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  Lavoro e Famiglia, un binomio inscindibile

Data di pubblicazione: Domenica, 29 Settembre 2013

TRAGUARDI SOCIALI / n.60 Agosto / Settembre 2013 :: Lavoro e Famiglia, un binomio inscindibile

Il Seminario MCL a Senigallia

“Lavoro & Famiglia”: questo il tema che è stato al centro del tradizionale Seminario di Senigallia, quest’anno organizzato dal MCL in preparazione della 47a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani (che si è tenuta la settimana seguente a Torino).
La tre giorni di Senigallia, infatti, è stata incentrata sulle questioni del lavoro e della famiglia, per vedere come armonizzare questi due aspetti profondamente legati fra loro anche nel dettato costituzionale.
“La mancanza di lavoro getta un’ombra di incertezza sulla vita familiare, rendendo impossibili decisioni a medio e a lungo termine”, ha spiegato il Presidente del MCL, Carlo Costalli. In sostanza, ha detto entrando subito nel vivo del tema, “c’è una vittima dimenticata della crisi – la famiglia – e non ci sarà nessuna ripresa senza una nuova politica del lavoro”.
Ovviamente non poteva mancare, in giornate tanto convulse per la politica italiana, un cenno alle questioni sul tappeto: “Il governo Letta deve assolutamente andare avanti per fare le riforme e per portare definitivamente fuori dai problemi economici il Paese”, ha detto a tal proposito Costalli.
“Sarebbe un grave errore prendersi la responsabilità di farlo cadere: un errore che l’elettorato certamente punirebbe”.
Per Costalli “la crescita e l’occupazione sono le priorità assolute e, per questo, nella legge di stabilità dobbiamo fare un passo concreto verso l’abbattimento del cuneo fiscale, perché il rischio è che ci sia una graduale ripresa senza un reale aumento dell’occupazione”.
Senigallia è stata l’occasione per parlare di famiglia, intesa come soggetto sociale promotore di pace. E di lavoro come strumento essenziale per sostenere la sua crescita e quella dei giovani in particolare.
Ovviamente la famiglia di cui si è parlato è quella fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna, aperta al concepimento di nuove vite, come ha rilevato Mons. Francesco Rosso, Assistente ecclesiastico del MCL.
Famiglia e lavoro costituiscono un binomio inscindibile: lo ha ribadito Mons. Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale e membro del Comitato scientifico delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani, che ha sottolineato come la famiglia non sia “un’istituzione astratta ma una comunità protagonista”.
La famiglia occidentale, però “è in crisi perché si è dispersa la capacità di stare insieme, con il rispetto dei ruoli”. A causa, ad esempio, “del lavoro non stabile e ingiustamente remunerato”, o “del lavoro delle donne, che fanno una spola affannosa tra casa e lavoro” per “contribuire al benessere della società anche con la cura di bambini, anziani, malati cronici”. Se “senza lavoro non è possibile la vita della famiglia”, l’invito è a “promuovere politiche che abbiano le famiglie come obiettivo. è urgente che lo Stato e le istituzioni pubbliche centrali e locali studino strategie opportune per tutelare la famiglia, unicum insostituibile: solo nel suo riconoscimento completo - ha concluso Mons. Pennisi - è possibile la realizzazione del bene comune”.
Seguitissimo anche l’intervento del prof. Stefano Zamagni, ordinario di economia politica all’Università di Bologna nonché Presidente del Comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia, secondo il quale “la famiglia è tornata a essere al centro dell’attenzione nelle sue quattro dimensioni fondamentali: la dimensione economica, quella politica, quella spirituale come pure la dimensione propriamente sociologica”. Quattro aspetti che, ha sottolineato Zamagni, vanno visti unitariamente”.
Per passare dalle affermazioni di principio ai provvedimenti, tre sono, secondo Zamagni, le linee strategiche di prioritaria urgenza: il fisco e le tariffe innanzitutto, perché “è uno sconcio che non può continuare quello di un fisco nemico che opera contro le famiglie”. La seconda classe di interventi riguarda “l’armonizzazione tra tempo del lavoro e tempi della famiglia”. Infine la terza: “l’assetto istituzionale”.
Mons. Giuseppe Orlandoni, Vescovo di Senigallia, ha sottolineato “il fallimento dei modelli di sviluppo e il deprimente spettacolo della politica nazionale”, domandandosi “dove sono i cattolici che intendono far sentire la propria voce e offrire un contributo al bene comune”. Le comunità cristiane, ha proseguito, si devono “riappropriare del pensiero sociale cristiano, occorre che le aggregazioni si convincano della possibilità di trovare nella Dottrina sociale della Chiesa non la ricetta per risolvere i problemi sociali del Paese ma la forza per affrontare i problemi della società”.
Insomma: lavoro, famiglia, politiche fiscali innovative e atte a sostenere e promuovere la famiglia rappresentano valori (e proposte) strettamente intrecciati fra loro. Lo ha ben evidenziato Giancarlo Rovati, direttore del dipartimento di sociologia dell’Università Cattolica di Milano, che ha ‘fotografato’ la situazione italiana oggi. Le donne “danno importanza al lavoro in un’età più precoce dei maschi – ha detto –, mentre l’indice di centralità del lavoro, che per un quarto degli italiani è alto, risulta maggiore per chi ha oltre 65 anni e ha vissuto un’esperienza in cui il lavoro era quasi totalizzante in rapporto allo stato di necessità”. “Avere una laurea fa la differenza del 25% in termini di guadagno, ma solo nel tempo: l’istruzione è ancora un ascensore sociale”. La famiglia, dal canto suo, è “molto importante per il 91% degli italiani, e raggiunge importanza massima per le donne in età adulta”.
Quanto al matrimonio, “per il 76% non è sorpassato.
L’orientamento alla parità tra le mura domestiche vale per i due terzi degli italiani: c’è accordo sul lavoro per entrambi i coniugi, su lavoro e indipendenza delle donne, e sul fatto che si può essere buone lavoratrici e buone madri”. Dunque, ha concluso Rovati, “la famiglia in cui si nasce è importante per il lavoro che si andrà a fare”.
Secondo Natale Forlani, direttore generale del Ministero del Lavoro, “il tasso di occupazione è la prima risposta che le politiche europee devono affrontare.
Diversamente da quanto avveniva nella fase industriale, la fecondità delle donne è alta laddove esse partecipano al mercato del lavoro e la quantità di occupazione femminile dipende dai servizi disponibili”. La spesa di sostegno alle famiglie, “in Italia è molto bassa, la metà della media europea, poco più del 2% di Pil rispetto al 5 europeo. I due terzi delle risorse pubbliche destinate al welfare finiscono in spese pensionistiche: come mai la famiglia, così importante, è fuori dall’agenda politica? Occorre - ha concluso – un’alleanza trasversale su temi e vantaggi che bisogna dare a chi cura gli anziani e fa crescere i bambini”.
Per concludere, c’è un’unica risposta possibile per uscire dalla crisi del nostro tempo: avere il coraggio di mettere subito in campo riforme serie e profonde, realmente capaci di incidere sulla qualità della vita dei cittadini: “la società di oggi ha più bisogno di famiglia di quella di ieri” ha sottolineato il presidente Costalli. In questo contesto “la crescita e l’occupazione sono le priorità assolute: per questo nella legge di stabilità dobbiamo fare un passo concreto verso l’abbattimento del cuneo fiscale, perché il rischio è che ci sia una graduale ripresa senza un reale aumento dell’occupazione”.

Fiammetta Sagliocca
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