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  Il Consiglio Generale MCL

Data di pubblicazione: Giovedì, 21 Novembre 2019

TRAGUARDI SOCIALI / n.96 novembre / Dicembre 2019 :: Il Consiglio Generale MCL

Al centro la questione dell’unità dei cattolici

Non state a guardare dai balconi la vita”. Il Consiglio Generale del MCL, svoltosi all'Ergife Palace Hotel di Roma il 15 e 16 novembre, ha fotografato un Movimento Cristiano Lavoratori impegnato a dar seguito - cercando di costruire un radicamento sempre più forte sui territori e innovandosi leggendo con discernimento i “segni dei tempi” -, al pressante invito che Papa Francesco rivolse ai cattolici italiani intervenendo al Congresso di Firenze nel 2016.
Aperto dalla riflessione dell'assistente ecclesiastico don Francesco Poli, incentrata proprio sulla necessità per i credenti di non farsi fermare dalle proprie fragilità, continuando a mettersi in gioco per costruire come testimoni e vivendo cioè la circostanza come vocazione, è stata una due giorni di ampio e partecipato dibattito a partire dalla pregnante relazione del presidente Carlo Costalli. Una disamina, la sua, che ha toccato “soprattutto tre temi: l’unità dei cattolici, la politica e i nostri Servizi”. C'è stato spazio, inoltre, in particolare nella seconda giornata, per fare un punto sulla Riforma del Terzo Settore e lanciare la prossima Assemblea degli Amministratori Locali (28 e 29 febbraio 2020). Occasione, la seconda, per fotografare e connettere il protagonismo civico che è ancora un'energia viva del nostro Paese, purtroppo troppe volte non valorizzata da una politica arroccata nelle logiche di Palazzo.
Sul ritrovare la strada di un protagonismo unitario dei laici credenti, il Presidente nazionale ha ben riassunto che “Riemerge, ogni tanto, come un messaggio in bottiglia che viene da una lontananza misteriosa, il tema dell’unità dei cattolici nell’azione sociale e politica. Tutti sembrano scoprirla e volerla: senz’altro i cattolici, ma anche i cosiddetti laici che, un po’ spaventati dall’andazzo attuale, la auspicano, come fattore di buonsenso e moderazione. Però l’unità non riesce. I cattolici sono d’accordo con i laici nel denunciare la non rilevanza della propria presenza, ma non trovano mai soluzioni operative unitarie. Sono passati i bei tempi della DC, forza maggioritaria di governo, e della CEI di Ruini (ancora lucidissimo: la sua recente intervista al Corriere della Sera è un manifesto con indicazioni chiarissime), promotrice di cultura e azione, non trascurabili all’interno, e oltre, i partiti del centrodestra”. Scegliendo come questioni emblematiche che ci pongono di fronte all'incapacità di un giudizio intero davvero conseguente alla “visione cattolica del mondo”, e perciò realista, il Congresso delle Famiglie a Verona (eccessivamente demonizzato, anche tra i cattolici) e l'approccio al fenomeno migratorio (troppo spesso ideologico anche nel mondo cattolico, quasi mai capace di cogliere l'equilibrata visione del Pontefice in merito, anche a causa delle strumentalizzazioni mediatiche in proposito), Costalli ha evidenziato come “In realtà i cattolici più che divisi sono confusi”. In questa confusione i tanti tentativi di costruire una nuova stagione del cattolicesimo politico, da quelli esclusivamente formativi a quelli con ambizione partitica, ha ben denunciato il presidente del Mcl, “hanno avuto un insuccesso pieno, nel senso della incapacità di incidere e modificare le tendenze prevalenti”, infatti “è cinicamente provato che se uno vuole essere eletto deve stare lontano da questi gruppi, che dicono cose impopolari, sentite dai più come praticamente invivibili nella società di oggi”. Alla luce di ciò, il metodo per non atrofizzarsi nell'irrilevanza è “ripercorrere un cammino di giudizio cristiano su di sé, sulla società e sulla realtà, decidendo all’interno di una appartenenza, una unità costitutiva e generativa, che proprio perché è tale non ha paura di aprirsi o, se necessario, combattere. Poi sarà quel che sarà in proporzione alla nostra virtù, alla nostra passione, al nostro impegno e secondo la volontà di Dio, in un mondo che per fortuna non dipende solo da noi. Non dobbiamo scegliere ciò che è facile, ma ciò che riteniamo giusto”. Non stare sui balconi a guardare, magari con il sopracciglio snobisticamente alzato, appunto. Facendolo in una casa certo imperfetta e da ricostruire in molte sue parti, anche fondamentali, come è quella del PPE: senza riferimenti europei, infatti, si condanna l'Italia a un ruolo di mero spettatore.
Essere forza autenticamente popolare, corpo intermedio davvero dinamico, comporta anche farsi prossimo alla gente con servizi in grado di dare risposte concrete. E, come ha giustamente rivendicato Carlo Costalli “Un ruolo fondamentale di cucitura tra Stato-apparato e Stato-comunità da sempre lo hanno i servizi alla persona, che gli enti e le imprese sociali del MCL ogni giorno svolgono: un sistema diffuso e organizzato sul territorio che promuove il lavoro e i lavoratori, educa, incoraggia alla cittadinanza attiva, difende, aiuta e sostiene i cittadini, in particolare quanti si trovano in condizione di emarginazione o a rischio di esclusione sociale”.
Da questo Consiglio, insomma, arriva una modalità non velleitaria di presenza. Un contributo concreto alla Chiesa e al mondo che sarà certamente illustrato al Segretario Generale della CEI, S.E. Mons. Stefano Russo, giovedì 5 dicembre, quando incontrerà la Presidenza Nazionale presso la sede del Movimento.

Marco Margrita
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