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  Taccuino

Data di pubblicazione: Domenica, 15 Settembre 2013

TRAGUARDI SOCIALI / n.60 Agosto / Settembre 2013 :: Taccuino

Taccuino

Elezioni federali in Germania: il trionfo di “Angie”

E’ straordinario il risultato ottenuto dalla Cdu-Csu alle elezioni per il Parlamento tedesco.
Si tratta di un vero trionfo per Angela Merkel: la Cdu vola oltre la barriera del 40%, che il partito non toccava da 20 anni ed ottiene il 41,5% dei voti anche se, per pochi seggi, non raggiunge la maggioranza assoluta.
I socialdemocratici ottengono un modesto 25,7% che, pur segnando la riconquista di 2/3 punti percentuali rispetto al 2009, resta lontano dalle loro aspettative: un risultato che, assieme all’arretramento dei verdi all’8%, vanifica la proposta strategica della sinistra: resuscitare la maggioranza Spd-verdi con cui Schröder governò la Germania fino al 2005.
Non si può tuttavia sottacere che il sapore di questa straordinaria vittoria elettorale sia reso un po’ amaro, per la Cdu, dall’esclusione del suo principale alleato storico: i liberali della Fdp che con il 4,7% non ottengono alcuna rappresentanza al Bundestag.
A questo punto è la dimensione stessa del trionfo democratico-cristiano che potrebbe far nascere qualche complicazione rendendo più faticoso il percorso per dar vita all’intesa di governo, tra Cdu e Spd, che non ha possibili alternative.
Non si può escludere che la Spd, preoccupata da un divario così enorme tra i propri risultati e quelli della Merkel possa assumere atteggiamenti di chiusura: arroccarsi, rispetto alla prospettiva della “Große Koalition”, nel timore che un’alleanza di governo tra ‘diseguali’, con una Cdu tanto forte da apparire egemone, possa penalizzare troppo la sua immagine rispetto all’elettorato di sinistra.
I socialdemocratici ricordano ancora molto bene che alle elezioni del 2009, dopo quattro anni di alleanza al governo con la Cdu della Merkel, incassarono il loro peggior risultato (23%) dalla nascita della Repubblica federale.
Vi è un ultimo dato importante che non può essere trascurato: il risultato elettorale della Afd la lista “Alternativa per la Germania”, sbrigativamente definita “lista antieuro”, che ha sfiorato l’ingresso in Parlamento ottenendo il 4,7%. Risultato non da poco se si pensa che questo movimento è nato solo nella scorsa primavera: un risultato che, anche se ha mancato l’ingresso in Parlamento è stato, comunque, determinante. In quel 4,7% sembra annidarsi il fattore che ha tolto ai liberali i voti per entrare al Bundestag e, alla Merkel, quel pugno di voti in più per ottenere la maggioranza assoluta.
E’ la riprova di come, oggi, la chiave e i problemi interni della Germania siano inestricabilmente legati alle tematiche europee; di come, oggi, sia indispensabile per la politica tedesca il salto di qualità verso l’unione politica dell’Europa: unica strada per uscire tutti dalla crisi.

Robert Schuman: un padre dell’Europa che oggi manca

Nel ricordare oggi il 50° Anniversario della morte di Robert Schuman, il primo pensiero va alla sua celebre dichiarazione del 9 maggio 1950, quando lo statista francese (ma fu sempre un uomo di confine, come lo fu De Gasperi ed anche, in parte, Adenauer), getta le basi per il grande progetto di integrazione europea. Seppur deportato in Germania durante la seconda guerra mondiale, Schuman seppe guardare in avanti, senza risentimenti e rancori, e con lui prese avvio l’iniziativa di pace che ancora condividiamo in Europa. Attraverso l’uso del carbone e dell’acciaio, in una esperienza di cogestione, seppe cooperare e creare una forte convergenza di interessi; seppe condividere la solidarietà e, da buon cristiano, pose i valori della responsabilità e della giustizia sociale alla base della nuova Europa.
“L’Europa non potrà farsi in una sola volta (…), essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino una solidarietà di fatto”.
Alla vigilia di un nuovo e temuto conflitto in Siria, sulla scena mondiale, si sente forte la mancanza di uomini come Schuman: il “padre dell’Europa” anche oggi saprebbe usare parole di pace e costruire la pace con gesti di vera solidarietà.
Lo statista fu un uomo consapevole del ruolo essenziale della giustizia sociale e, per questo, è ancora valido il suo affermare che “la pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano”.
In Medio Oriente mancano uomini coraggiosi e lungimiranti; non tutti i Paesi hanno le risorse petrolifere, molti mancano di acqua… forse ci vorrebbe uno Schuman che sapesse avviare un uso condiviso delle risorse e che ponesse come fine lo sviluppo civile, economico e culturale di tanta gente che è abituata da sempre solo a combattersi e, talora, anche a morire senza neppure sapere il perché.
Il Movimento Cristiano Lavoratori da oltre venti anni coopera in Europa con la Fondazione che lo ricorda: insieme abbiamo promosso molte esperienze formative per giovani e questo è per noi motivo di grande orgoglio.
Continueremo in questo impegno per contribuire a conseguire e rafforzare obiettivi di pace, di sviluppo e di giustizia sociale.

LE CELEBRAZIONI DELL’EDITTO DI MILANO NELLA CITTà NATALE DI COSTANTINO
Il 20 e 21 settembre nel sud della Serbia, a Niš, città natale dell’imperatore, hanno avuto luogo le celebrazioni del 1700° anniversario dell’Editto di Costantino, organizzate dall’Arcidiocesi cattolica di Belgrado.
Il 21 settembre, nello stadio ??air, è stata celebrata la messa solenne presieduta dall’Arcivescovo di Milano il Cardinale Angelo Scola, inviato speciale di Papa Francesco. E’ stata anche l’occasione per il primo incontro ufficiale con i rappresentanti della Chiesa cattolica in Serbia. All’evento, infatti, hanno partecipato il Patriarca ortodosso Irinej e i rappresentanti delle comunità islamica ed ebraica e delle chiese riformate. La celebrazione è stata trasmessa dalla tv nazionale che ha seguito per la prima volta in diretta una cerimonia religiosa.
Il Cardinale Scola durante la messa ha fatto appello a un “nuovo umanesimo”: “la croce spalanca a una visione della vita come amore a tutti i livelli”, ed ha aggiunto che “non si può separare la riconciliazione con Dio dall’unità con i fratelli. Le fede religiosa, ogni fede religiosa, in quanto espressione del desiderio di Dio, è fonte di unità tra gli uomini, non di conflitto e di divisione. Solo quando prende il sopravvento l’ideologia, solo quando si abbandona il primato di Dio, allora gli uomini si separano progressivamente”.
Tantissimi i pellegrini da tutti i Paesi balcanici ma anche dagli altri Stati europei.
Grande anche la partecipazione dei giovani che hanno animato la Via Crucis confluendo poi nello stadio, e preparato un apposito editto che è stato proclamato alla fine della messa.
“Vogliamo promuovere il dialogo e la riconciliazione nella nostra regione. Non bisogna mai dimenticare che l’Editto di Milano è stato proclamato quando il cristianesimo era unito”, ha detto Monsignor Stanislav Ho??evar, Arcivescovo di Belgrado, che ha accolto sabato sera a Belgrado la delegazione ambrosiana guidata dal Cardinale Scola.
L’arcivescovo di Milano ha sottolineato l’importanza di celebrare l’anniversario dell’editto di Costantino in Serbia, in una terra “che ha dovuto affrontare la questione del mescolamento dei popoli”, “questo, come ogni processo di mescolamento, causa tensioni e contraddizioni, ma allo stesso tempo apre spiragli di speranza per l’Europa intera che è troppo vecchia e stanca”.
L‘Arcivescovo di Milano ha concluso la visita con una celebrazione eucaristica nella chiesa di Sant’Antonio dove ha incontrato la comunità francescana.
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