NOME UTENTE        PASSWORD  

Hai dimenticato la tua password?

Nell'ultimo numero di Traguardi Sociali:
Traguardi Sociali

Stai sfogliando il n.61 Ottobre / Novembre 2013

Leggi la rivista in formato pdf Cerca numeri arretrati in archivio
.PDF Numero 61 (2347 KB) Sfoglia l'archivio di Traguardi Sociali Sfoglia l'archivio di Traguardi Sociali

  Al via la stagione del XII Congresso Nazionale MCL

Data di pubblicazione: Domenica, 3 Novembre 2013

TRAGUARDI SOCIALI / n.61 Ottobre / Novembre 2013 :: Al via la stagione del XII Congresso Nazionale MCL

Il documento per il dibattito congressuale.

Pagina 3 (di 3)

Le riforme strutturali

Abbiamo più volte denunciato la tendenza, tutta italiana, ad affrontare i problemi “stuccando le crepe, piuttosto che ristrutturare la casa che si sgretola”. E questo per la congenita incapacità della politica di scrollarsi di dosso la tendenza ad andare subito all’incasso nel momento elettorale (magari anticipato), piuttosto che avere lo “sguardo lungo” di chi ha la responsabilità di orientare il cammino della società e garantirlo per le prossime generazioni così come indicava De Gasperi.
A questa tendenza ha contribuito anche parte della nostra società civile quando ha scelto di acquattarsi sotto le ali di questa o quella fazione, spesso rinunciando, magari per un piatto di lenticchie, ad esercitare un ruolo politico proprio ed autonomo.
Siamo drammaticamente in ritardo rispetto a riforme strutturali, ben diverse dai ripieghi-tampone e dal continuo rimando al poi. Un ritardo che rischia di affossare per sempre le aspettative di rinascita delle nostre comunità.
Abbiamo già detto della estrema urgenza di intervenire su lavoro e famiglia, le assolute priorità a cui porre mano, e abbiamo rilevato in premessa come sia necessario abbinare a tale bisogno anche il tema istituzionale.
Le recenti vicende politiche, la difficoltà di trovare maggioranze coese, la disaffezione delle persone nei confronti della politica e della partecipazione al voto, hanno definitivamente dimostrato come il nostro sistema sia entrato in una crisi profonda e come i temi più urgenti riguardino i rapporti governo-parlamento, il rafforzamento del ruolo dell’esecutivo, il completamento di un corretto federalismo, l’ordinamento giudiziario comprese le funzioni del Consiglio superiore della magistratura con un riequilibrio dei poteri dello Stato ed i loro rapporti. Il tema delle riforme istituzionali si lega indissolubilmente a quello di una nuova legge elettorale che garantisca la governabilità e consenta la riaffermazione della democrazia attraverso la partecipazione dei cittadini, rimettendo al centro la sovranità popolare e la sua rappresentanza, in passato declinata attraverso lo strumento-partito ora entrato fortemente in crisi.
Spetta a tutte le forze vive del Paese produrre un grande sforzo per una rinnovata legittimazione della politica, che parta da un fecondo rapporto tra popolo e istituzioni.
Un compito che riguarda in particolare le formazioni sociali e i corpi intermedi, che non possono solo rivendicarlo ma devono esercitarlo concretamente così come il MCL ha fatto in questi anni. In quest’opera di educazione alla partecipazione e di consapevolezza di una specifica responsabilità, che è una delle nostre previsioni statutarie, il Movimento è chiamato a vivificare, sollecitare, indirizzare un nuovo protagonismo di chi si ispira alla comune esperienza cristiana. Nell’obiettivo, in prospettiva, di raccogliere e costituire un insieme omogeneo e forte che sappia coniugare con il “noi” progetti e programmi in una collaborazione che avrebbe già una forza propria, ma ha bisogno di allargarsi e di trovare nel Paese ampi consensi che saranno tanto più forti quanto più il progetto sarà credibile e proposto da persone e testimoni altrettanto credibili.
L’esperienza del Forum del lavoro e delle iniziative di Todi è stata importante sul piano politico e continua ad esserlo perché è da lì che si può ripartire per un rinnovato impegno, che recuperi la voglia e la responsabilità di impegnarsi per il bene del Paese: responsabilità che, come abbiamo rimarcato più e più volte, è connaturata con la stessa esperienza cristiana. Siamo a settanta anni dal Codice di Camaldoli ed è a quello spirito, che indirizzò la straordinaria ripresa del dopoguerra, che intendiamo rifarci. Vogliamo contribuire a ricreare quel clima di collegamento e collaborazione per ricostruire la società dopo i disastri degli ultimi anni. E non ci si potrà nascondere dietro una presunta laicità per evitare posizioni chiare, soprattutto a partire dai principi etici ed antropologici, con il rischio che in nome della neutralità dello Stato prevalga, invece, il laicismo ideologico che tenta di confinare e rinchiudere la proposta cattolica nell’ambito personale e privato, negando ogni evidenza pubblica. E’ chiaro che la nostra esperienza associativa e le stesse motivazioni della nostra presenza cozzano fortemente rispetto a tale impostazione.
E’ attraverso questa modalità di presenza e di raccordo proficuo che intendiamo contribuire al passo in avanti dell’Italia, superando la radicata ed infausta logica del conflitto e della contrapposizione politica strumentale che ha paralizzato ogni riforma, in questa fase storica meritevole di risposte e azioni ben più rilevanti e decise.

L’esperienza associativa

Entrati nel quinto decennio di vita, sentiamo l’urgenza di rinnovare e adeguare alle mutate esigenze anche il nostro percorso associativo, la nostra vita interna, le modalità per rendere efficace ed incisiva una presenza, anche attraverso scelte da evidenziare e valorizzare con opportune modificazioni dello statuto. In ciò consapevoli che tale percorso non ha, a ben vedere, un aspetto autoreferenziale, ma ha risvolti e ricadute proprio sulla attività all’esterno, nella società, nei luoghi in cui esprimiamo il nostro carisma associativo. Sono tre, di seguito meglio specificati, gli aspetti su cui chiediamo si concentri l’attenzione dei delegati, con la raccomandazione che la nostra connaturata tendenza riformatrice non riguardi solo altri ma sia esercitata anche al nostro interno, al centro ed in periferia, superando piccole sacche di nostalgia di tempi passati. Tempi che invece vanno governati ed indirizzati in quella complessità che richiede risposte adeguate, intelligenti, profetiche. Questi tre ambiti meritano un adeguamento statutario che ne confermi e rafforzi la rilevanza.

Articolazione organizzativa

Quando i nostri fondatori pensarono e costruirono il MCL non ebbero dubbi rispetto alla natura popolare che avrebbe dovuto avere: in loro era lampante il convincimento di dover servire un popolo aiutandolo, dall’interno, a crescere sulla strada dello sviluppo integrale. Per noi, oggi, restare saldamente ancorati a quella natura popolare significa rafforzare le forme di rappresentanza, valorizzando ancora di più una presenza articolata nei differenti territori del Paese.
Un Movimento come il MCL ecclesiale, popolare, sociale, individua nella valorizzazione della dimensione locale un’evoluzione di sensibilità che vediamo come positiva, in quanto ci avvicina ancor più alle persone là dove concretamente vivono. Se vogliamo impegnarci per più democrazia nel nostro Paese, dunque più partecipazione attiva delle persone, è evidente che è relazionandoci direttamente con loro che potremo far crescere una sensibilità ed una assunzione di responsabilità.
E’ il circolo - nelle varie modalità assunte, secondo le particolari tradizioni locali - lo strumento privilegiato di questo progetto. E’ il circolo nel suo stare nel cuore della città ad essere il punto di irradiazione di una sensibilità nuova che richiami i cattolici ad una stagione feconda di presenza utile a tutta la comunità. Questo ha come conseguenza un impegno dei circoli stessi ad assumere sempre più un ruolo di “soggetto” attivo nella propria realtà, a delineare un progetto di azione “esterna” con la necessità di rapportarsi con i diversi attori operanti sul territorio. Innanzitutto con le parrocchie, che da sole fanno fatica ad attivare percorsi di conoscenza della Dottrina Sociale della Chiesa e della sua declinazione pratica, con i comuni e gli enti pubblici, con le altre formazioni sociali ed associative.
Attualmente il nostro statuto prevede che l’orientamento ed il coordinamento dell’attività dei circoli sia esercitato dalle sedi provinciali. Si propone al Congresso di verificare che tale raccordo, qualora e dove se ne riscontrassero le opportunità, possa essere affidato anche ad una realtà territoriale più ampia, in particolare per aiutare le provincie più piccole a coprire tutti gli ambiti di presenza sociale e di rappresentanza delle attività di servizio del Movimento. Un percorso che chiediamo di dibattere nel corso delle diverse assemblee nelle sue linee e motivazioni essenziali. Anche le sedi regionali dovrebbero assumere un ruolo più forte ed incisivo proprio riguardo ai tre aspetti principali che indichiamo in questo contributo.

Formazione

Una più rilevante, qualificata e non occasionale presenza pubblica comporta la necessità di incrementare decisamente l’aspetto formativo, dapprima nella sua fondativa dimensione spirituale e, come conseguenza, in tutti gli altri ambiti. Pensiamo sia utile riconfermare che, quando parliamo di formazione, ci riferiamo a due aree di intervento: la prima è principalmente di competenza dei circoli e riguarda la specifica previsione dell’art.
2 dello statuto che comporta una formazione alla testimonianza cristiana e ad un coerente impegno negli ambienti di vita e di lavoro; la maturazione della capacità di lettura dei problemi, affrancandosi dai luoghi comuni e dal condizionamento imposto dai grandi mezzi di informazione e dalle lobby di potere e trovando le modalità di un corretto “orientamento dal basso” dell’opinione pubblica; l’educazione alla piena partecipazione alla vita sociale per apportarvi un decisivo contributo.
Vogliamo insistere sul rafforzamento della personale vita di fede e, per questo, riteniamo importantissimo che ogni nostra aggregazione possa avere un sacerdote (anche se non ufficialmente nominato) che la accompagni.
La seconda area di intervento riguarda l’acquisizione di specifiche competenze in tutti i campi della nostra attività che, solo per fare alcuni esempi, devono riguardare: la legislazione sul lavoro, il sistema di welfare, il ruolo del Terzo settore, la previdenza e il fisco, l’assetto istituzionale, la cooperazione, ecc.. Naturalmente questa seconda area dovrà avere rimandi a livelli superiori, a quello regionale e nazionale per quei dirigenti più sensibili e preparati, per i giovani che partono mediamente da un più alto livello di istruzione, facendo conto sulle fruttuose sinergie attivate con autorevoli partners tra i quali ricordiamo l’Università Cattolica nel suo complesso, il suo Centro di Ateneo per la DSC, l’Aseri, l’Adapt per gli aspetti del lavoro, l’Osservatorio Van Thuan, Italia lavoro, ecc.. A questi enti ed ai loro responsabili va la gratitudine del Movimento. L’idea che proponiamo è di una scuola “stabile” di formazione coordinata dalla sede regionale che raccolga, amplifichi e diffonda in modo omogeneo quanto già meritoriamente si fa sul territorio. A livello nazionale si ipotizza uno specifico Dipartimento che aiuti, stimoli, indirizzi, anche nella prospettiva di una Alta scuola che potrebbe essere aperta pure ad altre realtà associative affini che, come noi, prestano attenzione ad una maggiore, coerente e competente presenza dei cattolici negli ambiti pubblici.
Vogliamo ribadire quanto già indicato in premessa: la formazione in tutti i suoi molteplici aspetti dovrà essere il punto principale di impegno della prossima fase associativa.

Enti di servizio

Essendo inseriti in un “popolo” si incontrano persone e se ne percepiscono le esigenze. Quante situazioni difficili abbiamo incrociato in questi anni! Quanta richiesta di ascolto da parte di giovani e anziani, quanta solitudine, quante richieste di pane e di un sostegno, di un lavoro pur se occasionale!
Il MCL ha risposto a questi bisogni attraverso gli enti di servizio, che hanno sempre rappresentato uno strumento particolarmente importante nell’opera di azione sociale condotta in favore dei lavoratori e delle loro famiglie, dei pensionati, dei disoccupati e, in generale, verso tutti coloro che nei nostri servizi hanno trovato ascolto, risposte, tutela. Patronato Sias, Efal, Caf, Feder.Agri, Als perseguono l’obiettivo di essere con la gente e per la gente, come solo un Movimento che trae origine dal popolo può fare e, insieme ad esso, opera per una società più equa. Nuove politiche dei servizi in forte sinergia, e con un coordinamento più forte e statutariamente assunto, potranno significativamente concorrere alla definizione e applicazione di nuovi modelli di welfare in cui il contributo del non profit diventa determinante. Valorizzando così le comunità ed i territori ed alleggerendo un sistema di welfare prevalentemente pubblico che oggi dimostra di non reggere più, soprattutto nei settori di sanità e assistenza.
Saper offrire servizi al passo con i tempi (in qualche caso anche precedendoli) con il supporto di grandi professionalità capaci di incontrare le persone e le loro richieste, che variano al variare delle situazioni, rappresenta un’esigenza ineludibile che abbiamo già affrontato e va ulteriormente affinata e diffusa. Un sistema integrato dei servizi del MCL è già realtà visibile, supportato da un contratto unico dei collaboratori che sono ormai moltissimi. Un sistema che avrà sempre più bisogno di veder coinvolte e protagoniste tutte le realtà territoriali in un programma di responsabilità condivisa. Come si è detto, è dall’incontro con le persone che nascono le risposte non sempre riconducibili all’ambito dei cosiddetti “servizi storici”. Nascono così le associazioni dei pensionati; dei lavoratori immigrati; le attività riguardanti il lavoro domestico con la duplice attenzione ai lavoratori e alle famiglie spesso costrette, per comprensibili ragioni di necessità, a diventare datori di lavoro a tutti gli effetti, senza averne né lo spirito né la preparazione, attivando così rapporti di lavoro di difficile gestione; la tutela della persona ammalata; la promozione dei lavori artigianali tradizionali del territorio; i servizi di formazione e informazione sul lavoro rivolti particolarmente ai giovani in una fase di drammatica assenza di lavoro (Prontolavoromcl); l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro; la promozione della figura dell’amministratore di sostegno; ecc.. La necessità che riscontriamo è quella di rafforzare in tutti, dirigenti del Movimento e operatori dei servizi, la consapevolezza di mettere in campo attività sempre più qualificate ed efficienti che sappiano dialogare e rapportarsi non solo con le strutture centrali, ma anche a livello periferico, con comuni, consorzi, aree metropolitane, regioni e quegli enti a cui verrà affidata la gestione dei servizi di welfare, confrontandosi con loro e partecipando attivamente ai tavoli di co-programmazione. Ecco perché dobbiamo mettere in campo una visione ampia e non settoriale, che guidi la riforma del welfare in una dimensione sussidiaria e tesa ad una maggiore giustizia sociale.
Ed è proprio per questo che si propone uno specifico coordinamento da ricondurre al presidente ai diversi livelli, in ciò confermando la consolidata politica associativa di non distinguere il Movimento dai servizi e i servizi dal Movimento. Laddove c’è il MCL ci deve essere anche con i suoi enti di servizio alla persona, e dove tali attività ci sono si devono porre in simbiosi con la presenza del Movimento.

Oltre i confini

Alle accresciute difficoltà della nostra gente si sono aggiunte le persone straniere con necessità ulteriori: la lingua, le questioni burocratiche, l’educazione al rispetto delle regole, il diritto di famiglia, gli obblighi scolastici, la casa e molto altro ancora. A queste esigenze sarebbe velleitario rispondere con un unico metro nazionale perché sono diverse da nord a sud, da est a ovest: la nostra sede nazionale può, come ha fatto, offrire strumenti che vanno, però, adeguati e mediati nell’esperienza locale, a cui si chiede quella vivacità e genialità che siamo certamente in grado di mettere in campo e incrementare.
L’impatto così forte di questi anni con l’immigrazione ci ha rafforzato nella convinzione di ampliare la nostra presenza nei Paesi di origine, per una adeguata informazione e per evitare quei “viaggi della speranza” che rischiano spesso di tramutarsi in tragedie o in nuove povertà e schiavitù. Ecco, allora, l’apertura di punti di assistenza nelle nazioni del Mediterraneo occidentale e del Nord Africa, nell’Est europeo e nell’Africa centrale.
Ma non solo questo: si è incrementato (nonostante i momenti difficili) il sostegno per la cooperazione internazionale
allo sviluppo tramite la meritoria opera del CEFA, l’Ong nata nell’ambito del MCL per opera di Giovanni Bersani, primo presidente del MCL, a cui va un saluto affettuoso nel centesimo anno della sua intensissima vita. Non è poi mancato, in queste zone, il sostegno alle tante Chiese che vivono situazioni di difficoltà ed ecco le campagne, anche pubbliche, di sensibilizzazione e raccolta fondi per Gerusalemme, Madaba, Sarajevo e poi ancora Eritrea, Moldavia, Romania, Senegal, Marocco, e molti altri problematici contesti.
Continuiamo a credere che un ruolo più importante rispetto alle situazioni critiche nel mondo, e in particolare nell’area mediterranea a noi più vicina, possa giocarlo l’Europa ed è anche per questo che abbiamo dato più forza alla rappresentanza del MCL negli organismi comunitari che ci vedono presenti quali Eza, Eucdw, ecc.
Il MCL si è sempre impegnato ed adoperato, fin dalla sua nascita, per rafforzare e favorire la crescita di un’Europa in cui la persona fosse al centro di un disegno che, con la famiglia ed il lavoro, vedesse crescere le motivazioni solidali di uno stare insieme per superare le grandi difficoltà, per un nuovo ruolo, per la crescita più politica, più vicina ed al servizio delle persone, dei 530 milioni di cittadini europei, con uno sguardo verso il resto del mondo.
Oggi, con la crisi economica diffusa nel Continente e alla vigilia delle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, siamo chiamati ad un rinnovato slancio che possa far corrispondere le nuove esigenze con una proposta che sappia ancora sintetizzare le domande dei cittadini con una proposta inclusiva. Occorre ancora più sviluppo, non soltanto rigore, occorre una nuova stagione morale e civile in un’Europa tesa alla costruzione degli Stati uniti d’Europa, per continuare a favorire esperienze solidali di cooperazione, di sviluppo e di pace. Si esce dalla crisi con più Europa, con un’Europa davvero unita, con una sola voce che punti ad un’economia al servizio dell’uomo e non a tecnicismi che strangolano la crescita e lo sviluppo. Vogliamo ancora che il dialogo sociale sia il perno fondamentale per continuare a sviluppare la coesione europea, ma dobbiamo decisamente lavorare per superare questo momento critico della nostra storia europea. Lo dobbiamo fare con lo spirito del dialogo e della convivenza alimentato dalle sue radici cristiane. E’ a partire da questa matrice che l’Europa, pur vivendo il ritorno dei localismi e dei particolarismi, non deve deflettere dalla vocazione universalistica impressa dai suoi padri fondatori e che ne è la caratteristica portante.
La Presidenza nazionale ringrazia per il lavoro svolto all’estero dalle nostre comunità ed in particolare i nostri dirigenti che in Europa, Nord e Sud America, Australia hanno tenuto alta la bandiera del MCL e dei suoi servizi.

In conclusione:

E’ più che evidente che occorre forza e continuità per sostenere una presenza associativa così articolata e diffusa, ed è anche per questo che si è particolarmente puntato e investito sui giovani del Movimento che sono tanti, bravi e appassionati. A loro va rivolto l’invito a perseverare, stando dentro e non a lato delle situazioni.
Valga anche per i nostri giovani il monito del Cardinale Scola all’apertura delle Scuole per l’impegno sociale e politico dell’Arcidiocesi di Milano: “Se non sei già il presente non sarai mai il futuro” come a dire che è ora il tempo favorevole all’impegno, ad assumersi responsabilità nei circoli, nelle sedi territoriali e man mano più su: non si può rimandare al domani. Le porte sono spalancate e qualora fossero, in qualche (raro) caso, solo socchiuse, fatevi sentire (è l’invito del Papa ai giovani della GMG di Rio): bussate forte e vi verrà evangelicamente aperto.
Prima pagina Torna all'inizio Torna ad inizio pagina 
Pagina 3 (di 3)
Prima pagina 1 2  Pagina precedente      
Edizioni Traguardi Sociali | Trattamento dati personali