrazione. I nuovi “arrivati” hanno diverse estrazioni culturali, linguistiche, religiose: questa eterogeneità ha acuito le problematiche legate all’accoglienza che troppo spesso è stata caratterizzata e gestita dall’emergenza.
Molti immigrati arrivano tramite la Libia e la maggioranza di loro è spinta da motivi economici. Il fenomeno, nel suo complesso, è poi segnato dalle problematiche legate al clima e dalla fuga dalle guerre.
I migranti per guerra e per mancanza di democrazia finiscono per essere uniformati, all’arrivo, nello status di migrante - il più delle volte clandestino -, mentre quello di profugo si perde subito. Intorno a questo fenomeno ormai generalizzato si sono formate due “scuole di pensiero”: la prima è quella “buonista” che cerca di sostenere “la nostra necessità” nell’accogliere tutti e la seconda è quella “che vuole respingere tutti” magari “aiutandoli a casa loro”.
Sul punto anche in UE si sono aperte discussioni a non finire: la Francia in 45 anni ha cambiato 49 volte la legge sull’immigrazione.
Il Presidente Carlo Costalli - dopo aver sottolineato la rapidità del fenomeno che in Italia ha “sconvolto”, dal 2014 ad oggi, la nostra politica e la nostra società civile - ha sottolineato la grande differenza tra profughi ed immigrati per lavoro. Dopo aver condannato tutta l’illegalità che circonda il problema, ha richiamato - citando l’Eritrea - “la necessità di sostenere la democrazia” per apportare cambiamenti forti alla vita di tante persone “costrette alla fuga” per non morire.
Il mercato del lavoro, la povertà, la necessità di “accogliere integrando” (evitando, quindi, di abbandonare le persone al “mercato nero ed al caporalato”) sono state al centro della riflessione dell’Arcivescovo di Lucca, Mons. Paolo Giulietti: “c’è bisogno di una seria e documentata analisi” che superi l’approccio generico e divisivo.
Insomma si deve vincere l’ignoranza, la cattiva e faziosa informazione per andare oltre l’emergenza con un approccio sempre meno “amministrativo” e con il coraggio che spetta alla politica.
La Piattaforma internazionale di EZA su questa linea propositiva intende continuare a prendere iniziative tese a formare “una cultura condivisa”, che contribuisca a costruire una nuova esperienza di integrazione culturale e sociale.

Piergiorgio Sciacqua

 Torna ad inizio pagina 
Edizioni Traguardi Sociali | Trattamento dati personali